Sant’Agata, il fercolo rientra nella Cattedrale  Strade coperte di cera e ordinanza disattesa

Il fercolo di Sant’Agata rientra in Cattedrale quando le lancette degli orologi segnano quasi mezzogiorno. Si conclude quindi con un considerevole ritardo, rispetto alla tabella di marcia, l’edizione 2016 della festa della patrona di Catania. Dopo i tradizionali fuochi pirotecnici di piazza Borgo, sparati quando era già l’alba, le reliquie hanno raggiunto la salita di via Sangiuliano poco prima delle 9. L’arteria, che conduce fino al cuore barocco di via dei Crociferi, è stata affrontata dai devoti a passo d’uomo, come avviene ormai da diversi anni dopo la tragica morte di Roberto Calì nel 2004. Il giovane dopo essere stato travolto dal fercolo rimase ferito e morì qualche giorno dopo. 

Il problema, conclusi i tre giorni di festeggiamenti, torna a essere la cera che ha ricoperto le strade interessate dal cosiddetto giro internoL’ordinanza emanata dal primo cittadino Enzo Bianco che imponeva il divieto di accendere le torce lungo il tracciato della processione, disponendone l’utilizzo nelle aree della legalità, non è stata rispettata dai fedeli. «Nessuno ci ha detto di spegnerli, la devozione è più forte di qualsiasi divieto», spiega un giovane che indossa il tradizionale sacco bianco, l’abito dei devoti agatini. Numerosi sono stati i tombini in fiamme a causa della cera calda che si è mischiata con la segatura presente nei pozzetti. 

Un’ipotesi probabilmente prevista dagli uffici di Palazzo degli elefanti che hanno impegnato centinaia di operai a spargere tonnellate di segatura mista a terriccio lungo le strade, prima dell’inizio della processione. «Non si era mai visto tutto questo materiale per terra», spiega una banconista di un bar a piazza Borgo. Il lavoro per la rimozione di cera e segatura è iniziato nelle prime ore della mattina di oggi. Oltre agli addetti allo spazzamento sono coinvolti nelle operazioni anche una quarantina di mezzi meccanici: autocompattatori, camion con cassoni scaricabili, mini-escavatori e autocarri per il trasporto dei rifiuti. Saranno interdette al traffico una parte di via Etnea e di via Caronda, almeno per un paio di giorni.

L’edizione 2016 della festa verrà sicuramente ricordata per Il flop della tradizionale fiera all’ex mercato ortofrutticolo. L’evento, inaugurato alla vigilia delle festività e che si sarebbe dovuto svolgere fino a domenica, è stato boicottato dai commercianti ambulanti. Una scelta giustificata dall’eccessiva distanza dell’area fieristica individuata dal comune rispetto al centro cittadino. «Per il prossimo anno possiamo già dire che la fiera di Sant’Agata si può fare solo alla villa Bellini altrimenti possiamo anche cancellarla dal programma», spiegava a MeridioNews Arturo Coglitore, presidente di Fiva Confcommercio, il sindacato che rappresenta gli espositori itineranti.

Uno dei capitoli delle festività è quello che riguarda le misure di sicurezza in Cattedrale e lungo il percorso. Per la prima volta sono stati utilizzati dei metal detector fissi al Duomo, oltre ad alcuni dispositivi portatili per effettuare controlli a campione. I fedeli hanno risposto alla novità, dettata dalle minaccia terroristica a livello internazionale, in maniera ordinata, in modo particolare nelle fasi precedenti alla messa dell’aurora. Sul campo sono stati più di quattrocento i vigili urbani che hanno lavorato suddivisi in tre turni di lavoro. Sempre in tema di controlli l’edizione appena conclusa è stata quella del nuovo regolamento per le candelore. Tre pagine di prescrizioni dalle quali sono stati però esclusi la fedina penale dei portatori delle varette gli ambulanti. Che, anche quest’anno, hanno fatto da contorno alla festa, tra carrelli della spesa pieni di bevande e bracieri stracolmi di carne. Per la questura il bilancio tuttavia è nel complesso positivo: «Nel corso delle giornate di festa – si legge in una nota diramata nella tarda mattina -, negli uffici risultano sporte pochissime denunce. Si tratta, per lo più borseggi, reati di destrezza difficilmente contrastabili nel bel mezzo della ressa, di cui solamente cinque sono stati commessi nel centro storico». 


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