Wind Jet, settimana decisiva per la trattativa Cgil: «Tornare a volare? Servono 50 milioni»

Gli ultimi giorni di agosto si annunciano caldi per la Wind Jet. Mentre si attende la convocazione da parte del presidente Antonino Pulvirenti di un incontro con il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera – che dovrebbe tenersi entro la fine di questa settimana – stamattina i sindacati si sono riuniti in un vertice con il prefetto di Catania Francesca Cannizzo e l’assessore regionale ai Trasporti Beppe Spampinato. Due le richieste messe sul piatto dalle sigle sindacali: un protocollo di intesa con Enac e Sac per stabilire azioni di salvaguardia dei dipendenti delle aziende di handling dell’intero indotto e le soluzioni per far ripartire l’azienda. Tra queste, la possibilità di un finanziamento alla newcompany nata nei mesi scorsi dalle ceneri della vecchia low cost etnea per essere ceduta ad Alitalia. Prospettiva poi sfumata nelle scorse settimane.

«Per far ripartire la compagnia – spiega Carmelo De Caudo, segretario provinciale Filt-Cgil – serve un investimento di capitali per 50 milioni di euro alla newco già esistente, nata da una cessione di ramo aziendale». Realtà differente dalla vecchia low cost,  sottolineano i sindacati, svincolata da ogni debito e provvista di certificazione di operatore aereo (Coa). «Sarebbe errato – continua il sindacalista – fare riferimento su entità che, invece, non sono ancora nate».  Una possibilità attuabile solo se «la vecchia azienda si avviasse verso un concordato preventivo con i creditori, per evitare il sequestro degli aeromobili». Una strategia che, se attuata in accordo con almeno il 60 per cento dei creditori, congelerebbe i debiti di Wind Jet per un anno.

Tre le soluzioni prospettate dai sindacati per il reperimento dei finanziamenti: gli investimenti potrebbero pervenire da soggetti terzi interessati ad entrare nella compagine azionaria, da imprenditori – «come lo stesso Pulvirenti» – o da una società mista tra capitali pubblici e privati, messa in piedi con l’aiuto della Regione siciliana. A questo proposito, «stamattina si è tenuta una riunione a Palermo per vagliare come reperire fondi – spiega De Caudo – e i tecnici dell’Ars stanno valutando se è possibile inserire aiuti di Stato». Tutte prospettive che scongiurerebbero l’ipotesi di commissariamento, a detta dei sindacati «non utile a far ripartire l’azienda e dannosa per i lavoratori, per la compagnia e per l’intera economia dell’Isola».

Nel corso dell’incontro è emersa anche la necessità sempre più forte di tutelare il personale. «Abbiamo chiesto in Prefettura di convocare al più presto i vertici di Sac, Enac e delle società dell’indotto aeroportuale, per costruire il prima possibile una clausola sociale di salvaguardia dei posti di lavoro», spiega il sindacalista. Ma anche maggiori garanzie per i dipendenti dell’ex low cost. «All’azienda chiediamo il pagamento degli stipendi arretrati ai lavoratori. E al prefetto che interceda con il Governo per la firma del decreto attuativo per la cassa integrazione», afferma. Anche se i sindacati si augurano che possa essere solo una soluzione provvisoria in attesa del nuovo decollo della Wind Jet. «E’ fondamentale pensare ai lavoratori – sottolinea De Caudo -, non lasciarli in balia degli ammortizzatori sociali».

Si attende intato la decisione del patron del Calcio Catania, da giorni bloccata in un limbo di annunci e rinvii. «Stiamo aspettando la fine di questa settimana per capire quando il presidente Pulvirenti scioglierà questo nodo», afferma De Caudo. «Questa volta – annuncia – vogliamo essere presenti anche durante le trattative al ministero. Non come per i passati incontri con Alitalia». Per tutelare i lavoratori e far sentire anche la loro voce. Mentre, tra incertezze, riprotezioni, disagi e rincari, i siciliani si chiedono quando potranno ritornare a volare.


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