Sant’Agata, rivalsa dietro la rissa a Piscaria «Questioni d’onore tra i portatori sostituiti»

Sarebbe stata una rivalsa, e non una scommessa, a scatenare la rissa tra i portatatori delle candelore di pescivendoli e fruttivendoli alla Pescheria, la mattina del 3 febbraio. Quando – come documenta un video di Andrea Di Grazia sul Corriere del Mezzogiorno – il folkloristico rito a suon di musica che apre la tre giorni dei festeggiamenti in onore di Sant’Agata, in cui i due cerei, impegnati nella annacata, si incontrato e si salutano con il tradizionale bacio, si è trasformato in uno scontro in cui sono volati schiaffi, urla e spintoni. A placare gli animi solo l’intervento di alcuni presenti, che hanno tentato di fare da pacieri, e la ricerca di un accordo per ristabilire l’ordine e proseguire con la conclusione.

Tutto inizia quando il cereo dei pisciari tocca terra prima di quello dei fruttivendoli, per poi rialzarsi. Qualcosa non va e i portatori dei due gruppi cominciano a litigare pesantemente. «Io non li ho mai visti (fare i mafiosi)! A tutti e due che non hanno soldi per piangere», commenta qualcuno tra la gente che, per godersi lo spettacolo, affolla la piazzetta sullo sfondo degli Archi della Marina. Infatti, dalle affermazioni di alcuni presenti, pare che ad originare lo scontro siano stati problemi di soldi: una scommessa clandestina con in palio migliaia di euro. A vincerla, la candelora che riesce a resistere più tempo in piedi. La posta in gioco, concordata prima dalle due squadre.

Una bisca la cui dinamica  è riportata dal racconto di una ragazza che assiste alla scena dal balcone di un locale che si affaccia sulla Pescheria. E che pare non essere la novità di quest’anno. «L’anno scorso hanno vinto qualli di questa candelora», spiega indicando il cereo dei fruttivendoli. Ma con una squadra differente. I portatori, infatti, secondo quanto si evince dal video, sono quelli che nel 2012 hanno portato la candelora dei pescivendoli.

Ed è proprio questo scambio a non convincere alcune fonti interne al mercato ittico – luogo da cui proviene la maggior parte dei sostenitori del cereo dei pescivendoli – sulla scommessa come origine della rissa. Secondo cui «ci sono tante cose brutte ma questa mi sembra tirata fuori da chi la festa non la conosce e vuole fare notizia», raccontano a CTzen. Si tratterebbe invece di una «questione d’onore» dovuta allo «scambio di casacche dall’anno scorso a quest’anno, e magari c’era un sentimento di rivalsa». Pare, infatti, che le due squadre si fossero «messe d’accordo per posare la candelora insieme, invece i fruttivendoli sono rimasti in piedi, appunto per rivincita, per dimostrare che hanno fatto male a sostituirli». Una «tagliata di faccia» che avrebbe scatenato lo scontro tra i portatori. Anche per una questione di prestigio del cereo che giocava in casa alla Pescheria. «La candelora dei pescivendoli è la più sentita dai devoti e già prima della festa si erano lanciati segnali di sfida, forse se le erano proprio promesse».

Intanto, a pace fatta, sulla vicenda si tende a minimizzare. «Nessuno parla e se dice qualcosa è la classica frase “no, non è successo niente, solo un malinteso”». Un malinteso finito alla mani e che, qualunque sia la sua origine, getta ulteriori ombre sulla già contestata gestione della processione e di alcune candelore, dal 2008 sotto processo per presunte infiltrazioni mafiose. Ai danni di chi, dal 3 al 5 febbraio, si aspetterebbe di assistere solo a spettacoli di folklore, fede e devozione. Come la ragazza del video che, tra i «vergogna» che provengono dalla folla, si abbandona ad un incredulo commento. «Non credo sia una cosa normale che facciano una scommessa in una festa religiosa».

[Foto di giopuo]


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Non sarebbe una scommessa sulla durata dell'annacata ad aver originato lo scontro a suon di schiaffi e spintoni tra i sostenitori dei cerei di pescivendoli e fruttivendoli la mattina del 3 febbraio, ma una «tagliata di faccia» per vendicare alcune sostituzioni tra le due squadre. Che si erano «messe d'accordo per posare la candelora insieme, invece i fruttivendoli (ex pisciari) sono rimasti in piedi per rivincita», trapela da alcune fonti interne al mercato ittico

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