Elezioni Adrano, parola a Nicola Monteleone «L’accordo su Di Primo? Solo convenienza»

Da sette-otto potenziali candidati, a sorpresa ad Adrano si è scesi a tre. Uno di questi è Nicola Monteleone, commercialista con lunga esperienza politica, inizialmente accreditato come outsider in odor di passo indietro. Il maxi accordo fra rivali come l’ex deputato Pdl Fabio Mancuso ed il sindaco uscente Pippo Ferrante – che ha dato vita alla coalizione del candidato Aldo Di Primo – ha invece rimescolato le carte e così tocca allo stesso Monteleone, oggi in area Fratelli d’Italia, provare a contrastare la corazzata dei simboli del centrodestra. Terzo nome della partita è un altro candidato civico, l’ex primo cittadino Angelo D’Agate. Monteleone guida due liste civiche, Vivere a colori e Monteleone sindaco. Fino a qualche tempo fa era assai saldo il suo legame con Mancuso, tanto che il commercialista aveva patrocinato la lista Giovani in movimento che, nel 2013, sostennero la corsa perdente del politico dell’Udc contro Ferrante. Il contenitore fu la seconda lista più votata di quella competizione elettorale. Poi, dopo la rottura, è arrivato l’avvicinamento al deputato regionale di FdI Gaetano Galvagno. Il simbolo dei meloniani, comunque, non è stato presentato. 

Nicola Monteleone, cosa l’ha spinta ad andare fino in fondo, candidandosi a sindaco?
«La politica è sempre stata una mia grande passione, ho partecipato a diverse campagne elettorali presentando liste civiche. Questa volta ho deciso di non delegare nessuno. Sono molto deluso, come cittadino e politico, del solito vecchio modo di fare politica. I politici che mi hanno preceduto hanno amministrato dentro i palazzi senza mai ascoltare le esigenze dei cittadini e trincerandosi dietro alla scusa del “non ci sono soldi”. Troppo comodo».

Quali sono i punti più caratterizzanti del suo programma?
«Il nostro programma è stato costruito nell’arco di sei mesi. Giovani, politici più esperti e diversi professionisti hanno costituito dei tavoli di lavoro. Siamo partiti dalla gente, facendo una ricerca minuziosa quartiere per quartiere, sentendo la rabbia ed il malcontento di chi vive ad Adrano: imprenditori, commercianti, gli invisibili senza la dignità di un lavoro, disabili, gli anziani, le famiglie. Ma soprattutto i ragazzi che si sentono privati di un futuro. Mettiamo la persona al centro e la fattibilità di azioni e servizi attuabili compatibilmente con una situazione finanziaria di pre-dissesto regalataci dall’amministrazione uscente. Il nostro programma non è il libro dei sogni, ma un programma concreto di cose attuabili e richieste dalla popolazione».

La grande sorpresa di queste Amministrative è stata la reunion del centrodestra anche ad Adrano. Nella coalizione di Aldo Di Primo si ritrovano alleati rivali politici come l’ex deputato Fabio Mancuso e il sindaco uscente Pippo Ferrante. Lei conosce bene gli attori in causa ed è vicino al partito Fratelli d’Italia. Che idea si è fatto in merito?
«Qui ad Adrano i soliti politici pensano di essere grandi strateghi, cercando di importare modelli che non funzionano più. Che devo dire, hanno fatto un’ammucchiata di sigle del centrodestra insieme ad un gruppo che si presentava ai tavoli delle trattative con la targa di Sammartino del Pd. Tutti amici e nemici che, in questi anni, si sono fatti guerra a suon di denunce: se qualcuno ha subito qualche problema giudiziario, gli altri, oggi alleati, brindavano sulle disgrazie altrui. Da cittadino non mi fiderei di nessuno di loro: la reunion è solo una strategia di convenienza pronta ad implodere in qualsiasi momento. Ho incontrato moltissima gente e questo viene percepito come una grande debolezza dei soggetti da lei nominati. Fratelli d’Italia ha preferito non delegare nessuno per entrare nell’ammucchiata».

Il Comune di Adrano è in predissesto e ha dovuto fare ricorso alla procedura di riequilibrio finanziario pluriennale. Come coniugare la crisi finanziaria con progetti e promesse elettorali?
«Quello che oggi la gente chiede è credibilità dei programmi e delle persone che si propongono per amministrare. Provengo da una famiglia di imprenditori, sono un dottore commercialista e svolgo la libera professione ad Adrano. La gente ci conosce come persone serie che quando prendono un impegno lo mantengono. Dunque non faccio promesse impossibili. Metteremo grandissimo impegno nel cercare di ridare dignità alle persone e decoro alla città, sfruttando ogni possibilità di finanziamento europeo. Vanno inoltre considerati i progetti di finanza pubblico-privato e quelli con i comuni del nostro comprensorio (Simeto e Parco dell’Etna) e le associazioni, per dirottare quante più risorse in un territorio che manca di tutto. Vanno sfruttati anche i pochi finanziamenti che alcune fondazioni mettono a disposizione. I professionisti che ci hanno aiutato in questi mesi hanno già predisposto un calendario dei diversi bandi, per essere in grado con progetti seri di partecipare agli stessi, con l’aiuto dei dirigenti di settore del Comune».

Emergenza sicurezza e lotta alla criminalità. Cosa manca alla sua città per riuscire ad arginare al meglio a questi fenomeni?
«Manca tutto. Dalla carenza di illuminazione in alcune zone a rischio, alla mancanza di lavoro. Serve prevenire partendo dalle scuole, dai giovani: dare loro la possibilità di lavorare, aiutarli a cercare la strada dell’autonomia con l’aiuto degli anziani depositari di arti e mestieri, sostenendoli fino alla completa formazione. Chi ha voglia di intraprendere o fare commercio ad Adrano deve essere messo in condizione di poterlo fare con regole certe e chiare per tutti, senza discriminazioni di sorta e con qualche passaggio burocratico più snello. Serve, infine, coordinamento del corpo dei vigili urbani ed una maggiore sinergia con le autorità di pubblica sicurezza che tanto impegno hanno dimostrato in questi anni, ottenendo grandi risultati».


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