Gar, cento tamburi contro il doppio binario «Anche Vecchia Dogana ostacolo al mare»

Guardare gli Archi della Marina e vedere il mare. Ieri sera tanti automobilisti che percorrevano via Dusmet per qualche secondo sono rimasti a bocca aperta, catapultati nella Catania di due secoli fa, quando l’acqua entrava fin dentro la città e il rapporto col mare per i catanesi era cosa quotidiana. «Vorremmo che quello che è stato in passato, fosse anche il futuro della nostra città». Con questo proposito il Gruppo Azione Risveglio ieri ha realizzato un’originale installazione artistica proprio sotto l’antico viadotto: dei grossi teli di polietilene, materiale plastico con cui di solito i pittori coprono i mobili, attaccati sotto quattro archi, con alle spalle videoproiezioni di paesaggi marini. Obiettivo raggiunto. Chi arrivava da via Ponticello ha creduto di avere il mare a un passo. «Invece il rischio – spiega l’architetto Elisa Mazza, del Gar – se venisse realizzato il progetto delle Ferrovie per il raddoppiamento del binario, è che i catanesi non vedranno mai più il mare così vicino».

Dopo il flash mob organizzato dal Forum catanese per l’ambiente e la cultura, Catania torna a scendere in strada per dire no al piano di Rfi, che porterebbe all’abbattimento di alcuni edifici nella parte più antica della città, allontanandola definitivamente dalla costa. Ieri pomeriggio il corteo organizzato dal Gar è partito da piazza Roma e si è concluso proprio alla rotonda di via Dusmet, di fronte agli Archi, il viadotto che secondo le Ferrovie dovrebbe essere coperto da una calotta in plexiglass di sette metri. Una parata colorata e rumorosa, con l’assordante e continuo battere dei tamburi, i gruppi di danza africana, orientale, capoeira, i volti dei partecipanti tinti di azzurro come il mare. Perfino il sindaco Raffaele Stancanelli, che si è aggiunto al corteo in piazza Università, si è lasciato colorare il viso. Una presenza, quella del primo cittadino, non da tutti gradita. «È uno dei responsabili del degrado di questa città – rumoreggia Santo Russo mentre il sindaco si lascia fotografare con le danzatrici – se voleva partecipare poteva venire da semplice cittadino». Una protesta che però cade nel vuoto. Il sindaco rimane in piazza per un quarto d’ora circa, non prende la parola. Solo qualche foto e uno scambio di battute con gli organizzatori, con cui sembra esserci completa sintonia nel portare avanti questa battaglia.

Sono circa duecento i partecipanti al corteo lungo la via Etnea. «Sono qui perché non ho intenzione di scappare per dare un futuro a mio figlio – spiega Anna Petino – Il mare è di tutti, io odio i lidi. In montagna ci sono stabilimenti balneari?». Sotto gli Archi della Marina, punto di arrivo del corteo, il Gruppo Azione Risveglio ha realizzato un’altra installazione-provocazione. Un bar con tavolini, divanetti e pianoforte. «L’ambiente che ci sarebbe potuto essere se non avessero realizzato il parcheggio per la Vecchia Dogana», denuncia Salvo Grillo, portavoce del Gar. E stavolta non c’entrano le Ferrovie e la vecchia amministrazione. Il centro commerciale Vecchia Dogana, all’interno del porto, è stato inaugurato nell’ottobre del 2011. Ma allora nessuna voce istituzionale si ricordò del diritto al mare dei catanesi.

 

[Foto di Salvo Puccio]


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Ieri pomeriggio un corteo colorato e chiassoso ha attraversato il centro di Catania, per protestare contro il progetto delle Ferrovie dello Stato. All'arrivo, sotto gli Archi della Marina, un'installazione per mostrare quanto era vicino il mare alla città fino all'Ottocento e come potrebbe essere in futuro. Critiche anche contro il centro commerciale inaugurato nell'ottobre 2011. L'ultimo ostacolo, in ordine di tempo, tra i catanesi e il mare

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