«Servizio di bici elettriche entro Natale» La promessa del commissario dell’Autorità portuale

«Vorremmo fare un regalo ai catanesi: le biciclette elettriche entro Natale». Le hanno notate in tanti in questi ultimi giorni, le colonnine di ricarica per i veicoli a pedalata assistita in bike sharing. E Cosimo Indaco, commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania, conferma che all’avvio del servizio manca davvero poco. «Dobbiamo solo accordarci nei prossimi giorni con l’assessore alle partecipate del Comune di Catania, Giuseppe Girlando, e con Carlo Lungaro, presidente dell’Amt, per far gestire all’Azienda metropolitana trasporti il servizio. Io stesso – prosegue Indaco – giro in bici all’interno del porto, e nei primi tre mesi del 2015, dopo i collaudi della nuova darsena, avvieremo anche una serie di lavori di adeguamenti di sicurezza, per far transitare ciclisti e pedoni». 

Il progetto, finanziato dal Port pvev, programma operativo Italia-Malta 2007-13vinto dalla Am Engineering di Sora, in provincia di Frosinone, prevede la costruzione di un totale di cinque colonne di ricarica. Quattro, ognuna da otto posti, sono dedicate alle biciclette e si trovano, già ultimati, «in piazza Borselino, davanti alla Vecchia Dogana, alla spiaggia libera numero 1 della Playa e al molo di arrivo delle navi da crociera», prosegue Indaco. La quinta, sempre all’interno del porto «servirà a ricaricare due auto elettriche per volta, di qualunque tipo esse siano», spiega Alessandro Sollimano, direttore tecnico dell’azienda Ecospazio, azienda specializzata che si è occupata dell’installazione delle colonnine di ricarica. 

«Il costo totale per 32 biciclette e dell’installazione degli impianti di ricarica, tre dei quali sono alimentati ad energia solare e con batterie di emergenza, è stato di circa 260mila euro», afferma Sollimano, la cui azienda ha installato il primo impianto in Italia tre anni fa. «Il primo è stato nella nostra città, Trento, ma l’impianto di Catania è più moderno: è videosorvegliato, mentre le biciclette sono dotate di Gps antifurto: a Salerno una bicicletta rubata è stata recuperata in poco più di un’ora», spiega Sollimano. Le bici inoltre «hanno un monitor che dà i dati di viaggio, il tempo di utilizzo e la carica restante e – prosegue il direttore tecnico dell’azienda specializzata -, sono tutte di ultima generazione: motore tedesco e telaio italiano. Sul mercato privato bicilette così si trovano anche a 2mila euro». 

Il costo per l’Autorità portuale per ogni singola bici «è stato chiaramente molto più basso», specifica Sollimano. Che non conosce però i costi del servizio: «Noi ci siamo occupati solo dell’installazione: del resto, dalle tariffe alla manutenzione, si occuperà l’Autorità portuale». Servizi simili però, presenti in 18 città italiane tra le quali Firenze e la già citata Salerno «costano dai due ai tre euro l’ora, con un servizio di ricarica online e una app che si può installare sugli smartphone, per vedere se ci sono stazioni o bicilcette libere. Ma solitamente per incentivare il servizio si concede la prima mezzora gratis di utilizzo», conclude il direttore tecnico di Ecospazio.

Per quanto riguarda i lavori di adeguamento dello scalo etneo, tutto dipende dall’apertura della nuova darsena. «Entro l’anno finiremo i lavori per il recupero di due relitti affondati davanti alla nuova darsena. Ed entro i primi tre mesi dell’anno prossimo – spiega Cosimo Indaco – dovremmo riuscire ad avere una prima distinzione delle aree portuali: la darsena servirà la parte commerciale, e sarà dedicata a container e traghetti. Questo – prosegue il commissario straordinario dell’Autorità portuale -, consentirà di liberare l’area del cosiddetto porto vecchio, e di avviare i lavori per unire villa Pacini al porto. La cinta doganale verrà quindi spostata, e su questo progetto, che sogno da quando ero presidente dell’Autorità quindici anni fa, sono già al lavoro il Dipartimento di urbanistica dell’università di Catania, l’Ance, l’ordine degli ingegneri e il Comune». 

Secondo quanto dichiarato da Indaco infatti «il porto dovrà iniziare a rispondere alle varie vocazioni cittadine, che sono sia commerciali che turistiche. Questo si può realizzare dividendo l’area in zona specializzate. La nuova darsena è più vicina all’asse dei servizi e alla zona industriale, e consentirà ad aziende come 3Sun o Ikea di continuare a movimentare migliaia di container. E di valorizzare l’attività diportistica, di pesca e sportiva in altre aree. Magari avviando anche nuove prospettive occupazionali per i tanti giovani di talento costretti ad emigrare», conclude il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Catania.


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