NBL, i professionisti della briscola in cinque «Le carte? Non solo roba da vecchietti»

Una lega che organizza e regola tornei e competizioni di briscola in cinque. E che «si espone come promotore di questa disciplina in modo da portarla alla ribalta nazionale». Si chiama National Briscola in 5 League e non è un circolo di giocatori incalliti dai capelli bianchi, impegnati a scambiarsi lisci e carichi in una bettola malfamata o nella piazzetta di un rione di periferia, ma l’idea di un gruppo di ragazzi under 35 di Linguaglossa, in provincia di Catania, con la passione per il gioco di carte italiano tra i più famosi ed amati nel territorio etneo. «Quando si parla di briscola tutti storcono il naso o si mettono a ridere perché è vista come poco elegante – afferma Simone Stagnitta, classe 1988, presidente e socio fondatore della lega -, quando invece è un gioco di carte come tutti gli altri. Non va di moda come il poker, ma non per questo è roba solo da vecchi: conta molti appassionati, soprattutto tra i più giovani», assicura.

Nata il 9 gennaio 2010 «un po’ per scherzo, un po’ per passione, per creare dal piccolo qualcosa di professionistico», come spiega Stagnitta, la NBL è «una sorta di federazione sportiva» che conta 66 iscritti, «professionisti a tutti gli effetti, con uno statuto e delle regole ben precise. La sua origine, però, ha una storia che risale già agli anni ’90. «La lega – racconta il presidente – ha lo scopo di ufficializzare la Champions, ovvero un campionato ideato per gioco la notte di capodanno del 1999 da Giuseppe Barone (oggi socio fondatore insieme a Simone, ndr), Giancarlo Stagnitta, Sergio Barone e Benedetto Amata (tra i soci più anziani, ndr), e che ha dato vita al movimento degli appassionati della briscola. Il torneo – continua il presidente – si è svolto ogni anno fino al 2003, poi l’abitudine si è persa fino a quando, nel 2007, io e lo stesso Giuseppe Barone abbiamo deciso di ripristinarlo. Da lì, tanta gente ha cominciato a seguirci e a partecipare. Visto il successo ottenuto, abbiamo deciso di fare il salto verso il professionismo».

Oltre alla Champions, a cui possono accedere solo i giocatori con i punteggi più alti, la lega etnea, unica nel suo genere in tutta Italia, organizza diversi tornei (la 24 ore di briscola in cinque, la Confederations cup, l’International series) e una serie di amichevoli. Gli iscritti, carte alla mano, giocano nella versione Gingo, o a chiamata pazza, una variante più elaborata della classica a chiamata semplice, comunemente conosciuta nel territorio etneo come briscola pazza. «Una precisazione importante» che la NBL tiene a fare in quanto «sul territorio nazionale esistono diverse varianti del gioco». Le regole sono le stesse: si gioca in due contro tre e per formare le squadre, che non sono prestabilite, prima di aprire la mano si procede ad una fase di chiamata nella quale vengono definiti gli avversari e il seme di briscola. L’unica differenza sta nel pre-partita: nella versione Gingo, come si legge nel regolamento, per formare le squadre e assegnare il seme di briscola, viene fatta «un’asta iniziale nella quale i giocatori, a seconda delle potenzialità delle proprie carte, dichiararono di poter raggiungere con l’aiuto del compagno un certo numero di punti». Sul sito della league sono presenti anche due sezioni specifiche dedicate al ranking, un sistema di classificazione per giocatori professionisti, e alle statistiche dei singoli iscritti in base ai risultati ottenuti nei tornei ufficiali.

Dal 2010 la NBL è diventata un vero e proprio punto di riferimento per gli appassionati della briscola provenienti da gran parte del territorio provinciale. «Il nucleo è a Linguaglossa, da dove provengono anche la maggior parte dei membri – dice Stagnitta – ma ai nostri tornei partecipano giocatori di tanti altri paesi della zona ionica e di Catania». Ma nonostante il vasto seguito, per il momento la lega non ha intenzione di espandersi. «Da Palermo ci hanno chiesto di allargarci a livello regionale – racconta il presidente – e su facebook ci arrivano richieste simili in ambito nazionale, ma preferiamo rimanere come siamo. L’idea era nata come un divertimento per un gruppo di amici, e coordinare un movimento che opera già nella sola provincia è per noi un notevole dispendio di energie».

Proprio perché fondata sullo spirito del puro divertimento – come ci tiene ad assicurare Stagnitta – la lega nazionale della briscola in cinque è un’organizzazione no profit. «Il nostro movimento è senza scopo di lucro: non abbiamo costi né introiti, e le iscrizioni ai tornei sono gratuite», specifica. «Per la stessa ragione, ai vincitori non viene assegnato nessun premio materiale. L’unica premiazione è l’onore della vittoria, perché crediamo che un eventuale interesse per i premi possa destabilizzare l’equilibrio del gruppo». Un gruppo storico di amici, come lo definisce Simone: «I tornei sono anche momenti di aggregazione e ogni socio è estremamente importante per noi – spiega. Non siamo ancora un’associazione legalmente riconosciuta, e non abbiamo una sede. Ognuno di noi fa quello che può per mettere a disposizione gli spazi in cui disputare le gare». Quando si dice la passione.


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