Unict, tasse raddoppiate e servizi ridotti Un ex studente: «Cara matricola, sarà dura»

Mi sono laureato pochi mesi fa. Talmente pochi da non essermi ancora abituato alla perdita dello status di studente che mi permetteva di entrare al cinema a prezzi scontati.
Sono arrivato all’atteso traguardo con anticipo rispetto alla sfigato-line sancita da Michel Martone. Non posso quindi essere considerato uno sfigato, anzi, io mi reputo fortunato. Molto.

Se mi fossi iscritto all’università quest’anno probabilmente non sarei mai riuscito ad ottenere il pezzo di carta: le tasse sono aumentate, le borse di studio diminuite e i posti letto nelle residenze universitarie sono stati drasticamente ridotti. Non sono sensazioni ma lucide considerazioni supportate dai numeri.

La prima rata di tasse dell’anno accademico 2004/2005 era di 245 euro, mentre la seconda rata, per i redditi più bassi, era di 60 euro. Chi frequenterà l’Ateneo etneo quest’anno dovrà pagare un primo bollettino di quasi 500 euro e una seconda rata che partirà da 130 euro. In pratica, rispetto al mio primo anno di iscrizione le tasse sono raddoppiate.

Mentre le tasse sono sensibilmente aumentate, i posti letto per gli studenti fuorisede sono stati dimezzati. Dai 1050 posti del 2004 si è passati ai 552 di quest’anno. Per i nostalgici è ancora online la pagina del sito dell’Ersu con l’elenco delle residenze di otto anni fa. Se siete matricole, navigare su quella pagina può essere un esercizio per capire cosa vi è stato negato.

La causa principale della riduzione di posti letto è stata la chiusura della residenza Hotel Costa che da sola garantiva oltre 303 posti. Altre cause sono da ricercare nell’incapacità di sostituire l’immobile di via Etnea con un altro. Emblematica, da questo punto di vista, è la residenza Toscano-Scuderi: dopo un restauro costato 6 milioni di euro la residenza è ancora chiusa per problemi di stabilità strutturale. Ha, invece, assunto i connotati di una telenovela dal finale amaro la costruzione della residenza Tavoliere, pag 8. Oltre trent’anni di carte bollate, progetti e rinvii per una residenza di circa 1000 posti letto che non vedrà mai la luce.

Con la chiusura dell’Hotel Costa è cessata anche l’attività della mensa che si trovava nello stabile. Se prima gli studenti potevano contare su tre mense, di cui due in centro città, ora le possibilità si sono ridotte a due. Per avere un pasto bisogna sudarselo, pazientare e fare la fila nell’unica mensa in centro città (Oberdan), oppure spostarsi in quella al Policlinico. In compenso però il tesserino mensa è iper-tecnologico e funziona con le impronte digitali!

Una sorte simile a quella delle residenze e delle mense è toccata alle borse di studio, anno dopo anno il budget dell’Ersu per questa voce è stato sensibilmente ridotto. Ammontano a poco più di 9 milioni di euro i fondi destinati alle borse di studio per questo anno accademico, l’anno passato erano quasi 11 milioni. Anche l’ufficio per il Diritto allo Studio dell’Ateneo ha dovuto stringere la cinghia. Nel  2009 sono state bandite 96 borse di studio per l’incentivazione e la razionalizzazione della frequenza universitaria, nel 2010 le borse sono diventate 48 e attualmente non si trova traccia di nuovi bandi per quest’anno accademico.

Numeri alla mano, negli ultimi anni, i costi che gli studenti universitari sono costretti ad affrontare sono raddoppiati, mentre i benefici sono stati dimezzati. Se mi fossi iscritto all’università quest’anno, molto probabilmente, non mi sarei mai potuto laureare. Quando ho iniziato la mia carriera universitaria ho ottenuto il posto letto dopo uno scorrimento di graduatoria, questo significa che inizialmente non ero tra i primi 1050. Oggi per ottenere lo stesso posto dovrei essere 500 posti più in alto in graduatoria. Lo stesso vale per la borsa di studio, il primo anno riuscì ad ottenerla solo molti mesi dopo l’inizio delle lezioni, e anche in questo caso grazie ad uno scorrimento di graduatoria. Se si considera che il primo anno si concorre a questo genere di benefici solo in base alla situazione economica familiare, pur risultando idoneo, quest’anno sarei rimasto senza posto letto e borsa di studio. Più che diritto allo studio un privilegio per pochi.

A questo punto mi sento di dover dedicare un paio di righe ai futuri universitari. Bisogna dirgli la verità, spiegargli che sono sfigati, ma non alla maniera di Martone.
Cara matricola iscritta all’università di Catania, devi sapere che per frequentare non devi solamente pagare e superare un test di ammissione ma devi fare a meno della metà dei benefici a cui io ho potuto concorrere. Come se questo non bastasse dovrai versare il doppio delle tasse. Lo so che è ingiusto, ma questa è la realtà e dovresti prenderne atto. Ti diranno che è colpa della crisi, non ammetteranno mai che è colpa di politiche (nazionali e locali) completamente senza senso. Troveranno sempre una causa esterna e lontana. Rimane un dato: se la tua famiglia non può sostenerti economicamente sarà dura laurearti. Durissima. In bocca al lupo!

Articolo di Roberto Sammito su Il Quaderno.it

 

[Foto di mejilopezvazquez]


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«Se mi fossi iscritto all’università quest’anno probabilmente non sarei mai riuscito ad ottenere il pezzo di carta». Questa l'amara constatazione di un neolaureato che, numeri alla mano, elenca spese e disagi che dovranno affrontare le matricole dell'ateneo di Catania. Tra tasse esorbitanti e servizi ridotti all'osso. «Bisogna dirgli la verità, spiegargli che sono sfigati, ma non alla maniera di Martone». Perché, rispetto a quando all'università ha cominciato ad andare lui, «i costi sono raddoppiati, mentre i benefici sono stati dimezzati»

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