Acireale, firmato divieto balneazione a Capomulini Trovata eccessiva presenza del batterio delle feci

Divieto di balneazione temporaneo nel tratto di via Garitta nella frazione di Capomulini nel Comune di Acireale. L’ordinanza sindacale firmata dal primo cittadino acese Stefano Alì arriva, dopo gli esiti delle analisi dei campioni di acque dell’area interessata che hanno fatto emergere valori di Escherichia coli eccedenti rispetto ai limiti consentiti per legge. La decisione è stata presa «ai fini della salvaguardia della salute pubblica» dopo una nota dell’Azienda sanitaria provinciale in cui viene evidenziata un’alterazione dei parametri microbiologici dovuta alla presenza eccessiva del batterio più noto delle feci. Lungo il tratto interessato sono già stati apposti dei cartelli metallici in due lingue per informare gli aspiranti bagnanti. 

Appena quattro giorni fa, la stessa ordinanza era stata firmata anche dal sindaco di Aci Castello, Filippo Drago. In quel caso, presumibilmente, il motivo era uno sversamento a mare di reflui dovuto all’ostruzione della condotta fognaria. L’area compresa tra il lungomare Scardamiano e quello dei Ciclopi è rimasta interdetta solo per 48 ore. Il divieto temporaneo è, infatti, poi stato revocato. Rifatte le analisi, dentro l’acqua «è stato trovato di tutto – aveva spiegato Drago a MeridioNews – Numerosi pannolini ma anche tanti scarti alimentari come cozze, spaghetti e aragoste». 

Nonostante la revoca dell’ordinanza, Aci Castello e Aci Trezza già da diversi anni devono comunque fare i conti con i problemi della pulizia delle acque per la presenza degli scarichi a mare. Come quello all’inizio del lungomare Galatea, definito «fortemente inquinato» dai risultati delle analisi di Goletta verde 2018, la campagna di Legambiente per monitorare lo stato del mare. Le criticità potrebbero essere risolte con la nuova condotta fognaria, che però si confronta con i problemi della ditta che la sta realizzando

Altro tratto di costa da bollino nero è quello di Recanati, frazione di Giardini Naxos, la prima che si incontra venendo da Catania. Anche lì, già da alcuni giorni, non si può mettere piede in acqua perché vicino alla riva c’è una striscia con rifiuti di ogni tipo dagli escrementi agli assorbenti e dal fogliame ai pesci morti. Oltre a questo, sulla spiaggia sono stati notati anche esemplari di vermocane, animali urticanti la cui presenza non sarebbe legata all’inquinamento. Ma che contribuisce ad aumentare la rabbia e la preoccupazione dei villeggianti. Dal 4 luglio il sindaco Nello Lo Turco ha ordinato il divieto di balneazione nel tratto di spiaggia poco più a sud, tra la foce del fiume Alcantara (su cui scaricano diversi Comuni pedemontani) fino all’area denominata Acqua Park


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