Cibali, scuola Meucci deve essere aggregata Il quartiere difende l’unico presidio di legalità

Non sempre i numeri hanno ragione. Soprattutto quando si parla di scuole, spesso unico presidio di legalità in diversi quartieri a rischio di Catania. È il caso dell’istituto comprensivo Corridoni-Meucci di Cibali, che secondo il piano di ridimensionamento scolastico elaborato dal Comune e ora al vaglio dell’assessorato regionale, è destinato ad essere aggregato alla scuola Federico De Roberto, che si trova in un’altra zona della città. Aggregare significa che la struttura rimane, ma perde autonomia e identità, viene azzerata la presidenza, viene ridotto il personale amministrativo, così come i collaboratori scolastici. Ma quel che più conta, si rischia di perdere contatto dal quartiere che negli ultimi anni ha vissuto in simbiosi con la scuola.

È questo il motivo per cui la preside, gli insegnanti, associazioni, le parrocchie, gli oratori hanno fatto fronte comune per difendere la sopravvivenza dell’istituto. «Cibali è un territorio a rischio – spiega la preside Antonella Maccarrone – a forte marginalità sociale e con tasso elevato di alunni stranieri e la scuola rappresenta l’unico presidio culturale». A rendere meglio l’idea della battaglia che si combatte ogni giorno è Agatino Lanzafame, consigliere della VI municipalità. «E’ una lotta quotidiana tra chi vuole affermare un sistema valoriale pulito, e questo istituto è in prima fila, e chi cerca di imporne uno opposto con la violenza».

Il piano di ridimensionamento scolastico voluto dal ministero dell’Istruzione e approvato con la finanziaria del luglio 2011 impone la sopravvivenza delle scuole elementari e medie con più di 600 alunni. In Sicilia ci sono 1002 istituti autonomi, di cui 171 sottodimensionati. È compito dei Comuni, che dovrebbero conoscere meglio il territorio, dire come procedere agli accorpamenti, mentre alla Regione spetta l’ultima parola. La Corridoni-Meucci nell’ultimo anno ha avuto 520 iscritti, con un incremento di 40 alunni rispetto all’anno precedente. Un aumento dovuto al lavoro della preside, da due anni a Cibali, e degli insegnanti. «Noi abbiamo sempre accolto tutti a differenza di altre istituzioni: – spiega Maccarrone – bambini appartenenti a famiglie con disagio socioeconomico e ragazzi stranieri. Alcuni genitori perbenisti hanno preferito iscrivere altrove i loro figli, così abbiamo perso le famiglie su cui si poteva contare di più. Negli ultimi due anni abbiamo invertito questa tendenza e ora il numero degli iscritti è in aumento».

La scuola è diventata così presidio di legalità e di lotta alla criminalità che nel quartiere aumenta, colpendo con azioni vandaliche, furti e aggressioni i più deboli, ma anche associazioni, parrocchie e cooperative. Per contrastare questo fenomeno l’istituto ha promosso progetti regionali sulla legalità, laboratori per parlare di omertà, bullismo, lavoro, rispetto dell’ambiente e del territorio. Nell’ultimo anno i ragazzi della Corridoni-Meucci si sono aggiudicati il primo premio nel concorso nazionale di teatro sul tema «Umanità animale e animalità degli uomini». Ma di fronte al rigore dei numeri tutto questo non è bastato e adesso il rischio è perdere questa dirigenza, e adattarsi alle decisioni che verrebbero prese in un’altra scuola di un altro quartiere, con altre esigenze e priorità.

«Chi non vive qui non capirà mai i problemi di Cibali – sottolinea don Roberto Magiagli, parroco nella chiesa “Natività del Signore” e insegnante di religione – noi abbiamo bisogno di un preside che sta sulla strada, che si sporca le mani». Dal lunedì al venerdì don Roberto apre le porte della parrocchia al doposcuola e le insegnanti che prestano servizio volontario ogni pomeriggio sono le stesse che la mattina ritrovano i ragazzi sui banchi della Meucci. Un circuito virtuoso che rischia di essere spezzato. La protesta si accompagna ad una controproposta. A fine gennaio la preside inviò al sindaco Raffaele Stancanelli una lettera con una soluzione alternativa: aggregare alla Corridoni-Meucci il plesso di via Merlino, con circa 250 alunni e appartenente all’altra scuola di Cibali, la De Amicis. «Entrambi gli istituti sarebbero passati ad una popolazione scolastica di 750 alunni e sarebbero sopravvissute», scriveva Maccarrone.

Proposta non accolta dal Comune. La rabbia aumenta considerando che nel ridimensionamento attuato nel 2009, all’epoca della fusione della Meucci con la Corridoni, proprio alla Meucci era stata tolta una succursale con 350 alunni, poi assegnata alla scuola De Sanctis, successivamente pure questa ulteriormente dimensionata. «Mi chiedo quale sia l’obiettivo che il Comune si prefigge quando elabora il piano di ridimensionamento. Non certo il bene delle scuole», afferma la preside. L’ultima speranza è riposta adesso nel presidente della Regione Rosario Crocetta e nell’assessore alla Formazione Nelli Scilabra che dovranno firmare il decreto. «La normativa sul ridimensionamento tiene conto della gravità della dispersione scolastica e delle condizioni socioeconomiche del territorio – conclude Maccarrone che ha inviato a Palermo una lettera – chiediamo che questo presidio di legalità venga salvato».


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Secondo il piano di ridimensionamento delle scuole voluto dal ministero e approntato dai comuni, sopravviveranno solo gli istituti scolastici con più di 600 alunni. A farne le spese nel difficile quartiere di Cibali è la Corridoni-Meucci, unico presidio di legalità della zona, che accoglie bambini stranieri e con disagi socioeconomici. La preside, gli insegnanti, il parroco e le associazioni si sono mobilitati e hanno avanzato una controproposta che il sindaco Stancanelli ha però rifiutato. Ma l'ultima parola spetta alla Regione

Secondo il piano di ridimensionamento delle scuole voluto dal ministero e approntato dai comuni, sopravviveranno solo gli istituti scolastici con più di 600 alunni. A farne le spese nel difficile quartiere di Cibali è la Corridoni-Meucci, unico presidio di legalità della zona, che accoglie bambini stranieri e con disagi socioeconomici. La preside, gli insegnanti, il parroco e le associazioni si sono mobilitati e hanno avanzato una controproposta che il sindaco Stancanelli ha però rifiutato. Ma l'ultima parola spetta alla Regione

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