Squali a Santa Tecla? Era solo un pesce luna L’esperto: «Animale innocuo, ama il sole»

«La gente quando va a mare sta stesa in spiaggia con la Settimana enigmistica, spalmandosi il solare. Per questo, quando va in barca, al largo, tutto quello che vede è una sorpresa». Anche un comune pesce luna che, nelle ultime settimane, viene sempre più spesso scambiato per uno squalo e filmato con il telefonino. L’ultima volta è successo al largo di Santa Tecla, lo scorso fine settimana. Le immagini, girate da una famiglia in gita, sono state inviate alla guardia costiera di Catania. Una settima prima, a riprendere l’innocuo pesce scambiandolo per un animale feroce erano stati un gruppo di ragazzi. Un abbaglio preso dai bagnanti tutti gli anni, ma che oggi si diffonde anche grazie alla tecnologia. «Qualche anno fa mi capitò la segnalazione di un’orca – racconta Luigi Lino, del Centro provinciale recupero fauna selvatica – Ci sono cascato, sono andato a vedere e si trattava di un pesce luna di un anno».

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Difficile, per un occhio esperto, scambiare i due animali. Diversa la forma: «a siluro quella dello squalo, più idrodinamico, quasi circolare quella del pesce luna», spiega. Una forma che gli ha fatto guadagnare il nome scientifico di mola mola, «dal latino, riferito alla ruota usata per macinare la farina». Diversa anche la pinna, che ricorda appunto una luna nel caso dell’innocuo pesce. Diversi, soprattutto, i comportamenti dei due animali. «Il pesce luna, quando c’è sole, sonnecchia in superficie e si lascia dondolare dalle onde». Per questo gli inglesi lo chiamano sunfish. Niente a che vedere con lo squalo, dall’andatura dritta e veloce. Ma a distinguerli con sicurezza non sono solo esperti e professori. «La mola la conoscono bene anche i pescatori – spiega Lino – Perché è un pesce comune nel Mediterraneo». Che viene anche lasciato tranquillo: la sua carne, infatti, non è commestibile all’80 per cento. E così può continuare a godersi il sole oltre i 200 metri dalla costa, dove è possibile incontrarlo.

Almeno fino a quando un gruppo di bagnanti non lo scambia con il suo feroce collega. «Eppure il pesce luna si può anche accarezzare – ride il professore – Solo che poi si spaventa e scappa via, immergendosi di nuovo». L’errore, secondo Lino, è tutto della dimestichezza con gli animali selvatici ormai persa dall’uomo. «Perché nel Mediterraneo certi tipi di squali li abbiamo davvero. E pure le balene. Ma, se lo diciamo, la gente non ci crede». Una mancanza di contatto con gli animali che porta più facilmente alla paura e a una certa tendenza all’esagerazione. «Una volta abbiamo trovato una natrice. Un signore continuava a ripetere “E’ quattro metri! Quattro metri!” – racconta – Alla fine misurava appena un metro e ottanta».

[Foto di Simone Carletti]


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Nelle ultime settimane, al largo delle coste etnee, si susseguono gli avvistamenti di presunti animali acquatici feroci. Ma le pinne immortalate con il telefonino dai bagnanti appartengono più spesso al mola mola, un pesce diverso, un po' pigro e soprattutto non pericoloso. «Il problema è che non siamo più abituati al contatto con gli animali selvatici», spiega Luigi Lino, del Centro provinciale recupero fauna selvatica. Guarda il video

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