Scogliera trasformata in grande posacenere Scoglio del Gabbiano, isola felice autogestita

In parte è proprietà privata, in parte è data in gestione ai lidi balneari e solo in minima percentuale è pubblica. La maggiore porzione non è quindi accessibile né visibile alla popolazione, mentre l’area comunale e demaniale è poco fruibile e per lo più sporca. I mozziconi di sigaretta, in particolare, sembrano essere i veri padroni della roccia nera etnea. Sono queste le caratteristiche della scogliera che la città di Catania divide con il Comune di Aci Castello. Accedere al mare per bagni estivi rinfrescanti non sempre è facile o piacevole, dunque, per non dire del cattivo biglietto da visita per i turisti. E, seppure in alcuni casi la proprietà sia del demanio marittimo e non dei Comuni, dovrebbero comunque essere quest’ultimi a occuparsi della pulizia e dell’organizzazione del servizio di salvataggio per i bagnanti.

«Si pregano codeste amministrazioni di volere porre in essere tutte le attività finalizzate alla predisposizione di un regolare e costante servizio di pulizia delle spiagge per rendere e mantenere le stesse idonee alla loro migliore utilizzazione e di assicurare i necessari standard di sicurezza offerti dal servizio di assistente ai bagnanti sugli arenili», si legge sul documento che la Capitaneria di porto ha inviato all’inizio di giugno all’attenzione dei Comuni del litorale ionico – Catania, Aci Castello, Acireale, Mascali, Fiumefreddo, Riposto e Calatabiano.

Per la scogliera di competenza di Catania, l’amministrazione ha previsto due luoghi per i bagnanti: il solarium Europa e quello di Ognina, con la vigilanza dei bagnini. A questi si aggiungono gli altri posti lungo il litorale, seppure pochi, in cui è possibile accedere al mare e stendersi sugli scogli gratuitamente. A caratterizzarli però è sostanzialmente la spazzatura. È il caso dell’insenatura in via Acque Casse, di fronte quello che un tempo era il ristorante Aragosta rossa, dove si trova di tutto: dalla carta, alle bottiglie – di plastica e di vetro – agli immancabili mozziconi di sigaretta. L’immondizia staziona lì da così tanto tempo che alcune pagine di un giornale sono scolorite, mentre altri tipi di carta sono ormai attaccati agli scogli.

«Le nostre forze sono al limite e la nostra capacità di azione altrettanto», afferma l’assessore all’Ecosistema urbano Saro D’Agata. Promette un impegno da parte dell’amministrazione per «verificare la possibilità di fare qualcosa» e rimprovera i suoi concittadini per la scarsa collaborazione. «Non riusciamo a pulire, ma è anche vero che non l’abbiamo buttata noi del Comune la spazzatura lì. I miei concittadini dovrebbero collaborare di più», sostiene.

Anche accanto al lido Bellatrix c’è un piccolo ingresso libero per il mare. Al confine con il Comune di Aci Castello, ricade ancora nel comune di Catania. A differenza dello spazio in via Acque Casse, però, qui la situazione appare del tutto diversa. Si tratta infatti di una sorta di spiaggetta sugli scogli autogestita, soprannominata Scoglio del Gabbiano. Sono gli abitanti della zona a tenerla pulita per quanto possibile e dei cartelli all’ingresso ricordano ai visitatori di fare altrettanto. «È un posto tranquillo, non come da altre parti. Ce lo curiamo noi, ma soprattutto gli anziani che vengono la mattina presto», spiega una signora che abita lì vicino, poco prima di lasciare la spiaggia per tornare a casa. Pochissima la spazzatura in effetti. Non mancano i mozziconi di sigaretta, c’è un pacchetto vuoto di sigarette e il coperchio di un vecchio frigo portatile, ma null’altro. Lungo il sentiero ci sono delle bottiglie di plastica vuote, ma non costituiscono semplici rifiuti, però. Ognuna di queste, infatti, è a copertura di alcuni ferri che spuntano dagli scogli frutto di scelte passate e quindi servono a evitare che qualcuno possa inciamparvi.

Nel comune di Aci Castello invece, non è ancora iniziata la sorveglianza della costa per scopi balneari, la giunta comunale ne ha deliberato il via lo scorso 17 giugno in tre punti: via Antonello da Messina di fronte il residence Venusilia a Cannizzaro, in piazza Castello e al lungomare I Ciclopi, di fronte l’hotel I Faraglioni, ad Acitrezza. «Inizieremo a giorni, intanto a metà giugno abbiamo effettuato lo scerbamento e la pulizia straordinaria», spiega l’assessore al Territorio e all’ambiente del Comune rivierasco, Salvo Danubio. «Purtroppo soffriamo il riversamento delle persone degli altri Comuni, ma facciamo i controlli ogni mese», afferma.

E in affetti la scogliera di Cannizzaro ad esempio, non è sporca come si è mostrata in passato. È anzi piacevole camminare sugli scogli puliti dove un tempo c’era il ristorante Alioto o il Club della Stampa, esperienza che si ripete poco più avanti, proprio dove è previsto il servizio di salvataggio che a breve dovrebbe partire.

In via Antonello da Messina c’è però una duplice situazione. La scogliera è infatti divisa in due parti da un passerella privata di uno dei residence dall’altro lato della strada e, se da una parte si nota lo scerbamento e la pulizia degli scogli tranne che per tre o quattro pezzi di legno, l’altro lato sembra sia stato usato come discarica. Al di là di qualche carta e bottiglia abbandonata – poche – oltre agli immancabili residui di sigaretta, c’è una quantità notevole di vecchi e nuovi pezzi di legno. A far loro compagnia anche una vecchia rete arrugginita. «Verificherò di persona», promette Danubio.


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