Sidra, il Comune difende la privatizzazione Il Forum: «Dichiarazione incostituzionale»

«La decisione di scegliere un socio operativo di minoranza per la gestione del servizio idrico Sidra è perfettamente coerente con l’esito dei quesiti referendari: l’acqua è un bene comune e tale rimane». Sono queste le parole dell’assessore alle Partecipate del Comune di Catania, nonché vicesindaco, Roberto Bonaccorsi e pubblicate sul sito del’amministrazione etnea, in risposta alla protesta di ieri del Forum catanese acqua bene comune. La precisazione, però, piuttosto che calmare la polemica accende di più gli animi degli oppositori.

Viene contestato il piano di dismissioni delle società partecipate approvato dalla giunta guidata dal sindaco Raffaele Stancanelli e in attesa di essere discusso in consiglio comunale. Un progetto che prevede, tra le altre cose, la cessione del 49 per cento della Sidra, la società che si occupa di risorse idriche. «Una proposta che calpesta lo spirito referendario – la definsce Sara Giorlando, avvocato del Forum – perché il secondo quesito abrogava il principio della remunerazione del capitale investito e quindi diceva chiaramente no al profitto. Che interesse avrebbe un privato a gestire la Sidra senza trarne guadagno?».

Secondo il vicesindaco non ci sono problemi di sorta perché «la previsione della sola cessione di una quota di minoranza al socio operativo è perfettamente compatibile con gli esiti referendari i quali hanno stabilito che l’affidamento della sola gestione del servizio idrico non deve avvenire più tramite gara pubblica bensì mediante cessione, proprio quello che il Comune intende fare», precisa.

Per i componenti del Forum dell’acqua però tali dichiarazioni «sono molto gravi» e non supportate né dalla legislazione italiana né da quella europea «Mai, né prima né dopo il referendum è legittimo affidare i servizi pubblici locali senza una gara pubblica. La cessione di cui parla l’assessore non esiste da nessuna parte», afferma Giorlando. Secondo i sostenitori del forum, l’azione portata avanti dal Comune di Catania non solo andrebbe contro il referendum – e in particolare il secondo quesito per cui non è possibile privatizzare l’acqua – ma sarebbe anche incostituzionale, così come presentata dal vicesindaco.

Roberto Bonaccorsi, inoltre, fa il punto sulle società partecipate «che negli anni si erano distinte più come soggetti di moltiplicazione di luoghi di potere e di rappresentanza con un differenziale spesso negativo tra costi e benefici sociali». Per sua ammissione, dunque, si tratta di una cattiva gestione delle partecipate fino ad oggi, ma la cessione di una quota della Sidra viene presentata come una soluzione positiva. «La previsione di affidare a un socio operativo di minoranza la gestione e l’affidamento del servizio pubblico è finalizzata a valutazioni di efficienza, efficacia ed economicità che ciascuna organizzazione pubblica deve garantire anche con riferimento alla qualità dei servizi che deve offrire agli utenti», scrive ancora nella sua nota il vicesindaco. Una dichiarazione alquanto contraddittoria. «Ma dove è stato l’assessore o l’organo competente in questi ultimi cinque anni?», si chiede Danilo Pulvirenti, membro anche lui del Forum.

I componenti del Forum dell’acqua bene comune, se da una parte non accettano per nulla la decisione della giunta comunale, dall’altra si mettono a disposizione per discutere insieme una soluzione alternativa. «Discutiamone, dialoghiamo insieme per una diversa soluzione che non preveda la privatizzazione», dice Pulvirenti. «Siamo stanchi di sentire promesse che poi non vengono mantenute», conclude.


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L'assessore alle Partecipate e vicesindaco dell'amministrazione etnea Roberto Bonaccorsi risponde alla protesta organizzata ieri dal Forum catanese acqua bene comune a proposito della cessione a privati del 49 per cento della società di gestione dell'acqua cittadina. «La scelta è perfettamente compatibile con gli esiti referendari», dice l'assessore. Ma secondo i sostenitori del Forum la cessione è incostituzionale: «Bonaccorsi non ha capito lo spirito del referendum»

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