Le difficoltà di Geotrans, azienda modello confiscata «Dopo Ercolano tanti produttori ortofrutta andati via»

Un bilancio in regola che poche aziende di autotrasporti possono permettersi, zero licenziamenti e standard occupazionali garantiti con salari che vengono versati alla fine di ogni mese. Sono soltanto alcuni dei tratti distintivi della Geotrans, colosso del trasporto su gomma, un tempo fiore all’occhiello della famiglia mafiosa degli Ercolano, oggi sotto amministrazione giudiziaria. A gestirla da marzo 2014 è il commercialista catanese Luciano Modica. Due anni passati a rimboccarsi le maniche per evitare l’ennesimo fallimento dello Stato nella gestione di un bene che sarebbe stato riconducibile a Cosa nostra

Recentemente l’azienda ha chiesto l’iscrizione alla Fai service, una cooperativa che offre servizi al settore, collegata alla Federazione autotrasportatori italiani. Modica, in una lettera pubblica indirizzata ad Addiopizzo Catania, nei giorni scorsi ha lamentato il mancato accoglimento della sua domanda: «In una riga ci hanno detto di no, attenendosi a dei report negativi, a una governance da chiarire chiedendo anche integrazioni documentali». Una risposta che secondo il tutore potrebbe nascondere un pesante velo fatto di pregiudizi e sospetti.

I diretti interessati alla vicenda, contattati da MeridioNewsrimandano al mittente le accuse spiegando che il mancato ok dipenderebbe da quello che definiscono un «rating negativo». Ecco perché a Geotrans è stato chiesto di aggiungere alla domanda anche il bilancio 2015. All’attendismo della cooperativa si aggiunge anche «il volerci vedere chiaro sulla situazione giudiziaria». L’azienda è sottoposta a una confisca di primo grado che potrebbe diventare definitiva soltanto dopo gli altri gradi di giudizio. I tempi tuttavia non sono decifrabili e il processo in cui è coinvolto l’ex proprietario Enzo Ercolano è soltanto all’inizio. «Bisogna precisare che Geotrans è iscritta alla Fai, che è la parte sindacale. La parte service è quella commerciale che ha bisogno di determinate garanzie», puntualizzano. A valutare negativamente la posizione di Geotrans è stato un ufficio contabile interno alla federazione.

Alcuni produttori sono andati via subito, quando mi sono insediato come amministratore

«Il bilancio che ci viene chiesto sarà sempre in regola ma con qualche differenza rispetto a quello del 2014». Il nodo viene chiarito dallo stesso Modica: «Il problema nostro nel prossimo rendiconto sono i trasporti con il settore ortofrutticolo. I produttori hanno tagliato le commesse», spiega a MeridioNews. Molti imprenditori hanno scelto di spostare pomodorini, arance e ortaggi dalla Sicilia verso il Nord con altri vettori. Perché? A tanti potrebbe essere andata di traverso la scelta di Modica di collaborare con l’associazione antiracket etnea, con tanto di logo impresso sui teloni dei vettori e una scritta che non lascia spazio a dubbi: «La legalità viaggia con le aziende confiscate». Geotrans prima dei problemi giudiziari della famiglia Ercolano operava in maniera monopolista per il trasporto dell’ortofrutta al Sud Italia, ma adesso la situazione è cambiata: «Alcuni sono andati via subito, quando mi sono insediato, nonostante la riduzione delle tariffe. Discorso diverso al Settentrione dove non abbiamo grosse difficoltà con le importazioni». 

«Per essere economicamente vantaggioso un nostro vettore deve essere carico di merce sia quando sale che quando scende – puntualizza Modica – Mandare i camion al Nord senza merce porta a un notevole danno, considerando che una delle produzioni principali in Sicilia è proprio quella legata all’ortofrutta». Dalla Fai fanno sapere di voler continuare i contatti con Modica ma in forma privata, l’eco mediatico non è stato apprezzato, «potevamo discuterne in maniera diretta, avrà preso un abbaglio», tagliano corto. «I nostri bilanci parlano chiaro – prosegue Modica – nel bilancio 2014 l’utile è stato di 560mila euro per un patrimonio netto di 3,2 milioni. Abbiamo comprato anche tre nuovi mezzi grazie a un prestito concesso da una banca». 

«Nonostante il no della Fai service, Geotrans può certamente andare a trovare altri fornitori che si occupano di servizi all’autotrasporto – spiega Cinzia Franchini, presidente modenese della Federazione italiana trasportatori artigiani, unica sigla che ha chiesto di costituirsi parte civile nel processo Caronte contro gli Ercolano -. Volendo fare un parallelismo tra quanto sta accadendo in Emilia Romagna e in Sicilia, relativamente alle imprese confiscate, è da stigmatizzare il comportamento di quegli imprenditori produttori, grandi e piccoli che, potendo scegliere, optano di non lavorare più con l’impresa confiscata»


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