Voto di scambio, Pellegrino resta candidato sindaco «Ricomincio la campagna con più determinazione»

«Sono sereno e tranquillo, perché certo che tutto sarà chiarito rispetto a questioni con le quali non c’entro assolutamente». È con una nota destinata alla stampa che il consigliere comunale Riccardo Pellegrino annuncia l’intenzione di rimanere candidato sindaco per la città di Catania. Un comunicato che arriva dopo la notizia dell’indagine a suo carico per voto di scambio nell’ambito delle scorse elezioni regionali 2017, quando lui concorreva a uno scranno Ars nelle liste di Forza Italia. «Confido nello sviluppo rapido dell’azione giudiziaria – prosegue Pellegrino – che non potrà non confermare la mia estraneità a qualunque condotta di natura penale».

Secondo la procura di Catania, un voto sarebbe costato al consigliere 50 euro, per una spesa complessiva superiore a cinquemila euro. Insieme al politico catanese, però, sono indagati il padre agricoltore Filippo e gli ex sindaci di Aci Catena e Mascali: Ascenzio Maesano e Biagio Susinni. Nell’elenco delle persone a cui è stato consegnato, nei giorni scorsi, l’avviso di chiusura delle indagini figurano, in tutto, 12 nomi. Tra loro c’è anche Salvatore Di Benedetto, consigliere comunale a Ramacca. Il reato ipotizzato dai magistrati sarebbe stato commesso tra Ramacca, Vizzini, Aci Catena e Acireale. L’arco temporale finito sotto la lente d’ingrandimento parte dalla primavera 2017 e si estende fino alle Regionali di novembre. L’ex sindaco Maesano quindi, stando alla ricostruzione della procura, potrebbe avere commesso il reato di cui è accusato mentre si trovava agli arresti domiciliari dopo l’inchiesta per corruzione a suo carico.

«Proseguirò l’impegno ormai decennale a favore della mia città – prosegue Riccardo Pellegrino nel suo comunicato stampa – Non mi ritiro e resto candidato a sindaco della lista civica Un cuore per Catania». Il contenitore politico lanciato durante una conferenza stampa in Sala Coppola, a Palazzo degli elefanti. «Subito dopo le festività pasquali, riprenderò con ancora più determinazione e convinzione la campagna elettorale tra i catanesi e per i catanesi». L’obiettivo dichiarato è «spiegare ai cittadini, che potranno così giudicarmi».

Non è la prima volta che il consigliere è costretto a confermare la sua scelta di fare politica. Era avvenuto durante le Regionali, quando era stato bollato come impresentabile per via delle grane giudiziarie del fratello Gaetano, detto ‘u funciutu. Arrestato, poi scarcerato, e attualmente sotto processo per associazione mafiosa. Il parente del politico, nato e cresciuto a San Cristoforo, secondo la procura di Catania, sarebbe stato uno dei fedelissimi del capomafia Sebastiano Mazzei, indiscusso capo del clan etneo dei Carcagnusi. Nei giorni scorsi, per lui la magistrata Tiziana Laudani ha chiesto la condanna a dieci anni di reclusione nel processo di primo grado. Riccardo Pellegrino, però, ha sempre rimandato indietro ogni sospetto nei suoi confronti, rivendicando la sua provenienza dal quartiere popolare e le sue amicizie.


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«Sereno e tranquillo». È così che si definisce il consigliere comunale Riccardo Pellegrino dopo la notizia dell'indagine a suo carico per un presunto scambio di voti nell'ambito delle elezioni regionali 2017. Coinvolti con lui nell'inchiesta ci sono anche gli ex sindaci di Aci Catena e Mascali: Ascenzio Maesano e Biagio Susinni

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