Auchan S. G. La Rena, rischio per altri lavoratori «Chiediamo aiuto ad aziende di stessa proprietà»

Restano in presidio permanente di protesta i lavoratori del megastore Auchan di San Giuseppe La Rena, radunati nella galleria commerciale del centro e intenzionati a non mollare per evitare che si consumi «un vero dramma occupazionale». Qualche passo avanti nella vertenza sull’ipermercato catanese è stato fatto durante l’incontro dello scorso mercoledì, quando l’azienda ha dato disponibilità a salvaguardare più del 50 per cento dei 101 dipendenti del gruppo Auchan retail Italia. A rimanere tagliate fuori sarebbero circa una quarantina di persone. In tutto, in realtà, sarebbero 108. Gli altri sette del personale fanno parte della dirigenza: si tratta di capireparto, responsabili, direttori e funzionari aziendali che «in questo momento, stanno già provvedendo a svuotare il punto vendita dai prodotti freschi o a scadenza – spiega a MeridioNews Davide Foti, segretario provinciale Filcams Cgil – mentre, invece, gli altri lavoratori stanno in presidio giorno e notte perché simbolicamente non si vogliono rassegnare a lasciare il proprio posto di lavoro». 

Resta ancora molta la distanza con le richieste fatte dai sindacati che mirano al salvataggio di tutti e 101 i dipendenti. L’azienda, che in un primo momento aveva proposto la riassunzione di soli 45 dipendenti, «adesso ha fatto un timido passo verso di noi – commenta Foti – con una maggiore disponibilità sull’incentivo all’esodo e sulla possibilità di garantire un rimborso spese per i lavoratori che daranno volontariamente la propria disponibilità a trasferirsi fuori da Catania. Questo però non ci basta, anzi dal nostro punto di vista siamo proprio in alto mare perché vogliamo una soluzione che tenga conto di tutto il personale». 

I dipendenti sui quali adesso pende la spada di Damocle lavorano in uno dei primi centri commerciali di moderna concezione che aprì i battenti a Catania da oltre vent’anni. «La maggior parte di loro, peraltro – sottolinea il sindacalista – ha oggi un’età per cui un ricollocamento lavorativo in un altro posto sembra un’ipotesi piuttosto difficile da percorrere». Intanto, continua a non essere arrivata nessuna comunicazione ufficiale da parte dell’azienda e non è partita nemmeno la procedura di licenziamento. «Questo perché se non si dovesse trovare un accordo – aggiunge – l’azienda inviterà i lavoratori part-time a trasferirsi in altri punti vendita al nord che, ovviamente, rifiuteranno». 

In attesa del prossimo incontro con l’azienda – che è già stato fissato per lunedì 30 aprile – dai sindacati arrivano critiche e proposte. «Chiediamo al sindaco della città metropolitana Enzo Bianco di attivarsi per convocare, attraverso la prefettura, un tavolo di crisi in attesa di mettere in campo una conferenze dei servizi». Finora, in questa direzione, nulla si è mosso. «E ci aspettiamo – dichiara Foti – che facciano la propria parte anche le altre aziende riconducibili alla stessa proprietà di Auchan».

In tal senso, soltanto Sma al momento ha messo sul tavolo 15 disponibilità di ricollocazione del territorio, mentre Bricoman e Leroy Merlin «che pure sono consanguinei, non si sono nemmeno seduti ai tavoli con noi. Se da questo fronte non ci arriverà un segnale forte, siamo pronti – aggiunge il segretario Filcams Cgil – a portare le nostre proteste anche nei luoghi in cui queste altre società hanno le attività commerciali». Dunque, al Centro Sicilia e a Etnapolis. «Non si tratta solo di una battaglia personale di chi sta rischiando il posto di lavoro ma è una crisi che investe tutto il territorio catanese e che si sta allargando a macchia d’olio. La chiusura del megastore Auchan di San Giuseppe La Rena porterà – annuncia il sindacalista – alla perdita anche di altri posti di lavoro perché abbasseranno le saracinesche anche alcuni negozi. Proprio nei giorni scorsi ci è già arrivata notizia di otto esuberi fra i 12 operatori delle pulizie del centro commerciale». 


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I dipendenti dell'ipermercato sono radunati nella galleria del centro commerciale. Intanto, dall'azienda arriva qualche «timido passo avanti»: la disponibilità a salvaguardare più del 50 per cento del personale. «Ci aspettiamo un segnale forte da Sma, Bricoman e Leroy Merlin», dice il segretario provinciale Filcams Cgil

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