Alberi abbattuti a San Gregorio e a Catania «I Comuni preferiscono il cemento al verde»

Primavera in arrivo e alberi in meno, almeno a Catania e a San Gregorio. Sono una decina gli alberi di Falso pepe che sono stati tagliati alla base a nel Comune dell’hinterland etneo. L’operazione – effettuata dagli operai comunali in corso Europa – fa storcere il naso agli esperti e ai cittadini. «Gli Schinus molle, è questo il nome scientifico delle piante, hanno un portamento che ricorda i salici e facevano assumere alla strada della circonvallazione un aspetto decoroso, fornivano ombra e frescura e favorivano lo smaltimento delle particelle solide inquinanti», interviene il professore e naturalista Giuseppe Sperlinga. «Non capisco perché li abbiano uccisi, anche perché ho verificato che le piante godevano di ottima salute», continua l’esperto. Il sindaco Carmelo Corsaro di San Gregorio motiva la decisione sostenendo invece che: «Gli alberi erano ammalati e la loro chioma ricadeva sul marciapiedi, impedendo ai pedoni di usufruirne». 

«Gli alberi recisi non fanno parte di specie protetta e, a scanso di equivoci, c’è da dire che il legno di risulta dei Falso pepe non si può utilizzare nemmeno per i camini», continua il primo cittadino di San Gregorio. Che promette: «A breve è previsto il rifacimento dei marciapiede e successivamente l’impianto di alberi più consoni a un viale molto frequentato oltre che da automobili, anche da pedoni». «Secondo l’amministrazione gli arbusti costituivano un pericolo per la cittadinanza ma, se così fosse stato, avrebbero potuto potarli in maniera adeguata, tramite un sistema di contenimento, o impiantarli da un’altra parte», precisa il professore Sperlinga. Che ricorda: «In passato le piante di corso Europa anziché essere sfoltite alla chioma venivano attozzite in maniera disordinata, ma almeno non venivano uccise».

Ma «ancora una volta le amministrazioni comunali sugli alberi cittadini preferiscono tagliare», aggiunge l’esperto. Che porta come esempio l’intervento del Comune di Catania sulle piante della circonvallazione, alle quali «non è stata lasciata nemmeno una foglia». «Certi interventi di messa in sicurezza si possono effettuare anche con una potatura più moderata», dice Sperlinga. Un attacco agli enti e ai privati in materia di verde arriva, questa mattina, anche dalle associazioni catanesi Legambiente, Lipu e WWF che lanciano l’allarme di una palma da datteri ultracentenaria recisa in via Sgroppillo, in una porzione di strada a confine tra il capoluogo etneo e il Comune dell’hinterland, e dove da tempo ci sono i lavori pubblici per il rifacimento della strada e la sistemazione di una rotatoria. «Un secolo di storia buttato giù in pochi minuti con un colpo di motosega, per un monumento della natura che viene meno a Catania», racconta il presidente del circolo catanese Legambiente Alfredo Tamburino. «L’abbattimento avrà avuto le sue logiche ma ci intristisce che gli enti continuino a preferire il cemento e l’asfalto alla vita delle piante», conclude il referente. 


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