Acireale, tensione per i cambi in giunta Tra diverbi in piazza, appelli online e garanti

Folkloristiche vanniate in pubblica piazza, messaggi su quella virtuale e il disorientamento di chi teme che distinguere tra vecchio e nuovo potrebbe rivelarsi più difficile di quanto si pensasse. Ad Acireale l’inizio dell’era Barbagallo sta riservando scosse di assestamento inaspettate. In pochi, infatti, immaginavano che, dopo il plebiscito di una settimana fa, per Cambiamo Acireale ci sarebbero stati i primi grattacapi. E soprattutto quando ancora la macchina amministrativa deve entrare in azione. Anzi, per dirla tutta, pare essere proprio nella composizione della squadra assessoriale l’origine dei dissidi.

Il Bilancio di un cambiamento. Il nodo principale riguarda la nomina dell’assessore al Bilancio. Figura fondamentale per la vita amministrativa, all’indomani del voto sono stati in tanti a chiedersi chi tra gli assessori designati già prima del ballottaggio avrebbe ricevuto una delega così delicata. Nelle ultime ore, però, il nome che circola maggiormente è quello di Alessandro Oliva. Un volto nuovo, ma non più di tanto. Laureato in giurisprudenza e già consigliere in quota Mpa nella passata amministrazione, Oliva è stato candidato anche in questa tornata senza però riuscire a essere eletto. Sull’opportunità di un’eventuale sua nomina, i pareri sono contrastanti. C’è chi sottolinea come Oliva possa rappresentare un appiglio sicuro per la gestione del Bilancio e chi invece ritiene che tale designazione sarebbe soltanto la riprova di come la lottizzazione del potere, al netto degli slogan sul cambiamento, rimanga la chiave principale del fare politica.

Tra Tomasi di Lampedusa e Mascagni. Ma quella che potrebbe apparire una mera questione di logiche partitiche, con il tradizionale richiamo del gattoapardismo di tomasiana memoria, negli ultimi giorni si è colorata di episodi che fanno venire alla mente un altro capitolo della cultura italiana: la Cavalleria rusticana. L’apice del nervosismo si sarebbe manifestato qualche giorno fa in pieno centro quando, sotto gli occhi di diverse persone e con tanto di toni accesi, è andato in scena un aspro diverbio tra due figure che, seppur non direttamente implicate nella competizione politica, hanno avuto ruoli di rilievo nello sviluppo del progetto Cambiamo Acireale. Tema della disputa, come detto, le modifiche in corsa che potrebbero compromettere il cambiamento su cui è stato costruito il consenso elettorale.

Appelli e risposte sui social. A margine dell’episodio, la discussione è passata sul web. Rosita Romeo, la responsabile della comunicazione di Cambiamo Acireale, dal proprio profilo Facebook ha lanciato un appello: «Chiedo alla politica, di ogni ordine e grado, di non uccidere la speranza, di dar valore al merito e di governare all’altezza dei sogni della propria comunità». A dire la propria sugli scenari futuri è stato anche il futuro assessore Nando Ardita: «A me i tecnici nei ruoli politici non sono mai piaciuti – ha scritto Ardita, che non rientra tra coloro che dovrebbero essere sostituiti – perché, in buona sostanza, sono totalmente diversi. Il tecnico guarda prima le carte e poi forse arriva a guardare anche ai bisogni, no, non mi piace per niente, quindi, è facile trarre le logiche conclusioni». Il riferimento di Ardita, con molta probabilità, va alle voci secondo le quali la figura di Oliva non supererebbe una valutazione prettamente tecnica, poiché si tratterebbe di affidare la gestione del bilancio a un avvocato che lavora in banca e non a un commercialista. Tuttavia, alla luce dei risultati elettorali, il papabile nuovo assessore si potrebbe ritrovare a non superare neanche un esame di carattere politico, in quanto la sua candidatura non è stata sufficientemente premiata dagli elettori da garantirgli una riconferma dopo la recente esperienza consiliare.

Cambiamo… giunta. Ma le modifiche in giunta potrebbero non finire qui. Da più parti si vocifera che altri due assessori designati, i giovani Adriana Finocchiaro e Andrea Quattrocchi, sarebbero in procinto di cedere il posto. Ciò, se si considera la rinuncia di Rosario Raneri che correrà per la carica di presidente del consiglio comunale, fa sì che la squadra assessoriale potrebbe mutare per il cinquanta per cento rispetto a quanto annunciato. Un dato, questo, che ha fatto storcere il naso a tanti e che potrebbe incrinare la fiducia intorno al progetto politico che fa capo all’onorevole Nicola D’Agostino.

Nessuna lottizzazione, riconoscimento dei meriti. In tal senso, è stato lo stesso deputato regionale a intervenire pubblicamente con l’intento di calmare gli animi. Con un lungo messaggio, D’Agostino ha fatto appello al senso di responsabilità. L’esponente dell’Udc rifiuta in maniera decisa l’accusa di voler riciclare i non eletti, in un’ottica di spartizione delle cariche: «Un merito particolare – scrive D’Agostino – va ai 120 candidati che ci hanno messo l’anima e hanno dato sostanza a una idea. A loro va il massimo di riconoscenza, soprattutto a chi non è stato eletto o non ricoprirà cariche amministrative: chi li chiama trombati – continua l’onorevole – non ha capito nulla di noi». Nel messaggio, D’Agostino – secondo cui le discussioni delle ultime ore non andranno a minare «l’armonia che regna» in Cambiamo Acireale – dà una lettura diversa dei possibili prossimi scenari: non si tratterebbe di lottizzazione ma del chiamare in causa «persone speciali» che, avendo sposato il progetto politico, adesso hanno «diritto (perché lo abbiamo sempre scritto e detto) ad essere chiamati a ruoli politici e gestionali». Letture diverse di un momento che, senza ombra di dubbio, rimane delicato per capire quale strada prenderà la politica acese dei prossimi anni.


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Inizia con qualche dissidio l'era Barbagallo. Le polemiche - tanto dal vivo come sul web - hanno riguardato la probabile modifica della squadra assessoriale. Mentre c'è chi sottolinea come si tratti di lottizzazione del potere, l'onorevole Nicola D'Agostino getta acqua sul fuoco: «Chi parla di trombati non ha capito nulla di noi. Sono persone speciali che hanno diritto a essere chiamati a ruoli politici e gestionali»

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