Acireale, via alle manovre per il dopo Barbagallo Si vota il 10 giugno. Il civismo prevale sui partiti

Civismo. Potrebbe essere ancora una volta questa la parolina magica da proporre agli elettori in vista delle Amministrative. Quantomeno ad Acireale dove, dopo la fine improvvisa della sindacatura Barbagallo, ci si prepara a tornare alle urne con un anno di anticipo. La conferma della data – «Si vota il 10 giugno», dichiara a MeridioNews l’assessora regionale agli Enti locali, Bernardette Grasso – con molta probabilità velocizzerà le trattative partite già da settimane. Lontano dai riflettori, ma nemmeno più di tanto. Con l’ex primo cittadino ancora in carcere infatti – il Riesame per Roberto Barbagallo è previsto per il 27 marzo – in città non sono pochi quelli che, pur ribadendo l’interesse per le sorti personali e i risvolti pubblici dell’inchiesta Sibilla, da un po’ hanno iniziato a guardare al futuro. L’ultimo scossone giudiziario sembra però destinato a farsi sentire, tanto nella formazione delle alleanze che nella comunicazione della proposta politica. A partire dal linguaggio: da destra a sinistra, le telefonate si inceppano sempre quando si finisce a parlare di cambiamento. La parola, infatti, è stata il vessillo che nel 2014 portò alla vittoria Barbagallo, sostenuto prima di tutto dal progetto chiamato Cambiamo Acireale. Per i programmi e gli slogan, tuttavia, c’è ancora tempo. Per adesso, per gli attori in campo, è fondamentale capire quali saranno i propri compagni di viaggio e chi, invece, gli avversari. Operazione non così semplice. 

Dalle parti dell’amministrazione uscente, l’attesa per ciò che verrà deciso dal tribunale della libertà distoglie l’attenzione più che altrove. L’area di Cambiamo Acireale, che ha nel deputato regionale Nicola D’Agostino (Sicilia Futura) il proprio punto di riferimento, non ha ancora deciso il da farsi. In ballo c’è innanzitutto il dubbio fra proporre un proprio nome legato alla giunta uscente – si sono fatti quelli di Francesco Fichera e Antonio Coniglio, con il primo più accreditato del secondo – o puntare su un volto nuovo. In tal senso, i rumors parlano di un D’Agostino che, rispetto a quattro anni fa, starebbe mantenendo un profilo decisamente più basso, consapevole che stavolta la sfida sarà tutta in salita. A potere pesare di più, invece, potrebbe essere dunque il neonato fronte vicino a Luca Sammartino. Il deputato regionale Pd da 32mila preferenze conosce poco Acireale, ma potrebbe dare il proprio benestare su una candidatura proveniente dalla società civile. Forse un avvocato. Uno dei nomi che più circola è quello del penalista Enzo Di Mauro, per alcuni profilo buono per creare una coalizione eterogenea aperta anche chi non si riconosce nel centrosinistra. Dal canto suo, però, il diretto interessato avrebbe reso esplicita la volontà di partire da un progetto strutturato e di qualità, svincolato dai legacci delle segreterie politiche

Nel centrodestra, invece, i candidati potrebbero essere più di uno. Il consigliere uscente Giuseppe Calì da settimane non fa mistero della volontà di giocarsi la partita per la fascia tricolore, con un potenziale sostegno di quanti sono via via confluiti nel gruppo misto in consiglio. Un guanto di sfida che sembra essere lanciato direttamente al ras del centrodestra cittadino, l’ex deputato nazionale Basilio Catanoso, di recente sconfitto nella corsa per la rielezione a Montecitorio. Catanoso potrebbe provare a convincere nuovamente l’imprenditore Michele Di Re a tornare in gioco, battuto da Barbagallo al ballottaggio di quattro anni fa. Il nome di Di Re rappresenterebbe il volto civico di una candidatura che comunque avrebbe la necessità di un sostegno dei partiti, Forza Italia in testa. A scombinare i piani di tutti – al punto da potere convincere lo stesso Calì al passo indietro – potrebbe essere l’ex sindaco Nino Garozzo, che ha guidato per dieci anni la città, per poi ritornare alla propria vita professionale. Nonostante le smentite pubbliche circa un ritorno in politica da protagonista, c’è chi spera in un ripensamento.

L’atmosfera da amarcord potrebbe essere alimentata da un altro ex primo cittadino. L’imprenditore Nino Nicotra potrebbe riprovarci a distanza di 18 anni. La sua esperienza da sindaco era durata meno di settecento giorni, a inizio anni Duemila: più lunghe le sue vicissitudine giudiziarie, conclusesi in suo favore, dopo essere stato accusato di voto di scambio politico-mafioso e corruzione elettorale. Insieme a Nicotra potrebbe esserci l’ex consigliere provinciale Santo Primavera. Anche in questo caso la parola d’ordine, almeno per ora, è progetto civico di ispirazione centrista, ma con la disponibilità altrettanto ampia a ragionare con i partiti.

Il civismo potrebbe bussare anche a casa del Movimento 5 stelle acese, I pentastellati, che qui nel 2014 ottennero un risultato modesto, stavolta si presentano ai nastri di partenza spinti dal successo delle Politiche, dove la forza del simbolo ha avuto la meglio sui politici storici di centrodestra e centrosinistra. Ma le Amministrative sono una competizione diversa e il vincolo interno di non fare alleanze preelettorali imporrà la presentazione di una sola lista: è per questo che nelle ultime settimane, sulla scia del cambiamento voluto da Di Maio a livello nazionale, si è fatta avanti l’ipotesi di una candidatura esterna agli attivisti della prima ora, che possa attirare consensi anche dai non ortodossi. Ancora però nulla è deciso e spetterà alla deputata regionale Angela Foti trovare una sintesi tra le varie istanze.

Queste le cinque-sei possibilità al momento in campo. A esse potrebbero aggiungersene altre, a partire da una lista che rappresenti la sinistra, che nel 2014 si presentò con la Putia del bene comune, e la riproposizione del progetto dell’associazione Costarelli, con la ricandidatura di Mario Di Prima. Per tutti l’obiettivo dichiarato è quello di migliorare la città. In attesa di potere tornare a promettere di cambiarla


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