Trepidazione e incredulità si alternano in vista di uno dei più imponenti ed ambiziosi esperimenti scientifici degli ultimi tempi: a Ginevra gli esperti del Cern cercano lorigine del mondo e la risposta ad un famoso brano di Ligabue
A che ora è la fine del mondo?
Impegni per domani 10 settembre alle 9:11 ora locale? Beh, per chi non avesse nulla di meglio da fare, il Centro di Ricerche Nucleari di Ginevra ha pensato a dare un senso alla loro giornata! Sono infatti esattamente queste la data e l’ora prestabilita per dare inizio all’esperimento atteso con impazienza dai fisici: l’attivazione dell’LHC, un acceleratore di particelle.
L’evento scientifico potrà essere seguito in eurovisione da milioni di abitanti d’Europa e del mondo. L’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare ha organizzato, infatti, una diretta via web cast (che sarà possibile seguire dal sito dell’Infn), a cui interverranno gli scienziati dello stesso istituto.
Ma di cosa si tratta? In parole povere, in questi ultimi anni al Cern si è lavorato ad un esperimento a dir poco temerario. In un enorme laboratorio a 100 metri sotto terra, al confine tra Svizzera e Francia, è stato realizzato un grosso “tubicino” circolare del diametro di circa 26 km. Grazie a circa 8mila magneti posti nei pressi di questo cilindro, le particelle al suo interno iniziano a muoversi a velocità prossime a quelle della luce, arrivando a scontrarsi a temperature vicine al trilione di gradi. Si presume che allo scontro tra i due fasci sia possibile osservare in maniera microscopica ciò che è accaduto durante il Big Bang. In particolare, la finalità prima è ricercare i famigerati “Bosoni di Higgs”, ovvero quelle particelle, per ora solo teorizzate, che avrebbero dato massa a tutte le altre particelle e di conseguenza alla materia. Dunque, paradossalmente, l’esperimento più osannato e avanzato degli ultimi tempi avrebbe lo scopo di portarci indietro nel tempo, esattamente alla situazione vissuta nel momento della creazione della Terra.
Il nuovo acceleratore – LHC, Large Hadron Collider – ha suscitato attenzioni e polemiche in quanto si tratta di un congegno molto potente, in grado di lanciare particelle atomiche 11.245 volte al secondo prima di farle scontrare una contro l’altra a una temperatura 100mila volte più alta di quella che esiste al centro del sole. Principale rischio dell’esperimento dovrebbe essere quello di generare un buco nero che nell’arco di 4 anni risucchierebbe la Terra. “I miei calcoli indicano che il rischio che un buco nero mangi il pianeta a causa dell’esperimento è serio”, afferma il professor Otto Rossler, un chimico tedesco della Eberhard Karls University che ha presentato il ricorso alla Corte Europea dei Diritti Umani insieme a molti altri suoi colleghi. Ma la causa è persa in partenza se si pensa che si tratta di un progetto da 6 miliardi di euro, finanziato da venti paesi europei, più gli Stati Uniti.
Siamo di fronte all’ennesima montatura mediatica? O da domani inizierà il processo irreversibile che dal Terzo Millennio nel giro di pochi anni ci divorerà fino a ricondurci agli albori di questa vita? Gli scienziati ammettono che ci vorranno anni prima di arrivare eventualmente a un risultato del genere, per le difficoltà nel trovare particelle così infinitesimamente piccole nel caos primordiale post-Big Bang creato dentro l’acceleratore. Nello specifico, gran parte della comunità scientifica esclude che si possano formare dei buchi neri; un’esigua parte di essi crede che vi sia un rischio elevato, ma la maggioranza di essi pensa che, anche se si formasse un mini buco nero, esso non comporterebbe alcun pericolo per varie motivazioni: scomparirebbe immediatamente e non avrebbe tempo di divorare nulla, oppure rimarrebbe ma impiegherebbe miliardi di anni per ingoiare ben poca materia e di sicuro non ce ne accorgeremmo nemmeno.
Insomma, ci saremo ancora domani? Beh, John Titor , che aveva già predetto questo avvenimento, ci dà notizia che almeno fino al 2038 il pianeta Terra dovrà sopportarci ancora…