Lanfranco Zappalà presenta candidatura a sindaco di Catania «Facciamo il programma e poi chiederò ai partiti disponibilità»

Prima l’annuncio via social e poi, a stretto giro, una conferenza stampa per lanciare la propria candidatura a sindaco di Catania. Lanfranco Zappalà, vicepresidente del Consiglio comunale etneo, presenza fissa nel senato cittadino dal 1993, rompe gli indugi e anticipa tutti nella corsa a Palazzo degli elefanti. Al voto, salvo colpi di scena legati alle dimissioni del sindaco sospeso Salvo Pogliese, si andrà soltanto nel 2023. Ed è proprio il tempo uno dei motivi conduttori alla base della scelta di Zappalà. «Tengo molto al fatto di partire 12 mesi prima del voto – spiega durante l’incontro di questa mattina nella sala Coppola del municipio – con un programma di ascolto della gente. Occorre metterci la faccia, solitamente la politica sceglie il proprio candidato due mesi prima delle elezioni, questa città andrà al voto nel 2023 e io credo che ci sia bisogno di scrivere un programma a partire da oggi».

Il progetto politico, di estrazione civica e con uno sguardo al centrosinistra, prende il nome di Catania 2023 – Un sogno da costruire insieme. «Dopo tanti anni di esperienza in Consiglio bisogna voltare pagina coinvolgendo la gente nei confronti delle istituzioni – spiega Zappalà –  La presenza mia, senza partiti, significa che sono aperto a tutti. Dopo l’elaborazione del programma andrò da tutti i partiti per capire chi vuole aderire al progetto». In questa lista non ci dovrebbe essere la Lega, fresca di ingresso in municipio con il gruppo consiliare di Prima l’Italia. «Io non credo che questa città possa essere consegnata a Matteo Salvini – aggiunge il vicepresidente del Consiglio comunale – Chi ha amministrato con questa giunta ha tante responsabilità». 

Tre i punti chiave del programma elettorale: rifiuti, sicurezza e lavoro. «Oggi abbiamo un turismo eccellente ma la gente lascia la città con l’amaro in bocca per la situazione della spazzatura. Servono dieci punti del programma da sottoscrivere e da portare a termine. Nessuno lo ha mai fatto prima», conclude. 


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