Etichette alimentari in Braille per non vedenti L’idea «accessibile» di una giovane catanese

«Immaginiamoci ciechi. Il mercato alimentare per noi è inaccessibile. C’è una barriera tra noi e il cibo. Che può essere abbattuta con il Braille». Imprimere il sistema di scrittura per non vedenti sulle etichette dei prodotti alimentari, per permettere a chi non può vedere di scegliere consapevolmente quello che compra. Per abbattere il muro della diversità. Si chiama Brand for all ed è l’idea di una 27enne catanese, Egle Zapparrata, brillante neo-laureata all’università di Palermo in Comunicazione d’impresa e pubblicità, giornalista e comunicatrice di professione, che ritiene «l’accessibilità un diritto inviolabile». Con cui adesso concorre – con ottimi risultati – al premio Barilla Cfn Youg Earth Solutions (YES!) dedicato a giovani studenti e ricercatori universitari. Nata per raggiungere uno scopo: aprire il mercato ai consumatori non vedenti, proponendo una soluzione facile da applicare, economica ed utile anche alle aziende.

«Per queste persone è valida l’espressione “comprare ad occhi chiusi”», spiega Egle. «La mia idea vuole risolvere questo problema, dare consapevolezza alimentare e informazione a tutti i consumatori». Lasciando scegliere anche a chi può farlo solo leggendo con le dita. «Per mettere in pratica il progetto – racconta – sono entrata bendata nella mia dispensa per prendere i biscotti con cui faccio colazione la mattina, e i risultati sono stati disastrosi», racconta. «Pensi di conoscere quello che c’è dentro ma per le persone con disabiltà visive non è così. Il semplice tatto del packaging a loro non basta perché le confezioni sono tutte uguali. Scegliere consapevolmente è impossibile. Senza parlare della percezione della qualità. Qualcun altro sceglie per te con i tuoi soldi, e questo non va bene», sottolinea.

Egle Zapparrata, ideatrice del progetto “Brand for all”

Una soluzione che va oltre il pietismo. «I non vendenti – sottolinea Egle che, «fortunamente normodotata», ha conseguito la laurea specialistica una con tesi sperimentale stampata in Nero-Braille su tempo libero e disabilità – sono persone con diritti, che devono essere rispettate per quello che sono. Anche come consumatori che comprano, spendono e si fidelizzano ad un prodotto. E che fanno girare l’economia, con benefici per tutti». Perché, «solo se il mercato soddisfa una domanda può ritenersi un mercato che funziona».

L’idea, oltre ad essere utile e semplice da mettere in atto, e pure conveniente per le aziende. «In base ai dati certi su quello che è stato fatto, si tratta di un’implementazione dai costi molto contenuti, che equivalgono al due per cento nel totale della produzione. Una briciola, che però può aprire il mercato ad una nuova fetta di possibili acquirenti per cui, senza questo tipo di sistema, la marca invece non comunica, è muta». E che è stata già messa in pratica in Croazia – «su confezioni prodotte in Italia» – con ottimi risultati. «Non c’è genialità, ma solo voglia di diffondere qualcosa che dovrebbe essere normale: una comunicazione per tutti», afferma Egle. «Il sistema di Brand for all può essere adottato, il punto è volerlo».

Un progetto, quello di Egle, importante ed ambizioso, che non è sfuggito a chi l’ha votata per entrare tra le trenta più brillanti idee – scelte tra centinaia di progetti presentati dai giovani di tutto il mondo – che concorrono alla sezione Best on the web del premio Barilla Cfn. E che adesso la vede in testa alla classifica, raggiungendo il maggior numero di consensi su Facebook, portandola ad un passo dalla vittoria. Infatti, ad agguidicarsi il primo posto sarà proprio l’idea che raccoglierà più mi piace sul social network di Mark Zuckerberg. «Il vincitore otterrà un riconoscimento di prestigio», spiega Egle, già soddisfatta del risultato ottenuto. Il suo progetto, insieme a quelli dei 29 colleghi, farà bella mostra di sé sui poster espositivi che per per due giorni tappezzeranno le pareti del forum Barilla 2012 all’università Bocconi di Milano. Una vetrina importante per lei, utile ad avvicinare possibili acquirenti e farsi conoscere dalle aziende. «Speriamo!», si augura la giovane giornalista, che ci anticipa, seppur con qualche riserva e con le dita incrociate, che potrebbe già esserci qualche possibilità di trasformare Brand for all in realtà.

L’appuntamento con la premiazione è per il 28 e 29 novembre. Per votare l’idea di Egle è possibile collegarsi sul sito di Barilla Cfn Yes a questo link, scorrere tra le schede, cercare Brand for all e cliccare sul tasto «mi piace».

«Sovrascrivere in Braille i packaging – si legge nella presentazione dell’idea – è la più semplice delle soluzioni, una pratica che potrebbe essere facilmente diffusa in tutti i settori commerciali per le confezioni in carta e cartone. Le tecnologie esistenti consentono di applicare un’incisione ottimale e duratura». Per ridare dignità e consapevolezza al consumatore non vedente. Perché, come sottolinea la giovane ideatrice, «una persona può essere svantaggiata dal punto di vista fisico, ma il peso del sua disabilità è dato dal contesto che non si adegua. E la gravità dell’handicap sarà maggiore in una società non attrezzata per superarlo». Abbattere le barriere, anche a piccoli passi, partendo dalle abitudini quotidiane, non è impossibile. Basta volerlo.

[Foto di reinvented e Egle Zapparrata]


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Imprimere il sistema di scrittura per non vedenti sulle confezioni dei prodotti alimentari, per pemettere a chi non vede di scegliere consapevolmente, aprire il mercato ed abbattere le barriere della diversità. Si chiama Brand for all ed è il progetto di Egle Zapparrata, 27enne etnea comunicatrice di professione. Che è stata selezionata tra le 30 proposte più brillanti presentate - da giovani di tutto il mondo - al premio Barilla Cfn Youg Earth Solutions. La sua idea è già in testa. Per votarla c'è tempo fino al 28 novembre

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