Alla ricerca di un pluralismo culturale: la Fiera del libro di Roma

“Più Libri Più Liberi”, questo il tema che ha campeggiato, dall’8 al 12 dicembre, sulla facciata del Palazzo dei Congressi dell’EUR, a Roma, in occasione della terza edizione della Fiera del Libro della piccola e media editoria. Ben 242 stand espositivi hanno testimoniato l’importanza crescente delle nuove realtà editoriali, in opposizione al trend negativo che caratterizza l’editoria italiana, in generale, negli ultimi anni. Un’importanza che ha richiamato la presenza di scrittori, attori, registi, giornalisti, politici, prestati al ruolo di relatori dei 180 incontri, di natura letteraria e non, che hanno arricchito la manifestazione. Nelle diverse sale si sono alternati personaggi della cultura e dello spettacolo, quali Stefano Benni, David Riondino, Carlo Lucarelli, Antonio Tabucchi, Gianni Amelio, Pietro Citati, e politici del calibro di Enrico Letta, Fausto Bertinotti, Giovanna Melandri. Nomi di sicuro richiamo per la partecipazione di un pubblico numeroso, che ha sancito il successo della manifestazione, sottolineando la necessità di un circuito, alternativo a quello delle “multinazionali dell’editoria”, che si faccia garante del pluralismo culturale, come si è sottolineato nell’incontro inaugurale, dal titolo “Salviamo le idee”. 

Numerose le proposte emerse dai diversi incontri, molte per lo più dettate da tecniche già esperite in altri paesi della Comunità Europea, come la presentazione dei testi di giovani emergenti in un luogo pubblico, quale potrebbe essere l’ufficio postale.

Ma è internet a far da padrone al lancio e alla concorrenzialità della piccola e media casa editrice. Agostino Quadrino, di Garamond, ha sottolineato come la rete sia oggi fondamentale nello sviluppo di una casa editrice. “Utilizzare la rete non vuol dire smettere di fare l’editore”, ha affermato, spiegando che la registrazione on line permette di abbattere l’anonimato del lettore, chiamato a far parte di una vera e propria comunità. “Si investe in capitale umano, piuttosto che finanziario”, e si affida il ritorno economico alla serie di servizi correlati alla casa editrice. L’analisi dei dati e dei siti visitati dai membri della comunità è alla base dell’offerta che una casa editrice deve perseguire.

Diversi i metodi che le piccole e medie case editrici hanno scelto per combattere la crisi del settore. EDT ha assunto la digitalizzazione dei propri testi come deterrente per il mercato delle fotocopie, spina nel fianco dell’editoria italiana. La Food Editore ha abbinato le proprie pubblicazioni a diverse testate giornalistiche locali, raggiungendo ben 10.000 copie vendute dalla sola collaborazione con “La gazzetta di Parma”. Minimum Fax si è fatta promotrice di reading e mostre a pagamento, finanziando così le proprie pubblicazioni, e arrivando oggi alla creazione di un ambito documentaristico, Minimum Fax Media. 

Non tutte le case editrici sono comunque concordi sull’esito della manifestazione. Carlo Nicolais, di Città Aperta Edizioni, espressione di una bella realtà siciliana come quella dell’Oasi di Troina, oltre a sottolineare come sia necessaria, al fine della sopravvivenza, la coesistenza di diversi filoni all’interno dell’offerta di una casa editrice, avverte come, rispetto alle passate edizioni della fiera di Roma, la crisi economica abbia inciso negativamente sulle vendite, nonostante i testi siano qui scontati del 20%. Ma sicuramente, al di là delle vendite, la Fiera del libro della piccola e media casa editrice costituisce una vetrina importante per tutti coloro che vogliono manifestare la propria presenza, e per chi crede che fare cultura oggi sia possibile anche, e soprattutto, al di fuori di un certo circuito che non lascia spazio neppure nei supermercati.


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