Rifiuti, spuntano un milione e mezzo di euro di debiti Le 18 fatture di Ipi-Oikos «da valutare attentamente»

Più di un milione e mezzo di euro. Centesimo più, centesimo meno. È questo il nuovo debito, senza copertura di bilancio e finanziaria, emerso da una recente ricognizione dei documenti dell’ufficio Ecologia del Comune di Catania. Una cifra che sarebbe già problematica di per sé, se non dovesse perfino fare i conti con il rischio di aumentare. Ciò potrebbe accadere per via dell’ordinanza del presidente della Regione Nello Musumeci sull’obbligo, per le amministrazioni che non raggiungono il 30 per cento della raccolta differenziata, di trasferire parte della spazzatura fuori dalla Sicilia, e a proprie spese. Secondo quanto appreso da MeridioNews, oltre un milione e 489mila euro Palazzo degli elefanti li deve alla Sicula trasporti, mentre 240mila euro e spicci è quanto sarebbe dovuto al raggruppamento temporaneo d’imprese Ipi-Oikos «per servizi straordinari rispetto al contratto» che, nel 2010, aveva loro affidato la gestione della raccolta della spazzatura in città.

I numeri parlano chiaro e sono sul tavolo dell’assessorato all’Ecologia a seguito di una richiesta di documenti formulata dalla nuova dirigente, l’ingegnera Agata Puglisi. È lei a certificare le principali criticità del settore individuando nei due debiti legati alla munnizza i problemi più pressanti per l’assessorato, assieme agli oltre 60 contenzioni che pendono come una spada di Damocle sugli uffici di via Pulvirenti. Alla Sicula trasporti, la ditta di Lentini che gestisce le discariche in cui vengono conferiti i rifiuti solidi urbani di Catania, il Comune deve quasi un milione e mezzo di euro in più per «conferimenti nel 2017». Cifre che, secondo i dipendenti del municipio, sono certamente dovute e per le quali dovrebbe essere avviata a breve la procedura per il riconoscimento del debito fuori bilancio.

Discorso diverso vale, invece, per i 240mila euro da destinare a Ipi-Oikos e che sarebbero la somma degli importi di 18 fatture legate al periodo che va da maggio 2011 a gennaio 2012. Anni prima, cioè, che le interdittive antimafia consegnassero le due aziende nelle mani dello Stato attraverso i commissari prefettizi. Oltre sette anni fa, 17 di queste fatture sarebbero state emesse per servizi senza copertura finanziaria, mentre la 18esima fattura sarebbe relativa – invece – a una operazione eseguita «senza disposizione scritta». Vale a dire, cioè, che per giustificarla a Palazzo degli elefanti non sono stati trovati documenti. La questione, scrive la dirigente Puglisi, «va molto attentamente valutata» e la sua soluzione si profila come tutt’altro che semplice. 

Anche perché gli stanziamenti attualmente previsti a bilancio per l’affaire rifiuti nel capoluogo etneo sarebbero, secondo la dirigente, «notevolmente insufficienti». Sia per via dei costi di conferimento dell’indifferenziato nell’impianto di trattamento della Sicula trasporti, sia per via dell’ammontare delle spese per la gestione della differenziata e dei rifiuti speciali. In totale, nel 2018, dovrebbero essere messi a bilancio quasi otto milioni di euro in più per rispondere alle necessità di quest’anno. Cifra che potrebbe essere rivista al ribasso e arrivare a poco meno di sette milioni di euro se, entro agosto, dovesse essere aggiudicata la gara ponte che si è conclusa lo scorso 25 giugno. In termini più semplici: nel bilancio non ci sono abbastanza soldi per gestire l’intero ciclo dei rifiuti solidi urbani catanesi. I beninformati dicono che l’eventuale aggiudicazione del mini-bando, con tutti i condizionali del caso, potrebbe avvenire entro fine agosto. In prima fila c’è la catanese Dusty, unica impresa ad avere presentato una offerta ritenuta valida. 

Capitolo a parte merita poi la questione amianto: il 3 luglio è scaduto il servizio di rimozione e bonifica dei siti e smaltimento dei materiali rinvenuti nel territorio comunale. Palazzo degli elefanti lo aveva predisposto nel 2017 ma, si legge nelle carte, per soli sei mesi dalla data di inizio effettivo del servizio, individuata nel 3 gennaio 2018. «I fondi sono stati impegnati nel 2017 – scrive la dirigente comunale – ma non sono state previste altre somme nel bilancio per l’anno 2018». Anche per questo serve trovare la copertura finanziaria e fare un nuovo affidamento. Sperando in tempi più brevi di quelli visti finora.


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