Wind Jet, la cordata presenta il piano Filt Cgil: «Sono fuori dal mondo»

Rilanciare la Wind Jet, con una flotta ridotta in cui impiegare i dipendenti a rotazione e un investimento di tre milioni di euro. Con cui garantirne l’operatività per almeno due mesi, trascorsi i quali la compagnia potrebbe nuovamente autosostenersi. È il piano messo a punto dal commercialista palermitano Salvo Tripoli per conto del gruppo di imprenditori e professionisti siciliani che la settimana scorsa ha annunciato di voler garantire la continuità aziendale tramite l’affitto per stralcio di ramo d’azienda. Il portavoce Roberto Corrao, titolare della Aviomed, azienda che si occupa del trasporto aereo di malati, lo ha presentato ieri durante una conferenza stampa al piano partenze dell’aeroporto di Catania. Ma la proposta non convince né la Filt Cgil che sta seguendo le vicende dei lavoratori, né Confconsumatori che assiste i passeggeri lasciati a terra dalla compagnia. E soprattutto non ha ottenuto nessuna risposta da parte dei vertici della società etnea.

«Useremmo i quattro aerei che la società di leasing ci metterebbe subito a disposizione, e ci occuperemmo del resto. Dalla vendita dei biglietti, con prezzi low cost, al pagamento dei salari per i piloti, i tecnici e gli operatori di terra che lavorerebbero tutti a rotazione», ha spiegato Corrao ai presenti dietro la biglietteria della Wind Jet. Al gruppo passerebbero quindi i servizi mentre la proprietà e i debiti rimarrebbero al presidente del Calcio Catania Antonino Pulvirenti. Che però non ha risposto ai diversi inviti che il gruppo di imprenditori dice di avergli rivolto. «Abbiamo inviato una prima lettera il 17 agosto, e un’altra il 30 e abbiamo invitato la proprietà a questo incontro, ma non ci hanno calcolato», sottolinea Corrao.

«La conferenza stampa stessa nasce dal fatto che l’azienda non li ha mai calcolati», commenta il segretario provinciale Filt Cgil, Carmelo De Caudo, secondo cui la proposta presentata dalla cordata è «fuori dal mondo». Innanzitutto, per il sindacalista «non si può parlare di rilanciare un’azienda mettendo in campo tre milioni di euro». Spiccioli con cui «comprare le caramelle», dice. Per poter volare, infatti, un’azienda deve «garantire per legge sei mesi di operatività e, neanche con i 50 milioni di euro che porterebbe l’ipotesi del rilancio aziendale tramite una newco con capitale misto, si può pensare di tornare a emettere biglietti in 15 giorni (tempistica suggerita da Corrao, ndr)», spiega De Caudo. Che confuta anche la proposta dell’impiego dei dipendenti Wind Jet a rotazione. «Non si capisce come dovrebbe avvenire, non potendo la nuova realtà aziendale usare la cassa integrazione che è stata concessa a un’altra azienda», afferma. Per lui «nessun lavoratore sarebbe tanto folle da rinunciare alla cassa integrazione per un contratto con una società che nasce con questi presupposti».

E i passeggeri si fiderebbero? «I consumatori non sono tifosi di nessuna squadra, per loro contano solo i prezzi concorrenziali», commenta Carmelo Calì, responsabile della sede etnea di Confconsumatori, che in questi giorni cerca di rispondere ai quesiti degli utenti lasciati a terra da Wind Jet. «Finora ci sono solo annunci e nessuna soluzione», dice Calì per cui la conferenza stampa di ieri è stato «un annuncio di un fidanzamento in cui uno dei due non sa di essere fidanzato».

Pulvirenti, che non risponde a Corrao e colleghi, intanto ha annunciato – di nuovo – che questa settimana sarà decisiva per il futuro della Wind Jet. E si attende un incontro per la settimana prossima al ministero per lo Sviluppo economico, in cui il patron del Calcio Catania dovrebbe illustrare le trattative in corso. Sembra che il suo staff stia lavorando a due soluzioni, entrambe da attuare tramite la nascita di una newco a cui non passerebbero i debiti della vecchia Wind Jet. La prima sarebbe – secondo quanto riportato dal quotidiano La Sicilia – un accordo con un gruppo imprenditoriale italiano o con una compagnia aerea europea e l’altra prevede la creazione di una società a capitale misto con il contributo dell’Irfis, l’istituto finanziario della Regione. «Una soluzione che garantirebbe i dipendenti», sottolinea De Caudo. A differenza dell’ipotesi di commissariamento avanzata dal ministero che, invece, per il sindacalista «metterebbe da parte i lavoratori e permetterebbe ad Alitalia di acquistare la compagnia per due lire».


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Il gruppo imprenditoriale che vorrebbe rilanciare la Wind Jet ha presentato ieri la sua proposta durante una conferenza stampa all'aeroporto di Catania. Rimetterla in moto, con una flotta ridotta su cui impiegare i lavoratori a rotazione e un investimento di circa tre milioni di euro per garantirne l'operatività per due mesi. «Un piano che potevano evitarsi» secondo il sindacato, e che non ha suscitato alcuna reazione da parte dei vertici della compagnia

Il gruppo imprenditoriale che vorrebbe rilanciare la Wind Jet ha presentato ieri la sua proposta durante una conferenza stampa all'aeroporto di Catania. Rimetterla in moto, con una flotta ridotta su cui impiegare i lavoratori a rotazione e un investimento di circa tre milioni di euro per garantirne l'operatività per due mesi. «Un piano che potevano evitarsi» secondo il sindacato, e che non ha suscitato alcuna reazione da parte dei vertici della compagnia

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