Muos, Piazza Armerina scrive al Papa «La guerra sarà a portata di joystick»

«Caro Papa Francesco». Inizia così la lettera indirizzata al pontefice dal comitato No Muos di Piazza Armerina. Una piccola delegazione di attivisti prenderà parte alla veglia e al digiuno promossi per oggi da Papa Bergoglio in piazza San Pietro, a Roma, per la salvaguardia della pace. I manifestanti regaleranno il libro Piazza No Muos e allegheranno una missiva nella quale alle paure per la salute dei siciliani si aggiungono a quelle per la sorte di quanti verranno coinvolti in un eventuale intervento militare in Siria. «Spirano sempre più forti i venti di guerra sul Mediterraneo, non più mare di pace, e la nostra terra di Sicilia non è più isola di cultura ma portaerei per fini bellici di superpotenze che si alimentano, insaziabili, dei profitti dell’economia di guerra».

Nel volume portato in dono dai cittadini piazzesi viene ripercorsa la vicenda della costruzione dell’impianto satellitare statunitense all’interno della base di Niscemi. «La popolazione si è costituita in comitati che, coadiuvati da tante persone di buona volontà, stanno affrontando la problematica sotto diversi aspetti», scrivono gli attivisti. «Il messaggio univoco che arriva ai cittadini è che il “Muos s’ha da fare”, costi quel che costi – è la denuncia del comitato – Ma l’opinione pubblica sta sempre più cogliendo il nesso tra Muos e guerre: il fronte di chi sta aprendo occhi e mente è sempre più vasto e pone, tra l’altro, un grosso problema di democrazia reale. La sensazione è di impotenza e frustrazione per il non ascolto di istanze vitali per la società, quali il rifiuto di guerre e del riarmo, il rispetto della sovranità territoriale, la difesa della salute e dell’ambiente», continua la lettera.

Una volta finiti i lavori – che sembrano in dirittura d’arrivo – dal Nisseno partiranno gli ordini per i droni, i velivoli senza pilota, impegnati nelle operazioni in Medio Oriente. «La guerra sarà a portata di joystick». L’appello rivolto al Papa, dunque, è affinché continui a difendere una pace minacciata dai profitti derivanti da un eventuale intervento militare. «L’Europa del Sud è condannata a essere prima avamposto per l’aggressione ai paesi del Medio Oriente e del Maghreb e successivamente oggetto di ulteriore militarizzazione per il dominio culturale definitivo sui popoli ridotti a miseria», scrivono i manifestanti. Un appello che trascende la religione: «Siano le sue parole di pace e speranza monito verso la politica e i piccoli uomini deboli e corrotti».

 

[Foto di leudh]


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