Unict nella classifica del cattivo gusto Cuda: «Per il rettore siamo a Universilandia»

Università di Catania, ci viene autorevolmente ricordato è entrata nelle classifiche nazionali e internazionali di qualità. Fortuna che ancora non esistono le classifiche del ridicolo e del cattivo gusto. Là non ci sarebbe stata partita: tutti i possibili avversari (o competitors, come amano dire quelli che preferiscono briefing, governance, know-how, multitasking, ognuno si avvicina ai parametri internazionali come può) stracciati senza pietà.

Cosa sarà mai successo da rendere tali eventuali primati inattaccabili? Niente di che, se consideriamo che ancora ieri la stampa nazionale (Repubblica, Il Corriere della Sera) si occupava di Unict per via di un concorso in cui, se ricordiamo bene, una laureata in botanica aveva vinto una cattedra di geologia (o qualcosa del genere), o un esimio cavaliere del lavoro, e più di recente stabile ospite delle patrie galere, veniva insignito in pompa magna di laurea honoris causa. Nelle ultime settimane, come se non bastasse, la stampa nazionale (ma anche tanti normali cittadini, docenti e studenti) ha documentato allibita la notizia della nomina del fratello del rettore ai vertici della web Tv dell’Ateneo. Ancor più dannose le repliche alla vicenda: il fratello del rettore non vuole essere pagato (vi è una norma della legge Gelmini sull’argomento, egli dimentica). Ma nemmeno una parola, per carità, sulla colossale inopportunità etica e politica di una tale nomina, con un fratello-rettore spasmodicamente attento al suo ruolo politico e ansiosamente pronto (chissà, quante voci) per il grande salto nell’agone elettorale.

I fatti che ultimamente indirizzano i riflettori di stampa e nuovi media sull’ateneo catanese (ma anche, purtroppo, quelli della Procura della Repubblica) sono, sinteticamente, questi: un militante politico zelante diffonde attraverso i canali di posta dell’ateneo e tramite indirizzari noti solo a chi ne fa parte e adibiti a usi istituzionali il santino elettorale di una dirigente scolastica che vorrebbe diventare parlamentare regionale. Rapidamente emerge che la candidata è la mamma del militante (prima coincidenza) e che il papà di costui (e marito della predetta) è membro dello staff del magnifico rettore (seconda coincidenza). Il partito nelle cui liste campeggia il nome della benemerita candidata è lo stesso coordinato dal rettore magnifico sino a poco tempo fa (terza coincidenza); tale vicenda fa il paio infine (quarta coincidenza) con una gestione strana assai della mailing list dell’Ateneo e dei suoi servizi informatici, già stigmatizzata dalle sigle sindacali e oggetto di un ennesimo contenzioso.

Naturalmente, al vertice dell’ateneo nessuno sa niente. Quando la vicenda arriva su alcune testate on line, si fa circolare un primo comunicato in cui si stigmatizzano genericamente gli usi degli indirizzari d’ateneo per scopi politici. Ma quando il castello delle coincidenze si materializza in tutta la sua imponente fisionomia, arriva un secondo comunicato. Questo veramente da manuale. Vi si descrive la crisi economica mondiale, nazionale, locale; gli scenari di difficoltà e disagio che essa produce (solo i tempi stringati della frenetica – ma anche oculatissima – attività amministrativa hanno sconsigliato di partire da Adamo ed Eva). Si fa appello alla necessità di comprendere quanto sia maledettamente difficile tenere il timone della nave dritto in un mare così tempestoso («È uno sporco lavoro, ma qualcuno lo deve pur fare», direbbero in un film americano). Infine si conclude con un invito ecumenico alla concordia e all’unità (un grande, tenero, dolcissimo volemose bbbene!) per superare insieme gli ostacoli che il destino cinico e baro ci mette di fronte, senza enfatizzare qualche piccolo, sia pur disdicevole, episodio di irregolarità (più che altro «ragazzate», esagerate dai soliti cattivi sempre dietro l’angolo) che però deve restare ai margini dell’amore cosmico che regna a Universilandia e che rende tutti felici e sognanti come bambini.


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