Gli esemplari sono stati trovati senza vita nei pressi del monumento dei Caduti. Non si esclude l’ipotesi di un avvelenamento, forse con della candeggina contenuta in un fusto. L'amministrazione respinge ogni addebito attraverso le parole del vicesindaco Giovanni Pulvirenti. Guarda le foto
Aci Catena, i pesci rossi trovati morti nelle fontane Asp: «Nella vasche troppa flora, stiamo indagando»
Galleggiano in superficie, esanimi, i pesci delle due fontane della villetta del monumento dei caduti di Aci Catena. L’area a verde a ridosso di piano Umberto da più di dieci anni è stata abbellita con due grandi vasche, che oltre a decorare l’aiuola, erano l’habitat di una dozzina di esemplari di Carassio, comunemente conosciuto come pesce rosso. Ma, da più di un giorno, i pesci non nuotano più. Sono dieci quelli trovati morti, dei quali uno si trovava sul pavimento.
A fare luce sul caso potrebbero essere gli esperti dell’Azienda sanitaria provinciale, incaricati, già da questa mattina, di effettuare gli accertamenti del caso. Intanto si è proceduto allo svuotamento delle vasche, per cercare di capire l’eventuale contaminazione dell’acqua. «Si presentava in buone condizioni – spiega a MeridioNews il vicesindaco con delega all’Ecologia Giovanni Pulvirenti – Insieme al liquido è stato prelevato un pesce così da potere svolgere gli esami tossicologici». Per i risultati però bisognerà attendere un mese. Secondo alcune indiscrezioni sarebbe stata trovata sul posto una bottiglia con tracce di candeggina. Il fusto si trovava all’interno di un cestino getta carte. L’ipotesi non ha trovato conferme ufficiali, ma potrebbe aprire a un’eventuale pista collegata a un avvelenamento.
Marcello Grasso, incaricato di condurre gli esami per l’Asp etnea conferma il quadro dell’amministrazione, senza però escludere nessuna ipotesi. «Mi hanno informato del ritrovamento di una bottiglia contenente candeggina, ma io non l’ho vista – afferma -. Sicuramente le strade da prendere in considerazione sono tante». Tra queste c’è anche la possibilità che i pesci siano morti per ipossia, in assenza di ossigeno per le condizioni critiche delle acque. «La flora presente all’interno della vasca che non era stata ancora bonificata mi sembrava esagerata, ma è vero che è fisiologica la presenza di vegetale, basta che questa non formi una coperta che impedisca ai pesci di respirare». Tuttavia non si può ancora escludere che si sia trattato di un gesto doloso: «I pesci trovati morti erano quasi tutti di grandi dimensioni – conclude -. Se fossimo stati davanti a un caso di ipossia, avremmo avuto la moria degli esemplari più piccoli».
Secondo il consigliere comunale Giuseppe Cocuzza l’ultima pulizia delle vasche risalirebbe a luglio 2017. A testimonianza della presunta incuria che avrebbe caratterizzato l’area. L’accusa però viene rispedita al mittente dal vicesindaco. «Non c’era nessun tipo di problema. All’interno dei contenitori ci sono delle pompe e dei filtri che depurano l’acqua – conclude Pulvirenti -. La vegetazione presente serve per alimentare i pesci».