Combine Catania, è il giorno degli interrogatori Cosentino nega: «Se è tutto vero, è una follia»

Interrogatori di garanzia con un finale a sorpresa: la confessione davanti al giudice Fabio Maria Digiacomo dell’ex presidente della società sportiva Antonino Pulvirenti. È il colpo di scena dell’indagine I treni del gol, in cui è coinvolto – ed è stato sentito oggi – anche l’ex amministratore delegato Pablo Cosentino. Assieme a loro, il presunto intermediario Giovanni Luca Impellizzeri, titolare di agenzie di scommesse sportive. Sono tutti accusati di truffa e frode sportiva. E se l’ormai ex amministratore delegato si è dichiarato estraneo ai fatti, lo stesso non ha fatto Pulvirenti, che nel corso del suo lungo interrogatorio avrebbe ammesso l’acquisto delle partite. Negando, però, il suo coinvolgimento nelle scommesse.

Cosentino è stato interrogato per primo ed è uscito, alle 11, senza rilasciare dichiarazioni. Poi è stato il turno di Impellizzeri, che si è avvalso della facoltà di non rispondere. Prima di lui, ad aver scelto la strada del silenzio era stato l’ex direttore sportivo Daniele Delli Carri. Il quale, sentito a Chieti, aveva preferito non rispondere alle domande del gip. Terzo e ultimo a essere sentito dai magistrati è stato il proprietario della formazione rossazzurra.

Secondo gli inquirenti, gli indagati avrebbero controllato il risultato di cinque partite di serie B, con l’obiettivo di evitare la retrocessione del Catania. Assieme al controllo del match, è stato scoperto un giro di scommesse parallelo che – data la certezza di ottenere il risultato – avrebbe permesso guadagni 15 volte superiori rispetto alle puntate. In attesa degli esiti degli interrogatori di oggi, l’ufficio del gip è blindato.

Il primo ad arrivare al tribunale di Catania è stato – al mattino presto – Antonino Pulvirenti. Scortato dagli uomini della World service, il servizio di vigilanza privata che si è sempre occupato della sicurezza di Torre del grifo e dei giocatori rossazzurri. Poco dopo è arrivato anche l’ad Pablo Cosentino, che ha fatto il suo ingresso dalla porta laterale di via Francesco Crispi. Per ultimo, alle 9.36, è entrato in tribunale Impellizzeri, con il suo difensore, Gaetano Sassanelli. Noto per aver difeso gli ultras del Bari in un processo sul calcioscommesse.

Antonino Pulvirenti non rilascia dichiarazioni. E non potrebbe fare altrimenti, considerato che si trova agli arresti domiciliari. Alla sua difesa pensano gli avvocatiGiovanni Grasso e Fabio Lattanzi, del foro di Bari. Il primo interrogatorio è quello di Pablo Cosentino, difeso dall’avvocato Carmelo Peluso, lo stesso legale che difende Mario Ciancio Sanfilippo. Cosentino, interrogato dal giudice, avrebbe negato ogni responsabilità. «Il mio assistito ha solo detto che non c’entrava nulla – afferma l’avvocato Peluso – Il giudice gli ha chiesto che opinione si fosse fatto e lui ha risposto: “Se è vero quello che c’è scritto qui, è una follia“». Quello che è accaduto, secondo Cosentino, sarebbe «incompatibile con il suo ruolo all’interno del Catania Calcio». Perché, precisa il legale, se il compito di Pablo Cosentino era di far vincere il campionato ai rossazzurri, «andare a corrompere per vincere le partite sarebbe stato come ammettere il suo fallimento».

«Pablo Cosentino non ha più rapporti con il Catania Calcio», precisa Carmelo Peluso. Il contratto dell’amministratore delegato, infatti, scade domani mattina. Ma lui si sarebbe già dimesso da quel ruolo. «Il suo futuro certamente non sarà a Catania», conclude. Cosentino, uscito dal tribunale, è entrato dentro a una Dacia nera, con la quale si è allontanato dal Palazzo di giustizia. Nel frattempo, Pulvirenti aveva cominciato la sua audizione. Che è durata circa un’ora e un quarto e si è conclusa intorno alle 12.40. In piazza Verga, nel frattempo, il dispiegamento di forze è imponente. Tanto da stupire avvocati e passanti. Manca, però, la tifoseria organizzata, attesa da molti. Ci sono circa quattro tifosi davanti all’ingresso principale del tribunale e una decina davanti all’ingresso laterale.


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