Amministrative ’18, le new entry al Consiglio comunale Dalla corazzata dei Caf al «pensiero tardo-romantico»

Di certo non può dirsi che si tratta di un Consiglio comunale del rinnovamento. Solo un terzo dei nuovi senatori cittadini eletti a Catania nel corso di queste elezioni amministrative 2018 è del tutto nuovo a esperienze di gestione della cosa pubblica. Il numero finale delle new entry si attesta a dodici, su 36 futuri componenti dell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti (ex sindaco Enzo Bianco incluso). Quattro volti nuovi arrivano dalla compagine del Movimento 5 stelle, che per la prima volta varca la soglia del municipio catanese; due vengono da Catania 2.0, entrambi in quota Luca Sammartino; due dalla lista Salvo Pogliese sindaco; due da Forza Italia; una da In campo con Pogliese e l’ultima da Fratelli d’Italia

Il capitolo pentastellati si apre con Giovanni Grasso, il più votato tra tutti i consiglieri comunali e medaglia di bronzo nella corsa a sindaco. A lui si affianca la ex candidata prima cittadina Lidia Adorno, protagonista del flop a cinque stelle di cinque anni fa e adesso alla riscossa da consigliera. Assieme a lei c’è Valeria Diana, classe 1975, ex biologa e adesso docente. Ha tentato l’elezione alle Regionali nel 2017, senza riuscire a entrare nella nutritissima compagine grillina all’Ars. Ad aprile ha comunicato al meet-up di via Filocomo la sua disponibilità a tentare la strada di Palazzo degli elefanti, che adesso le è riuscita. New entry anche il trentenne Giuseppe Fichera e il 35enne Graziano Bonaccorsi

«Io sono attivista del Movimento 5 stelle dal 2011», dichiara Bonaccorsi a MeridioNews. Nel 2013 aveva provato la strada del Consiglio comunale, in quella che definisce «una candidatura di servizio». Adesso, invece, ci credeva come tutti. «Il nostro scopo principale sarà quello di controllare le attività del consiglio – dice – Faremo gli arbitri tra la maggioranza e l’opposizione, faremo luce sul bilancio, viste le condizioni in cui ce lo ha lasciato Bianco». Tra i suoi temi, anche le periferie: da Picanello («Facevo atletica al Campo scuola») a Librino («I miei genitori gestiscono lì una tabaccheria, conosco tutti»). A chi gli chiede dove si collocherebbe politicamente risponde: «Il Movimento è un laboratorio: quello che è buono non ha un colore politico. Io mi definisco un nazionalista, un patriota, ho un pensiero politico tardo-romantico». La commissione consiliare di cui vorrebbe fare parte? «Quella che si occupa di urbanistica, perché da quella dipende la vera gestione del territorio».

Restando sul versante dell’opposizione, entrano in Consiglio con Catania 2.0 Giuseppe Gelsomino e Francesca Ricotta. Il primo, figlio del consigliere uscente Rosario Gelsomino, è un sammartiniano di ferro. Attivissimo di fronte al gazebo di piazza Stesicoro in occasione delle primarie del Partito democratico, adesso sposta il suo impegno in piazza Duomo. Di Ricotta, invece, si è cominciato a parlare alle scorse politiche: il suo nome era apparso tra i candidati dem al collegio plurinominale Sicilia 2 alla Camera, dietro all’ex presidente del Consiglio dei ministri Paolo Gentiloni, all’ex sottosegretario alla Giustizia Giuseppe Berretta e all’ex presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti. Un grande colpo per una giovane medica librinese tesserata nel 2017.

Dottoressa è anche, passando alla maggioranza, Sara Pettinato, eletta in Fratelli d’Italia. Senologa e oncologa all’ospedale Garibaldi di Nesima, 54 anni, attivista per la prevenzione dei tumori al seno, battaglia per la quale da 12 anni si impegna con la sua associazione. «È questa l’esperienza che voglio portare in Consiglio comunale: lavoro in un’azienda pubblica, so come funziona un’amministrazione e conosco il mio settore – spiega – Da noi ci si ammala di meno e si muore di più: una consigliera comunale può impegnarsi nelle campagne di prevenzione». La sua prima proposta? «Istituzionalizzare lo screening itinerante: quando l’ho fatto con la mia associazione, con la sponsorizzazione dei commercianti, in corso Italia abbiamo fatto sei diagnosi di cancro al seno in tre giorni. È un po’ come l’autoemoteca». Perché si è candidata con Fratelli d’Italia? «Ammiro molto Giorgia Meloni, è una donna forte. E poi niente succede per caso: l’avvocato Giuseppe Arena mi ha proposta, e Manlio Messina ha accettato di buon grado».

A chiudere il capitolo donne della maggioranza ci sono Paola Parisi, sorpresa di queste amministrative, eletta con In campo con Pogliese in accoppiata con il piccolo re locale delle preferenze Andrea Barresi, vecchia conoscenza di Palazzo degli elefanti; e Daniela Rotella, 38enne in lista con Forza Italia e accoppiata con il collega di lavoro Angelo Scuderi. «Lavoriamo insieme al Caf – spiega Rotella – Io ne ho uno da sola in viale Grimaldi, a Librino, da 16 anni. E con Angelo ne abbiamo aperto un altro in viale Moncada». Il «pallino» della candidatura glielo ha messo proprio Scuderi, consigliere circoscrizionale salito al Comune e dipendente di Pubbliservizi. «Faccio parte anche del direttivo della Misericordia – continua Daniela Rotella – Sono a contatto con molte persone, ma sono sorpresa: 913 voti, la prima candidatura… Vuol dire che nella vita ho fatto sempre il bene». Il suo proposito? «Come quello di Angelo», dichiara, usando con MeridioNews le stesse parole usate da Scuderi poco prima. «Avvicinare le periferie: Librino deve essere come Catania, invece le persone che vengono dal centro si perdono per strada». E che vuole fare a Palazzo degli elefanti? «Dare sostegno alle donne che vengono maltrattate».

Dal mondo dei Caf viene anche Giovanni Petralia, Forza Italia anche lui, allievo di Elio Tagliaferro e gestore di tre centri di assistenza fiscale in città: a Picanello, al Fortino e a San Giorgio. Petralia, 29 anni, si era candidato al Consiglio di quartiere cinque anni fa con la lista Primavera per Catania, seguendo le orme del padre già attivo nella circoscrizione. «All’epoca non mi è scattato il seggio – spiega Petralia – Ora anziché candidarmi al quartiere di nuovo ho tentato il Comune e ce l’ho fatta». Il passaggio da una lista di centrosinistra a una di centrodestra è dovuto, racconta, all’«inesperienza di quando ero più giovane, adesso ho cambiato idea». Anche a lui MeridioNews chiede quali siano i primi temi di cui intende occuparsi: «Le periferie. Coi Caf ascolto i lamenti della gente. Non ho fatto campagna elettorale là dentro, ma le persone mi chiedevano di votarmi, vedendo come le aiutavo». Altro argomento di cui vuole occuparsi è il turismo: «Liberare la Playa: troppi lidi, troppi ingressi e anche discoteche da pagare, servono più spiagge libere. E poi voglio revocare questo fatto del Lungomare liberato: residenti e commercianti sono contrari, me lo hanno detto in migliaia».

Anche Salvo Pogliese sindaco porta in Comune due consiglieri inediti: Luca Sangiorgio, volto di Forza Italia giovani a Catania ma candidato nella civica più forte; e Salvo Peci, imprenditore 47 anni, dal 1996 cliente dello studio commercialistico di Pogliese padre. «Mi occupo di comunicazione per aziende, rivendita di idrocarburi e organizzazione di eventi fieristici», afferma Peci, candidato per via della spinta di un gruppo di amici e imprenditori. «Mi occupo da tempo di ambiente e rifiuti, vorrei mettere al servizio della città l’esperienza in questo settore». Tra le sue priorità: «Un centro fieristico degno di questo nome a Catania e l’attenzione per il sociale: in primo luogo, voglio lavorare per l’accessibilità ai disabili di strutture pubbliche e private. È un tema che mi addolora per via della storia di una persona a me vicina, non è possibile che chi è diversamente abile debba rinunciare a una vita normale in città».


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