Prefettura, uomo minaccia di darsi fuoco «Enti pubblici ci devono un milione di euro»

«Quanto ci devono Prefettura, Comune e altri enti pubblici? Forse è meglio se si siede… Un milione di euro». Sorride amaro Riccardo Squillaci, collaboratore di Alfio Di Gregorio, 60 anni, l’uomo che stamattina ha minacciato di darsi fuoco davanti alla prefettura del capoluogo etneo. Insieme gestiscono la Etna parking di Nicolosi, deposito giudiziario di soccorso stradale convenzionato con diversi enti pubblici «che non pagano da cinque anni», spiega Squillaci. Oggi, dopo l’ennesima risposta negativa dagli uffici, l’uomo si è presentato in via Minoriti, si è cosparso di liquido infiammabile e ha minacciato di farsi avvolgere dalle fiamme con un accendino. «Forse per lo stress, forse per le esalazioni ha avuto un malore ed è stato portato in ospedale», riferiscono i carabinieri sul posto. L’uomo è adesso al Vittorio Emanuele di Catania.

«Ieri in prefettura ci avevano detto che non ci sono fondi e che la Banca d’Italia è chiusa per un mese, belle ferie», dice Squillaci. La goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso, già colmo, di Alfio Di Gregorio. Da tempo in difficoltà a causa dei mancati pagamenti. «Prima l’azienda aveva sei dipendenti: custode, amministrativi, tutto quello che serve – spiega il socio – Adesso sono sempre di meno. Al deposito manca l’acqua e anche a casa del mio socio. Non ci sono più soldi». L’uomo racconta di trovarsi sul luogo della protesta di Di Gregorio per caso. «Stamattina l’ho cercato prima in deposito e poi a casa, dove la moglie pensava fosse al lavoro – spiega – Poi mi ha chiamato un amico, che l’ha incontrato qui per caso in via Etnea, e l’ho raggiunto». Squillaci, comunque, non sembra preoccupato dalla minaccia del collega di darsi fuoco. «Purtroppo, se non facciamo così, non ci ascolta nessuno», aggiunge.

[Foto di Leonardo Zanchi]


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Alfio Di Gregorio, 60 anni, gestisce un deposito giudiziario convenzionato con Prefettura e Comune. Che però non pagano da cinque anni. Così stamattina ha deciso di cospargersi di benzina davanti agli uffici etnei minacciando il suicidio. Colto da un malore, è stato trasportato all'ospedale Vittorio Emanuele. Il socio: «Purtroppo, se non facciamo così, non ci ascolta nessuno»

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