Università, abolito il bonus maturità Studenti in protesta, petizioni pro e contro

«Il bonus maturità si è rivelato di difficile applicazione perché introduce delle iniquità. È una norma non efficace pertanto abbiamo deciso di abrogarla già da quest’anno». Con queste parole il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Maria Chiara Carrozza presenta una delle novità del decreto sulla scuola da lei presentato e varato oggi dal consiglio dei ministri presieduto da Enrico Letta. Una norma che spazza via i contestati bonus, introdotti per la prima volta, ai fini della graduatoria per le ammissioni ai soli corsi a numero chiuso, con il decreto ministeriale n.334 del 24/04/2013 promosso dal precedente ministro Francesco Profumo. E che getta in confusione gli studenti che in questi giorni stanno affrontando le selezioni per l’accesso al mondo accademico.

Ufficializzata oggi, perché la direttiva entri in vigore  e quindi gli atenei adattino i regolamenti locali sull’ammissione a tali corsi, deve essere pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. Anche l’ateneo catanese dovrà farlo, dato che tutti i suoi corsi sono a numero programmato. Nello specifico, va abrogato il paragrafo B – valutazione del percorso scolastico – dell’articolo cinque del bando di ammissione e iscrizione al primo anno dei corsi di laurea triennali e magistrali a ciclo unicoNessun pericolo di rifare le graduatorie dei test già conclusi, comunque, perché al momento le commissioni stanno stilando le classifiche relative solo ai singoli test, mentre il bonus maturità avrebbe dovuto essere assegnato al momento della graduatoria definitiva.

Una buona notizia per tutti quelli che considerano la norma ingiusta; una novità terribile per chi sperava in quei punti come riconoscimento del proprio merito e per salire in graduatoria al di là del punteggio ottenuto ai test d’ingresso. Entrambi gli schieramenti, seppure chiedono l’uno l’opposto dell’altro, hanno proposto delle petizioni perché il ministro faccia marcia indietroPer chi sostiene l’abrogazione della norma, il bonus «sarebbe un giudizio a priori e impari», quindi «uno sfregio» agli studenti, alle loro famiglie e ai docenti della scuola pubblica, perché «creeranno un circolo vizioso, in quanto la scuola migliore non sarà più quella che garantisce un alto livello di istruzione e forma mentis, ma quella che offrirà un’alta valutazione all’esame di stato». Non solo. «Il voto di maturità è, ed è sempre stato una valutazione di tipo soggettivo», oltre al fatto che «studenti lodevoli all’università spesso non sono stati necessariamente studenti lodevoli alle scuole medie superiori oppure viceversa». I punti extra, inoltre, non produrrebbero delle disparità soltanto tra gli attuali maturandi, ma anche con quelli degli anni passati che non potevano fare affidamento sui potenziali punti in più per l’accesso ai corsi a numero chiuso. Infine, il gruppo dei contrari lamenta il fatto che si tenga conto del voto del diploma superiore, ma non di eventuali titoli accademici. «È decisamente un vuoto regolamentare. Un vero e proprio paradosso», scrivono nella petizione.

In protesta anche coloro che con un voto di maturità tra gli 80 e i 100 avrebbero avuto diritto al premio. Nonostante le rassicurazione del ministro Carrozza, secondo cui «stiamo pensando a dei sistemi di valorizzazione dei curricula scolastici degli studenti medi», infatti, in molti si lamentano. Così la catanese Federica Augeri ha scritto una lettera indirizzata sia al Miur che ad alcuni giornali locali e nazionali. Nella lettera, trasformatasi poi in petizione, chiede che la sua voce da maturanda con 100 e lode venga ascoltata. Un voto per cui «ho faticato tanto e da molto tempo. Per cui ho rinunciato a non poche cose», scrive. La sua però non vuole essere una difesa del bonus di maturità in quanto tale, ma una battaglia contro le disparità del sistema che si palesano con l’accesso a numero chiuso. «In questi giorni mi sono resa tristemente conto di quanto la meritocrazia venga svalutata dal nostro governo, che si occupa di far andare avanti solo chi ha la possibilità di intraprendere le strade spianate da qualcuno che detiene un qualche potere, in primis economico direi» scrive. Mette quindi l’accento sulla distanza tra la classe politica dirigente e la gente comune, dato che i primi non sanno «quanti soprusi si nascondono a livello locale, ma anche nazionale, dietro la barriera del numero chiuso. Al di là degli atti illeciti visti sul luogo – continua – affrontare il test con delle regole già stabilite e poi vedersele cambiare nel momento stesso in cui la gara è in corso è l’ennesima dimostrazione di quanto corrotto sia il sistema».

La studentessa accusa i parlamentari di «assecondare le richieste del popolino di studenti che, essendo stati mediocri per tutto il loro percorso scolastico, si ritrovano adesso illuminati dal sacro fuoco del denaro». E di fronte al silenzio di molti promette battaglia, chiedendo l’eliminazione del numero chiuso. «È mia testimonianza, quella sincera di una studentessa,che la meritocrazia, nel vero senso della parola, ovunque essa sia radicata in maniera onesta, instaura un legalissimo principio di selezione naturale per cui la possibilità è offerta a tutti, ma chi va avanti è chi merita davvero», conclude.


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