Sono oltre cento i carabinieri che stanno eseguendo le ordinanze di custodia cautelare, richieste dalla Dda di Catania. Ai vertici del gruppo, dedito al traffico di droga, alle rapine e all'imposizione della vigilanza nei locali, c'era Pietro Carmelo Olivieri. Che aveva preso le redini dopo la morte dello storico leader Paolo Brunetto
Cosa nostra, operazione contro clan Brunetto Arrestate 12 persone tra Giarre e Castiglione
Operazione antimafia in queste ore sul litorale jonico contro il clan Brunetto. Oltre un centinaio sono i carabinieri messi in campo per eseguire 12 ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del tribunale di Catania, su richiesta della Direzione distrettuale antimafia, nei confronti di un gruppo legato alla cosca affiliata alla famiglia Santapaola-Erconaleno e operante nella zona di Castiglione di Sicilia, Fiumefreddo, e Giarre. Le accuse sono di associazione di tipo mafioso, detenzione e porto illegale di armi, detenzione e spaccio di stupefacenti e rapina. Il gruppo, inoltre, era solito rapinare autotrasportatori con lo scopo di agevolare l’organizzazione.
Secondo gli inquirenti, a svolgere un ruolo di vertice era Pietro Carmelo Olivieri, reggente dopo la morte dello storico leader Paolo Brunetto e il periodo di detenzione in una struttura terapeutica di Marsala del fratello di quest’ultimo, Salvatore.
Dalle indagini che hanno portato all’operazione – ribattezzata Kallipolis – è emerso che il gruppo, oltre a essere dedito al traffico di droga, ai furti e alle rapine, imponeva ai locali della zona il proprio sistema di vigilanza: buttafuori legati al clan, con l’obiettivo di sottolineare la capacità di controllo sul territorio. Spasmodica viene definita dai magistrati, infine, la ricerca delle armi con le quali il sodalizio si preparava a eventuali scontri con gruppi rivali.