Acireale, teatro Maugeri ancora inagibile Volato via il tetto da due milioni di euro

Piove sulla cultura ad Acireale, e non solo metaforicamente. A quasi una settimana dalla tromba d’aria che ha messo in ginocchio diverse zone della città, a suscitare particolare apprensione sono le condizioni del teatro Maugeri. La struttura per giorni è rimasta esposta alle intemperie a causa della parziale distruzione della copertura, che ha determinato a sua volta l’allagamento dei locali. Per ovviare all’emergenza si è intervenuti con un’intelaiatura in legno, alla quale sono stati aggiunti dei teloni.

«La speranza è quella di riuscire a trovare una soluzione che ci consenta di intervenire il prima possibile, affinché non si aggravino i danni. Giovedì faremo un primo sopralluogo con il Genio civile», ha dichiarato il sindaco di Acireale Roberto Barbagallo. Un rimedio provvisorio che, nonostante non sia stato ancora possibile fare una esatta stima precisa dei danni, dovrà probabilmente spazio a costosi lavori di ripristino, come evidenziato dalle immagini registrate nel parterre allagato del Maugeri.

E in attesa di comprendere quali saranno le prossime mosse dell’amministrazione, attorno alle sorti del teatro è sorta una polemica riguardante le condizioni in cui la struttura versava prima della tromba d’aria. Sono stati in tanti a chiedersi come sia stato possibile che uno stabile ristrutturato di recente possa aver subito conseguenze di tale portata, con la copertura che parrebbe aver opposto ben poca resistenza al vento, al punto che parti di essa sono state ritrovate a diverse decine di metri di distanza: «È vero che la tromba d’aria è passata proprio di lì, ma il tetto sembrava carta velina – dichiara un residente –. A vederlo il materiale usato per la copertura ricorda il lamierino, siamo sicuri fosse adeguato a fare da tetto per un teatro così grande?».

La copertura, peraltro, aveva meno di dieci anni di vita. Il teatro fu oggetto di importanti lavori di recupero a partire dal 2007: con una delibera di giunta del 28 gennaio 2005, l’amministrazione guidata dall’allora sindaco, Nino Garozzo, approvò un progetto esecutivo di «completamento dell’intervento di restauro e adeguamento alle norme di sicurezza» per un importo complessivo di quasi 2 milioni e mezzo di euro. Risorse che per larga parte coprì la Regione con una delibera del dipartimento regionale per i Lavori pubblici del gennaio 2006: con quell’atto, infatti, dalla Regione arrivarono oltre 2 milioni di euro che, uniti a 362mila euro derivanti dall’accensione da parte del Comune di un mutuo presso la Cassa Depositi e Prestiti, servirono a rimettere in sesto il teatro.

I lavori di ristrutturazione vennero consegnati due anni dopo, a ridosso delle elezioni amministrative 2009. In quell’occasione, furono in tanti a protestare per una decisione che sembrò un mero spot elettorale da parte di un sindaco alla ricerca della riconferma come primo cittadino. Polemiche a parte, le vicissitudini del Maugeri continuarono al punto che nel 2011 iniziarono a verificarsi le prime infiltrazioni di acqua, alle quali seguì un nuovo intervento di riparazione.

Da lì in poi, la storia del teatro è stata simile a quella di molte altre strutture del settore. una storia ai margini, nel rispetto di quel ruolo che la politica a tutti i livelli sembra aver riservato per la cultura. Questo almeno fino alla scorsa settimana, quando i danni subiti dal Maugeri hanno improvvisamente ridestato l’attenzione generale. Sul futuro della struttura si era dibattuto solo lo scorso mese in seguito alla proposta del Comune di trasferire la proprietà dell’immobile alla nascente Fondazione Bellini, l’ente che, nei piani dell’amministrazione, avrà il compito di risollevare le sorti dell’omonimo teatro distrutto più di mezzo secolo fa da un rogo, gestendo al contempo le attività del Maugeri.

Propositi che non sono cambiati. Il passaggio di proprietà, che nelle settimane scorse ha fatto storcere il naso a chi teme una futura possibilità di pignoramento nel caso in cui i conti della fondazione non dovessero essere mantenuti in ordine, infatti rimane nell’agenda dell’amministrazione anche dopo la tromba d’aria. A confermarlo è il consulente economico del Comune, Salvo Nicotra: «Il processo di costituzione della fondazione – dichiara – non si arresta. Il Comune, al momento del conferimento, si obbliga al ripristino e messa in sicurezza». Sulla possibilità di istituire, così come già fatto per la Villa Belvedere, una commissione di verifica dei lavori nell’intento di appurare la qualità degli interventi fatti nel corso della ristrutturazione, il sindaco Barbagallo non si è sbilanciato. « Dopo la verifica delle condizioni, valuteremo il da farsi», ha concluso il primo cittadino.


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