Chi fosse venuto, tempo addietro, nella nostra splendida provincia, percorrendo un po’ il litorale ragusano si sarebbe imbattuto in quella che, ai primi del Novecento, si chiamava ancora Mazzarelli, ovvero una frazione marinaresca dalle modeste dimensioni, meglio nota come Marina di Ragusa. Chiedendo qua e là su cosa ci fosse di bello nel paesino, il […]
Marina… di chi?
Chi fosse venuto, tempo addietro, nella nostra splendida provincia, percorrendo un po’ il litorale ragusano si sarebbe imbattuto in quella che, ai primi del Novecento, si chiamava ancora Mazzarelli, ovvero una frazione marinaresca dalle modeste dimensioni, meglio nota come Marina di Ragusa.
Chiedendo qua e là su cosa ci fosse di bello nel paesino, il girovago avrebbe saputo che a Marina, non c’era niente, ma proprio niente né da fare, né da vedere.
Forse, sorpreso, si sarebbe rivolto a qualcun altro e si sarebbe sentito rispondere che a Marina, sì, qualcosa in fondo c’era, ma d’estate. Perché Marina, d’estate, è vita: ci sono giovani, c’è divertimento, c’è musica, c’è spasso, c’è il mare.
E d’inverno? Non c’è nessuno. Ma non tutti sarebbero dello stesso parere: Marina d’inverno è abitata, eccome. Viene solo dimenticata, messa da parte: rimane solo lo sporco e la tristezza, la malinconia dell’abbandono.
Quando la temperatura scende, solo il vento percorre il lungomare, osservato da un mare collerico che si ribella ai mille oggetti-spazzatura abbandonati lungo la spiaggia, debitamente lasciati lì a decomporsi per poi sparire magicamente, prima dell’estate successiva.
I giovani del luogo, chiusi in casa o seduti ad un bar, a bere o a parlare, aspettano che arrivi la bella stagione, così da andare in discoteca, a bere o a rimorchiare.
I vecchietti imperterriti siedono in piazza, a parlare e a sparlare, a rimpiangere i vecchi tempi e a pensare com’era diversa una volta Mazzareddi.
Eh sì, adesso infatti, quello stesso girovago curioso vedrebbe un’altra Marina di Ragusa: raddoppiata, triplicata; vedrebbe case in costruzione ovunque, obbrobri su obbrobri, speculazioni e rotatorie, pub e chalet, un porto, ma non vedrebbe ciò di cui hanno bisogno davvero coloro che risiedono nella frazione tutto l’anno. Non esistono palestre, piscine, biblioteche, musei, cinema, luoghi di ritrovo o di svago. Diventa sempre più una città fantasma, fatta di case vuote e non son di certo gli abitanti di Marina a volerle così.
Ogni tanto si sente qualcuno, interessato, che chiede: Ma come fate a vivere a Marina? Non vi annoiate?. Che possiamo rispondere? Ogni tanto sì, ma sai com’è… esiste l’estate.