Infermieri etnei cadono a terra in protesta «Siamo pochi, lavoriamo troppo e male»

Sono tutti caduti giù, come svenuti, in mezzo alla gente perché sono esausti. Gli infermieri della provincia di Catania hanno voluto manifestare così il loro disagio lavorativo questa mattina all’ospedale Cannizzaro. Lamentano di essere sotto organico e di non riuscire a offrire il servizio di cui il malato necessita e ha diritto. «Siamo pochi. In nessun ospedale della provincia si rispettano i livelli minimi per il numero degli infermieri», afferma Nicola Ferro, infermiere di cardiologia al Cannizzaro.

Il numero del personale è fissato dalla Regione tramite i Lea – livelli essenziali di assistenza – ma secondo la categoria in stato di agitazione le leggi dicono una cosa e nella pratica se ne fa un’altra. «Durante la notte, al Cannizzaro, in cardiologia, c’è solo un infermiere per venti persone quando invece dovrebbero essere almeno due» dice ancora Ferro. «La stessa situazione si presenta anche al Garibaldi», dichiara Nunzio Zerbo. Che specifica: «In terapia intensiva sia per adulti che per bambini non si rispetta il rapporto di uno a due nel caso degli adulti e di uno a uno nel caso dei bambini».

Ma non solo delle carenze di organico si lamentano gli infermieri della provincia di Catania, riuniti nel sindacato di categoria NurSind. «Manca la reperibilità aziendale in caso di malattia per cui il personale che sta male e non può venire a lavorare non viene sostituito» dice  Salvatore Barbagallo che opera in terapia intensiva al Cannizzaro. Ma c’è di più. Non riescono a compensare i riposi lavorativi, le ore in più non gli vengono retribuite, non hanno il supporto degli operatori Osa o Oss. «Non ci sentiamo rispettati nella nostra professionalità che negli anni, oltretutto, è sempre più specializzata» dice Vincenzo Neri del Garibaldi e collaboratore del direttivo del sindacato.

Sono venuti da tutta la provincia per lasciarsi cadere tra la gente, ma soltanto quelli fuori dal servizio perché hanno fatto la notte o magari perché in ferie. La loro, infatti, vuole sì essere una lotta sindacale, ma anche e soprattutto una lotta a favore degli utenti. Tutti con magliette bianche con su scritto infermiere esausto, hanno distribuito alcuni volantini ai passanti in cui si spiegano le loro motivazioni. «Vogliamo soltanto garantire la giusta assistenza ai malati che si rivolgono al servizio nazionale sanitario e invece non riusciamo a farlo in maniera ottimale» afferma Alfonso Megna infermiere presso l’Inps.

Al termine della serie di flash mob tra i vari reparti della struttura, i rappresentanti sindacali hanno incontrato il direttore generale dell’ospedale Cannizzaro  Francesco Poli. La loro richiesta è che si faccia interlocutore con l’assessorato regionale dei problemi della categoria. «Il manager ha fatto presente che sono in fase di espletamento, nell’ambito del bando per il comparto sanitario della Sicilia orientale, le procedure per l’assegnazione di 624 posti di infermiere, di cui 205 nella provincia di Catania, che dunque consentono un potenziamento della dotazione di personale infermieristico nelle aziende ospedaliere e sanitarie» si legge sul comunicato stampa.

In attesa dei prossimi incontri istituzionali per discutere del problema, gli infermieri della provincia etnea rimangono esausti. «Abbiamo lamentato i sintomi, ci facciano la diagnosi» conclude Nicola Ferro.


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