Dopo la segnalazione di Anna, una lettrice di CTzen, sulla via patrimonio dell'Unesco invasa da tavolini e motorini in sosta sui marciapiede, risponde Euplio Archeo, nickname di un catanese che ha fotografato la strada all'indomani del sabato sera. Scatti che immortalano resti di vandalismo e pericoli per i passanti. Guarda le foto
Via Crociferi, nuova denuncia di degrado Un cittadino: «Tra cestini divelti e urina»
«A proposito delle sere in via Crociferi, non è che il day after sia tanto meglio…». Così Euplio Archeo, nickname di un cittadino catanese iscritto al forum Skyscrapercity Catania, risponde alla segnalazione di una lettrice pubblicata da CTzen sulla selva di tavolini e motorini nella centrale strada cittadina. E rilancia segnalando al nostro giornale le foto di come si presenta la via patrimonio dell’umanità secondo l’Unesco all’indomani del sabato sera. Tra cestini divelti, murales e pericoli sui marciapiedi.
«Vittima di abusivismo selvaggio e soste», descriveva Anna, una cittadina, via Crociferi invasa dai tavolini dei locali tanto da non permettere il passaggio ai mezzi di soccorso e ai turisti con passeggino, così come i motorini posteggiati sui marciapiedi. Una situazione che non si è risolta nemmeno con una chiamata ai vigili urbani.
«Qualche balordo deve aver divelto il cesto per la spazzatura, uno di quelli che si divertono a distruggere i vetri delle auto in sosta (ne so qualcosa) e che hanno conquistato la bella via Crociferi e l’hanno trasformata in un orinatoio pubblico, nel migliore dei casi», aggiunge oggi Euplio Archeo, dopo una passeggiata in zona domenica mattina.
Della bravata notturna restano per la strada non soltanto il cestino ormai inutilizzabile, ma soprattutto i pioli che lo sostenevano. Mimetizzati con il colore del marciapiede. «Mentre scattavo questa foto, una ignara passante ci metteva un piede sopra e per poco non ruzzolava per terra. Se l’è cavata con una storta», continua il cittadino.
Ancora nella sua passeggiata, l’obiettivo di Euplio Archeo ha poi catturato un misterioso cestino fasciato con un sacco simile a quelli per l’immondizia e con del nastro. «Perché e da chi resta per me un’incognita», scrive. Sullo sfondo, i colori delle bombolette spray imbrattano le scale della chiesa di San Giuliano e, accanto, i muri di palazzo Zappalà-Torrisi.