Le testate universitarie sono unutilissima palestra per gli studenti di comunicazione e giornalismo. Solo formando coscienze e sguardi vigili sul mondo le facoltà umanistiche avranno raggiunto il loro obiettivo
Stampa e università? Un matrimonio perfetto
Sopprimere i giornali studenteschi mi sembra uno spergiuro nei confronti della libertà di pensiero e di critica che – al di là dei meri contenuti teorici – sono il sale delle facoltà umanistiche. O forse è un campanello d’allarme per le facoltà umanistiche in generale? Se la ricerca arriverà sempre più da fondi privati a chi interesserà domani la libertà di pensiero? Nelle facoltà scientifiche gli investimenti sono considerati produttivi perché utilizzabili in direzione del business. Nelle facoltà umanistiche no. La libertà di pensiero e critica è business? No, anzi, dà fastidio a chi persegue solo interessi economici tout court.
Siamo sicuri che questo spunto di riflessione preliminare sia necessario. Bisogna formare coscienze e sguardi vigili sul mondo, e voci critiche. Solo così l’istruzione universitaria avrà raggiunto il proprio fine, non come laureificio.
E allora i giornali universitari sono un luogo in cui gli studenti raccontano il mondo che li circonda, uno strumento da incentivare e sostenere. Altro che sopprimere!
Mi si lasci dire inoltre come giornalista di professione e docente di giornalismo alla Facoltà di Lingue e letterature straniere – Tecnica del giornalismo per il corso di laurea in Scienze per la comunicazione internazionale e Sistemi europei dell’informazione assieme al collega Fabio Albanese per la laurea specialistica in Lingue europee per la comunicazione internazionale – che i giornali universitari sono utilissima palestra per gli studenti dei nostri corsi di comunicazione e giornalismo. Molti redattori di Step1 e di Radio Zammù sono usciti dai miei corsi.
La prima cosa che dico ai miei studenti è: non siamo qui per fare teoria ma per imparare a leggere e scrivere i giornali. L’esigenza è semmai quella di espandere i giornali universitari rendendoli più funzionali ai corsi. Mi passano sotto gli occhi numerosi articoli scritti dai miei studenti, molti dei quali con notizie rinvenute autonomamente: valide notizie e validi articoli meritevoli di pubblicazione. Ogni tanto qualcuno viene pubblicato su Step1, ma molti altri meriterebbero visibilità. Dunque do tutto il mio sostegno alla redazione volenterosa e solerte di Step1 e Radio Zammù e a tutte le iniziative studentesche. Vanno aiutate a crescere, non a morire.
* giornalista e docente