Via Napoli, la notte scorre tra cornetti e rifiuti Il laboratorio: «Spesso puliamo noi all’alba»

Via Napoli, sabato, ore 4 di notte. Davanti all’omonimo laboratorio di pasticceria e tavola calda si fa prima a contare le persone in fila, nonostante la calca, che i rifiuti per terra. «Tutta la strada è invasa, dal laboratorio fino all’angolo successivo. Quando sono arrivata e ho visto questo tappeto di cartacce e persino di vassoi, ho provato vergogna», racconta Chiara, lettrice di CTzen, pensando ai numerosi turisti presenti in fila insieme a lei. Ad allargare le braccia in risposta è Massimo D’Arrigo, fratello del titolare del laboratorio Via Napoli: «Purtroppo qui è sempre così – spiega – Ma alle 7 del mattino è tutto in ordine. Perché, se non passa lo spazzino, siamo noi stessi a pulire».

Sabato notte Chiara va a prendere un cornetto dopo una serata trascorsa a ballare, in compagnia di un’amica di Trieste, in vacanza nel capoluogo etneo. «E non era nemmeno la sola turista», racconta. Il riferimento è a una comitiva di ragazzi stranieri, portati in bus al noto laboratorio in un giro notturno secondo le tradizionali tappe della movida etnea. «Che immagine diamo della città e, soprattutto, di noi catanesi? È vero che tutta Catania è sporca, ma qui si esagera», continua Chiara. I resti degli spuntini consumati dagli avventori non si limitano infatti ad essere depositati per terra, ma anche sui balconi dei piani rialzati e sui gradini degli ingressi al piano terra. «Premesso che, a qualunque ora accada, è uno spettacolo indegno, che succede al mattino quando la gente si sveglia e trova la spazzatura davanti o dentro casa propria? E il Comune che fa?», chiede la lettrice.

Un’eventualità che il fratello del titolare di Via Napoli esclude, ma non grazie all’amministrazione etnea. «Fino a qualche mese fa, qui non passava nemmeno lo spazzino – racconta D’Arrigo – Nonostante le nostre richieste e le lettere alla Nettezza urbana, gli dicevano di non passare da questa strada, forse perché c’era troppo lavoro da fare». Poi l’operatore ecologico che si occupa della zona cambia e la situazione migliora. «Quello che c’è ora è una persona seria, abbiamo fatto amicizia e si occupa lui di pulire alle 6 del mattino», continua il lavoratore. Tranne la domenica, quando il servizio non viene effettuato. «In quel caso puliamo noi – sospira D’Arrigo – All’alba, facciamo da angolo ad angolo, non solo qui davanti. Certe volte sono io stesso a pulire, insieme ai ragazzi», racconta il fratello del titolare.

Una mansione extra che tocca a tutti i 14 dipendenti del laboratorio, divisi su tre turni, dalla sera alle 14 del giorno dopo. Sono loro a pulire per quieto vivere con i residenti – «Per lo più studenti, non persone anziane» -, già sul piede di guerra per gli schiamazzi notturni degli avventori. «Noi non siamo responsabili di quello che la gente fa fuori dal laboratorio, l’ho detto anche ai Carabinieri quando qualche volta sono venuti dopo una segnalazione – spiega D’Arrigo – Noi abbiamo messo dei cartelli che invitano a non urlare di notte e il laboratorio, dentro, è tutto insonorizzato». Come nel caso dei rifiuti, insomma, la responsabilità è dei cittadini. «Gli stessi che fanno fare la cacca ai cani sul marciapiede e non puliscono mai», continua il lavoratore.


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