Annullata la multa per i divieti di mafia «È illegittima», lo street artist vince il ricorso

Illegittima. Così è stata dichiarata la multa inflitta allo street artist catanese Anc che lo scorso gennaio aveva affisso dei «divieto di mafia» e «divieto di omertà» in giro per il centro città. Il giovane artista li avrebbe voluti installare in via Etneavia di Sangiuliano e piazza teatro Massimo. Ma l’incontro con un vigile urbano diligente aveva causato una multa da 398 euro, la sanzione minima prevista dal codice. Simili alla normale segnaletica stradale, ma con un messaggio diverso, i cartelli sono stati subito rimossi.

Il giovane è ovviamente soddisfatto della decisione del giudice di pace: «I segnali che avevamo messo erano chiaramente diversi dai normali divieti – spiega Anc – quindi non costituivano alcun pericolo. Si capiva che non erano regolari». Di parere opposto il vigile che ha elevato la multa, il quale sosteneva – blocchetto alla mano – «quando uno passa per la strada non è che legge la parola mafia, si ferma al segnale di divieto e si confonde».

«Abbiamo atteso il deposito delle motivazioni prima di dare la notizia», spiega Luca Cardarella che ha seguito il ricorso. «Ovviamente non abbiamo contestato il fatto in sé, ma l’errata verbalizzazione». Perché multare i cartelli antimafia, se in città reati dello stesso genere vengono puntualmente ignorati? D’altronde erano queste le stesse obiezioni rivolte dai passanti e dai lettori di CTzen che hanno animato anche un lungo dibattito. E i 22 cartelli che avrebbero dovuto costellare la città? «Per adesso non penso di riprovare. Non avrebbe lo stesso impatto», spiega Anc.

La vicenda catanese si è dunque risolta nella stessa maniera di quella raccontata da un nostro lettore valtellinese, Giulio Salvi. Anche la sua multa per duecento cartelli «io ucccido» – sì, con tre c – affissi sui tronchi di alcuni platani che ostacolavano la carreggiata è stata annullata nel 1991. Da allora, con alcuni volontari, si occupa di educazione civica sulle strade. Chissà che non accada una cosa del genere anche con i divieti di mafia e omertà all’ombra dell’Etna.


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Il giudice di pace ha annullato il verbale da 398 euro inflitto all'artista catanese Anc. Causa della contestazione, i cartelli con «divieto di mafia» e «divieto di omertà» affissi per le vie del centro di Catania. Secondo il vigile urbano che ha elevato la multa, i segnali antimafia avrebbero potuto confondere gli automobilisti. «Si capiva che non erano regolari», sostiene il giovane. Che al momento, però, preferisce non ripetere la provocazione

Il giudice di pace ha annullato il verbale da 398 euro inflitto all'artista catanese Anc. Causa della contestazione, i cartelli con «divieto di mafia» e «divieto di omertà» affissi per le vie del centro di Catania. Secondo il vigile urbano che ha elevato la multa, i segnali antimafia avrebbero potuto confondere gli automobilisti. «Si capiva che non erano regolari», sostiene il giovane. Che al momento, però, preferisce non ripetere la provocazione

Il giudice di pace ha annullato il verbale da 398 euro inflitto all'artista catanese Anc. Causa della contestazione, i cartelli con «divieto di mafia» e «divieto di omertà» affissi per le vie del centro di Catania. Secondo il vigile urbano che ha elevato la multa, i segnali antimafia avrebbero potuto confondere gli automobilisti. «Si capiva che non erano regolari», sostiene il giovane. Che al momento, però, preferisce non ripetere la provocazione

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