Chiusura Nokia Siemens, arriva la newco «Una nuova società col distretto Etna valley»

A salvare i dipendenti di Nokia Siemens networks potrebbe arrivare una newco, cioè una nuova azienda, completamente diversa dalla precedente. A formarla, secondo le prime indiscrezioni, sarebbero 18 aziende appartenenti al distretto produttivo Etna valley, che si sono dette aperte al contributo di quelli che adesso sono dipendenti e che, domani, potrebbero diventare imprenditori. Quali siano i nomi delle 18 imprese che hanno deciso di investire sul territorio è un’informazione top secret, quello che è sicuro è che esistono: «Per pensare di salvare i lavoratori a rischio disoccupazione era necessario che Nokia Siemens avesse delle aziende interlocutrici», spiega Luca Vecchio, vicesegretario nazionale di Ugl metalmeccanici. Adesso, quegli interlocutori ci sono e la trattativa diventa serrata e, soprattutto, riservata.

Era il 2 luglio 2012 quando la multinazionale delle telecomunicazioni ha inviato una lettera a dipendenti e sigle sindacali avvisandoli dell’inizio della procedura di mobilità per i 445 esuberi individuati in tutt’Italia. Da quella data, si sarebbero cominciati a contare i 75 giorni di tempo previsti dalla legge prima che venisse formalizzato il licenziamento che, a Catania, sarebbe stato uguale al 100 per cento degli impiegati della sede etnea. Cioè la chiusura dell’intero stabilimento e l’allontanamento definitivo del gruppo metà finlandese e metà tedesco dalla Sicilia. Perché la fuga era già cominciata a febbraio, quando era stato liquidato l’impianto di Palermo, e i suoi quattro dipendenti avevano avuto ordine di trasferimento all’ombra dell’Etna. Oggi, assieme alla notizia della newco, ne arriva un’altra: la mobilità è stata prolungata fino a fine settembre. «Sembra che vogliano permetterci di organizzare più serenamente il lavoro della nuova società che deve nascere», afferma Antonio Altana, delegato sindacale Fiom-Cgil.

In un mese denso di incontri istituzionali e richieste di chiarimenti, la decisione di Nokia Siemens networks non è cambiata, ma sono state trovate nuove possibili aperture. Il network abbandonerà l’Isola – delocalizzando in Portogallo il lavoro che finora si è svolto a Catania – ma probabilmente continuerà a collaborare con i suoi ex dipendenti catanesi che hanno gestito fino a questo momento i rapporti con alcuni dei più importanti clienti mondiali. Cioè gestori di telefonia mobile che si sono affidati ai tecnici etnei per consulenze sulle stazioni radio base, ovvero i ripetitori del segnale telefonico dei cellulari. «Nokia Siemens non esisterebbe senza i suoi clienti – spiega Altana – E sono stati proprio loro, gli operatori, che, alla luce dei licenziamenti, hanno chiesto continuità». Vogliono, in altre parole, rapportarsi con le stesse persone che li hanno sempre seguiti e con le quali hanno discusso in questi anni. «Sanno che con noi trovano la qualità e il network non può permettersi di perdere commesse».

«La newco si deve ancora costituire e gli accordi non sono stati stabiliti – frena Vecchio – Però è possibile che all’inizio la nuova società e quella da cui è nata continuino a collaborare». Poi è probabile che diventino concorrenti. «Dipende dal tipo di business che intendono mandare avanti e da quali rami dell’azienda vogliono cedere», precisa Antonio Altana. Anche lui, occorre precisarlo, è cauto: «Le condizioni devono essere stabilite e, sicuramente, andremo incontro a lunghe trattative e ad accordi di confidenzialità». La palla, adesso, è passata dalle istituzioni ai privati, che dovranno concordare i termini della collaborazione. «Quello che sta a cuore a tutti è che gli affari e il lavoro vadano avanti sullo stesso binario, e che questa storia si chiuda con la salvezza di tutti», dichiara il sindacalista. Qualcuno, però, ha già firmato il pacchetto offerto da Nokia Siemens a mo’ di buonuscita. È un accordo che prevede il pagamento di 20 mensilità oltre al trattamento di fine rapporto, in cambio delle dimissioni e della rinuncia a qualunque pretesa nei confronti della multinazionale. «Chi ha accettato aveva le sue buone ragioni – conclude Altana – Tutti gli altri, se le cose andranno per il verso giusto, avranno una possibilità di continuare a lavorare a Catania, mantenendo un alto profilo professionale».

Le risposte, comunque, arriveranno a fine agosto. «Il 7 settembre è previsto un altro incontro tra Nokia Siemens networks, il ministro del Lavoro e le parti sociali – dice Luca Vecchio – Bisognerà arrivare a quel tavolo con una situazione definita». Anche perché, con una newco tra le mani, «potremmo chiedere al ministero di sostenere una nuova iniziativa, nata a Catania dal niente».

[Foto di gnuckx]


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Un consorzio di 18 aziende appartenenti al distretto dell'Etna valley si sarebbe detto disponibile ad acquisire i lavoratori che la multinazionale delle telecomunicazioni ha deciso essere in esubero. Lo smantellamento della sede di Catania del gruppo è ormai una certezza, ma per i dipendenti si fa largo la speranza di trovare spazio in un'altra realtà, diventando anche imprenditori di se stessi, senza andare lontano

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