VeLegalmente, la storia del giovane Nino Dallo spaccio alla rinascita in barca a vela

«Io a 14 anni ne avevo 30. Invece a 17 mi sono accorto che ero troppo piccolo per queste cose». Troppo giovane per essere arrestato per spaccio e associazione a delinquere e per trascorrere sei mesi e mezzo in carcere. Ma oggi Nino, da poco maggiorenne, è tornato a vivere la sua età: grazie alla barca a vela e agli specialisti del centro Koros che, insieme alla fondazione Giuseppe Fava, organizzano il progetto VeLegalmente. L’idea è quella di promuovere la navigazione a vela come strumento di riabilitazione sociale. Un’avventura in mare che fa «venire i vermi», scatena una sana adrenalina, per dirla con le parole dello stesso Nino che oggi ne è il testimonial. Dopo un percorso con la psicologa Francesca Andreozzi – presidente del centro Koros – e con il comandante Massimo Abbate, – socio dell’associazione e insegnante di vela – il giovane non solo ha cambiato vita, ma ha anche accettato di avere un ruolo attivo – un tramite tra l’associazione e i ragazzi con procedimenti penali – nella seconda edizione del progetto.

Tra il lungomare di Catania, i palazzoni di Librino e l’Etna, un mini documentario a cura di Giuseppe Consales racconta la storia di Nino e restituisce i suoi pensieri durante il percorso di riabilitazione. Come quando passa davanti al carcere di piazza Lanza e al murales realizzato dai ragazzi di AddioPizzo Catania. Nino ascolta l’elenco dei nomi di giudici, poliziotti e avvocati uccisi dalla criminalità organizzata: «Tutti morti per la mafia – riassume – Una schifezza, perché ci ha levato il futuro». «Una legge come la polizia», invece, secondo il suo amico di infanzia Michael. A cui i ragazzi sono spesso costretti a piegarsi per scappare dalla povertà, spiega Nino, alternando il catanese stretto all’italiano. «Ti stai sforzando di parlarlo, eh?», gli chiede sorridendo il comandante Abbate.

In barca a vela, con i volontari del centro Koros, Nino ha imparato il vero valore dello stare insieme. «Dall’idea di gruppo, finalizzato a delinquere, radicato in determinati ambienti a quello del gruppo in barca a vela, dove l’intervento di ognuno conduce alla navigazione, alla scoperta, all’andare oltre – spiega Stefania La Porta, avvocatessa e consigliere del centro Koros – Riguardo alla legalità, invece, ne abbiamo parlato spesso con i ragazzi durante le gite in barca. Ma in modo concreto, cercando di farli riflettere sull’utilità di fare determinate scelte piuttosto che altre».

Adesso la storia di Nino potrebbe diventare anche qualcosa di più di una testimonianza. Con l’aiuto dei cittadini e dei loro clic, il mini-documentario che lo vede protagonista potrebbe vincere il concorso del Milano film festival Are you series?, un finanziamento per la realizzazione di una serie online. «Un’occasione per il centro di fare conoscere le proprie attività e magari avvicinare qualche sponsor non solo cittadino – continua La Porta – Perché il vero problema è che il progetto si basa sul volontariato ma comporta alcune spese, come quelle per la benzina e la manutenzione della barca». Vincere potrebbe quindi trasformarsi in un’occasione concreta per altri cinque ragazzi con precedenti penali – selezionati dall’ufficio servizi sociali per i minori di Catania – per partecipare alla seconda edizione di VeLegalmente e intraprendere lo stesso percorso di riabilitazione di Nino. «Ma li porteremo in ogni caso – conclude La Porta – perché ci teniamo davvero».


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