«A noi cittadini di Catania tutto appare inevitabile. Ma davvero non cè alternativa tra adattarsi e andare via? Se lo chiede, dopo la puntata di Report, la professoressa Francesca Longo, ordinario di Scienza Politica presso lUniversità di Catania
La Milano del Sud (nel senso di Fossati)
Domenica 15 Marzo in “Report” Catania mi appare “livida e sprofondata per sua stessa mano”, come canta, per altra città, Ivano Fossati. Una città per anni devastata dalla connessione tra voti, politica e mafia. Niente di nuovo, certo. Non saranno stati in molti a stupirsi dei fatti mostrati dal programma di Rai Tre. Al contrario, molti avranno pensato che questi fatti (oltremodo scandalosi) sono noti e di essi se ne mormora da tempo immemorabile. Ma è proprio per questo che la città appare livida e sprofondata per sua stessa mano: a noi cittadini di Catania tutto appare possibile. Le distrazioni di fondi pubblici, gli spostamenti dei pubblici dipendenti, l’abbandono dei pubblici edifici nelle mani della mafia , le costose opere pubbliche inaugurate e abbandonate, i silenzi dell’informazione: tutto è comunque inevitabile.
Le possibili soluzioni sono sopravvivere adeguandosi o andare via. E’ davvero così? O forse, dottor Ciancio non è vero, come lei afferma nelle pagine del suo giornale, che Catania in questo momento non aveva bisogno di una trasmissione di tal sorta? I fatti, anche se confezionati al fine di raggiungere l’obiettivo che ci si era prefissati, tali rimangono almeno fino a quando altri fatti non intervengano a smentirli. E fare i conti con i fatti sbattuti violentemente in prima pagina (non certo della stampa locale) , scoprendo che incidono profondamente sul vissuto quotidiano individuale, forse potrebbe essere l’unica via in grado di accendere anche nel cittadino catanese una reazione di dignità che permetta a questa città di smettere di affondare (….per tornare a Ivano Fossati).
* ordinario di Scienza Politica presso l’Università di Catania