La versione della dirigente di polizia rimossa Gli animalisti querelano il questore Longo

Il caso della rimozione della dirigente del commissariato di Nesima, Adriana Muliere, e della caccia ai cani che avrebbero trovato riparo all’interno della sede della polizia, continua a far parlare. Come mai il 17 settembre una squadra di cui facevano parte anche Digos e scientifica, su ordine e alla presenza del questore Salvatore Longo, ha messo in atto un’ispezione in grande stile? Quali sono i motivi del provvedimento ai danni della dirigente? E’ veramente tutto solo riconducibile alla presenza di alcuni cani randagi nel cortile del commissariato? Nei giorni scorsi la dottoressa Muliere ha fornito a CTzen la sua versione dei fatti, che integra quella da noi raccontata precedentemente.

Sono due i nodi della vicenda: le presunte falsità riferite in un primo momento dalla dirigente al questore in merito alla presenza degli animali e il trasferimento, voluto dalla Muliere, del piantone del commissariato di Nesima ad altro incarico. Come già espresso più volte dal sindacato Ugl, di cui l’interessata fa parte, la dirigente nega di aver mai taciuto o nascosto la situazione. Il 25 agosto in una telefonata al 113, un uomo che si presenta come un residente della zona, lamenta la presenza di randagi aggressivi intorno al commissariato. L’indomani, il 26 agosto, il vicequestore Giovanni Signer invia una lettera alla Muliere in cui chiede di prendere «opportuni interventi». Due giorni dopo, il 28 agosto, la dirigente risponde descrivendo la situazione: «Ho riferito della presenza di un gruppo di cani che stazionano sotto un vecchio rimorchio posteggiato nello spiazzale retrostante l’edificio della polizia – spiega Muliere – Gli animali erano attratti da due cagnette in calore, le uniche stanziali, che entravano ed uscivano dal cortile del commissariato. Come suggerito dai vigili urbani, che hanno sottolineato la non aggressività dei randagi, ho provveduto personalmente e a mie spese a sterilizzare le due femmine».

Il secondo nodo riguarda il trasferimento del piantone. Secondo le notizie raccolte in un primo momento da CTzen, questo sarebbe avvenuto a seguito di una telefonata durante la quale la poliziotta di servizio alla portineria avrebbe confermato ad un collega della squadra mobile la presenza dei randagi nel cortile del commissariato. Muliere conferma che la telefonata c’è stata, così come la sua arrabbiatura «per la mancata relazione da parte del piantone» e non perché quest’ultimo avrebbe in qualche modo riferito una versione diversa rispetto a quella data al questore dalla dirigente. Ma il trasferimento sarebbe avvenuto a distanza di diversi giorni e per ben altri motivi, attualmente non rivelabili perché oggetto di approfondimenti. «La poliziotta di turno a piantone è stata spostata ad altra mansione per gravi ed oggettive violazioni disciplinari, ultima delle quali avvenuta il 10 settembre», spiega la dirigente.

Muliere ha deciso di presentare ricorso contro il suo trasferimento ad altro ufficio voluto dal questore, il quale, nel frattempo è stato querelato per abuso d’ufficio dall’Associazione animalisti italiani. Non si conosce invece il contenuto della relazione consegnata nei giorni scorsi dalla commissione ministeriale al capo della polizia Alessandro Pansa. «Attendo fiduciosa prima di procedere ad altre azioni, voglio essere reintegrata e completare le indagini che ho lasciato aperte», conclude la dirigente. E proprio sulla situazione del commissariato di Nesima, venutasi a creare a seguito dell’allontamento della Muliere, il sindacato Ugl chiede chiarimenti. Il nuovo dirigente avrebbe infatti dirottato ad attività burocratiche, personale che prima apparteneva alla squadra di polizia giudiziaria. «Gli interessati dovranno comunque espletare le pratiche che avevano in trattazione», scrive l’Ugl che denuncia: «In che modo si può fare il lavoro dell’ufficio a cui si è assegnati e, contemporaneamente, trattare pratiche di polizia giudiziaria?».


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