Mafia, 7 arresti nel clan Toscano-Mazzaglia Sventati due omicidi tra Adrano e Biancavilla

L’operazione Garden, scattata all’alba di sabato sui territori di Biancavilla e Adrano, e messa in atto dagli agenti della squadra mobile di Catania, dal commissariato adranita e dai carabinieri del nucleo investigativo di Catania, ha portato al fermo di sette persone legate al clan Toscano-Mazzaglia. Si tratta dei fratelli Roberto e Giuseppe Maglia (rispettivamente di 27 e 35 anni), Riccardo Salvatore Cantone (25 anni), Giuseppe Maglia (31 anni), Davide Santangelo (24 anni) e Placido Toscano (65 anni). La settima persona è ancora irreperibile. I reati contestati sono associazione a delinquere di stampo mafioso, nonché reati in materia di armi ed estorsione.

Le indagini, coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia, sono state condotte a partire dall’omicidio consumato ad Adrano il 28 ottobre 2013 di Alfredo Maglia, reggente della cosca Toscano-Mazzaglia-Tomasello, alleata della famiglia Santapaola-Ercolano. Le indagini hanno riguardato anche il contesto criminale di Biancavilla, segnato dagli ulteriori omicidi di Agatino Bivona e Nicola Gioco, assassinati rispettivamente il 13 ed il 15 gennaio 2014.

L’operazione Garden è il prosieguo dell’attività investigativa che all’inizio della settimana scorsa ha portato alla cattura di Alfio Cardillo,71 anni, e di Vincenzo Cardillo, 38 anni, ritenuto l’attuale reggente del clan. Nel corso delle indagini è sta accertata anche un’estorsione ai danni del titolare di un chiosco di bibite e una tentata estorsione ai danni del responsabile di una ditta del settore agricolo, fatti per i quali è stato disposto il fermo di Placido Toscano.

Negli ultimi anni il territorio di Biancavilla è stato segnato dallo scontro per il controllo del territorio da parte di gruppi mafiosi. All’omicidio di Giuseppe Mazzaglia – reggente dell’organizzazione mafiosa, avvenuto a Biancavilla il 19 aprile 2010 – hanno fatto seguito gli omicidi di Roberto Ciadamidaro, ritenuto uomo di fiducia di Mazzaglia, assassinato il 23 dicembre del 2012, di Alfredo Maglia, e quelli, avvenuti in rapida successione nello scorso mese di gennaio, di Agatino Bivona e Nicola Gioco. Nel corso delle indagini, in primavera, si è rilevato un progetto di omicidio, che Giuseppe Maglia e Gaetano Musumeci avrebbero dovuto eseguire ai danni di un esponente della stessa cosca, domiciliato in una città del Nord Italia. In quella circostanza, la Dda ha coordinato un’attenta attività di monitoraggio, condotta da militari dell’arma del comando provinciale di Catania e della polizia, squadra mobile e commissariato di Adrano, dei presunti sicari e della vittima predestinata che consentì di impedire il delitto.

Contestualmente le intercettazioni hanno permesso di rilevare la necessità da parte degli indagati di «curare il giardino», terminologia utilizzata per indicare l’importanza di mantenere il controllo delle attività illecite sul territorio. In questo contesto era stato infatti accertato il progetto dell’omicidio di un esponente apicale del sodalizio avverso; l’omicidio avrebbe dovuto esser consumato la mattina del 6 ottobre. La polizia ha di conseguenza eseguito, di intesa con la Dda, perquisizioni domiciliari a esito delle quali sono stati arrestati i Cardillo e Musumeci. Il sequestro delle armi e gli arresti, tra cui quello di Vincenzo Cardillo, tornato in libertà dopo un lungo periodo di detenzione, aveva preso in mano le redini del gruppo, hanno indebolito la famiglia tanto che Roberto Maglia aveva deciso di abbandonare Biancavilla per recarsi in Germania, cosicché si è dovuto procedere ai fermi.

Nel corso delle perquisizioni eseguite sabato sono state rinvenute altre armi  in una casa rurale nella disponibilità di Cantone, ossia due fucili carichi di munizioni a pallettoni, di cui uno con canna e calcio mozzati, nonché numerose altre munizioni per fucile e revolver.


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Il territorio della provincia negli ultimi anni è stato segnato da una guerra per il possesso del territorio. O, in termini di Cosa nostra, per la «cura del giardino». L'operazione Garden ha portato all'arresto di alcuni elementi della famiglia con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, reati in materia di armi ed estorsione. Le indagini sono partite da un omicidio avvenuto lo scorso ottobre

Il territorio della provincia negli ultimi anni è stato segnato da una guerra per il possesso del territorio. O, in termini di Cosa nostra, per la «cura del giardino». L'operazione Garden ha portato all'arresto di alcuni elementi della famiglia con le accuse di associazione a delinquere di stampo mafioso, reati in materia di armi ed estorsione. Le indagini sono partite da un omicidio avvenuto lo scorso ottobre

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