Experia, quasi al via la ristrutturazione Assegnato il bando da un milione e mezzo

Delle sessantacinque offerte arrivate all’assessorato regionale ai Beni culturali, solo trenta erano valide. Di queste, la vincente è stata quella presentata dalla Comitel srl, con sede in largo Aquileia a Catania. Sarà questa società a occuparsi della ristrutturazione dell’ex Centro popolare occupato Experia, al civico 782 di via Plebiscito, nel cuore della città.

In una prima fase, era il teatro educativo dell’adiacente Casa del balilla (oggi istituto comprensivo Manzoni), poi è stato un cinema littorio, ma il palazzo dell’Antico corso era solo una sala proiezioni abbandonata prima che venisse abusivamente preso in gestione dagli occupanti del fu Cpo, che ne hanno animato le stanze per 17 anni. Finché, all’alba del 30 ottobre 2009, un violento sgombero ha messo un punto a quell’esperienza. Di cui oggi si continua a discutere su più fronti: quello amministrativo, con la ristrutturazione finalmente appaltata; e quello giudiziario, con un processo a carico di otto militanti del centro popolare ancora in alto mare, e con un altro procedimento, fermo anche questo nonostante il 30 ottobre 2014 scadano i termini di prescrizione, partito da una denuncia a carico delle forze dell’ordine per le presunte violenze operate dagli agenti – che non sono stati identificati – quella mattina di cinque anni fa.

Secondo le previsioni di Gesualdo Campo, soprintendente ai Beni culturali in quei giorni, – poi promosso, spedito a Palermo e licenziato da Rosario Crocetta nel 2012 – entro la fine del 2010 il teatro che aveva in mente sarebbe stato pronto, e sarebbe costato in totale 500mila euro. L’Ersu, Ente regionale per il diritto allo studio, per legge destinatario dell’immobile, avrebbe dovuto entrarne in possesso, fatto e finito, da quattro anni. Ma, dopo la lunga pausa, oggi l’appalto per la «rifunzionalizzazione dei locali dell’ex Gil (Gioventù italiana del littorio)» è stato assegnato secondo il criterio del prezzo più basso. Il massimo che la soprintendenza catanese avrebbe potuto spendere era due milioni 327mila euro, e la Comitel ha garantito che effettuerà i lavori richiesti spendendo oltre il 31 per cento in meno, cioè un milione 538mila 298 euro, a cui si devono sommare 91.621 euro «per gli oneri relativi alla sicurezza».

Il bando dice che entro la fine del 2015 l’Experia dovrà essere trasformato: dovranno esserci «un corpo servizi in acciaio e vetro con facciata strutturale, pannelli fonoassorbenti con sistema d’illuminazione integrato e sistema audiovisivo completo», gli interni dovranno risultare restaurati, le parti in pietra mancanti dovranno essere reintegrate, mentre quelle che sono rimaste dovranno essere pulite e sistemate. E poi ci saranno tutti gli elementi che serviranno per le attività del teatro: computer, mixer, cuffie, microfoni, altoparlanti, amplificatori. Oltre a cavi, valvole, plafoniere ed estintori, capitolato d’appalto menziona anche le piante («Bouganvillea, tipologia glabra sanderiana, 12,50 euro cadauno») e i concimi («Concime organico, 75 euro metro/cubo»).

«Siamo in fase di stipula del contratto», spiega Donatella Aprile, architetto della soprintendenza e responsabile del progetto Experia. «Affinché questa fase sia conclusa ci vorranno non meno di trenta giorni – racconta – Il nostro personale deve raccogliere e verificare tutti i certificati del caso, compreso quello antimafia». Dieci giorni dopo la stipula del contratto, i lavori saranno ufficialmente consegnati all’impresa, che potrà avviare il cantiere. «La ditta ci ha garantito che entro giugno 2015, così come previsto dalle normative regionali, l’auditorium ci sarà consegnato chiavi in mano».

[Foto del Centro popolare Experia su Facebook]


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Secondo le normative regionali, i locali dell'ex centro popolare occupato dovranno essere restaurati e consegnati entro giugno 2015. A essersi aggiudicata l'appalto per la «rifunzionalizzazione dei locali dell'ex Gil» è la Comitel srl, società con sede a Catania. A quest'ultima spetterà il compito di realizzare un auditorium per l'Ersu nell'edificio sgomberato con la violenza il 30 ottobre 2009 e da allora abbandonato

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