Comunali 2017, spaccature saldate ad Aci Catena Quattro candidati tra riunioni notturne ed eredità

Aci Catena indossa la veste da cerimonia per eleggere il sindaco e i 16 consiglieri che guideranno la macchina amministrativaSaranno quattro gli schieramenti pronti a concorrere per il Palazzo di città: la coalizione di centrodestra capitanata da Nello Oliveri, con sei liste a sostegno; il centrosinistra che converge sulla figura di Francesco Petralia, con cinque liste al seguito; il Movimento cinque stelle guidato da Bartolomeo Tagliavia; e le forze di sinistra – Aci Catena bene comune e Socialisti liberaldemocratici -, che hanno deciso di correre da sole a sostegno di Basilio Orfila, con la lista Aci Catena cambia. Uno scenario che vede due schieramenti forti che fanno leva sui politici di vecchio corso. Ad approfittare potrebbero essere però i due outsider: pentastellati e forze di sinistra.

Il Comune – retto pro tempore dal commissario Enzo D’Agata, in seguito ai fatti che hanno portato all’arresto del sindaco Ascenzio Maesano e del consigliere comunale Orazio Barbagallo – adesso deve fare i conti con il presunto pericolo di dissesto finanziario. A pesare sulle spalle di Aci Catena sono stati anche i fatti di GettonopoliIl primo capitolo sui famigerati gettoni di presenza si è chiuso il 16 marzo e ha visto il rinvio a giudizio di sette consiglieri comunali accusati di truffa e falso. Questo passaggio ha rallentato la discesa in campo di molti ex consiglieri: parecchi sono rimasti alla finestra nell’attesa di accodarsi al treno più favorevole. Nonostante tutto, è da rilevare come la maggior parte dei rinviati a giudizio abbia rinnovato la propria candidatura al consiglio comunale, sia a sostegno di Oliveri che di Petralia. Eccetto l’ex consigliere Pippo Urso, che ha deciso di non candidarsi.

Con queste premesse, si è arrivati a questa campagna elettorale in maniera soporifera. All’apparenza, tutto si è mosso lentamente, con la sola eccezione della destra di Nello Oliveri e del Movimento cinque stelle: questi, già due mesi fa annunciavano la loro discesa in campo. Ma i retroscena sono stati tantissimi e intricati.

Il centrodestra, tra indecisioni e accordi notturni
Senza Ascenzio Maesano, con una situazione politica regionale e nazionale che non è certo d’aiuto, il centrodestra catenoto perde il suo collante e si divide in anime diverse, ma la regola – fino a poco prima della presentazione delle liste – sembrava una: i volti della ex amministrazione sembravano non concordare con la candidatura di Oliveri. Quest’ultimo, inizialmente, pareva volesse rimarcare una differenza con la passata legislatura. È in questo contesto che il centrodestra, che fino a qualche mese fa ha amministrato la città, cercava di pescare dal mazzo una seconda figura capace di unire le diverse espressioni all’interno della coalizione. Le voci, infatti, sembravano insistere su Salvatore Finocchiaro, ex presidente del Consiglio e figura da sempre stimata dall’ex sindaco Ascenzio Maesano. 

Finocchiaro, giovane e con una buona dose di cultura alle spalle, a marzo siglava un accordo tra il suo movimento Lo strappo e La nostra Aci Catena, capitanato dall’ex consigliere Francesco Grasso. Un contesto che però avrebbe fatto storcere il naso alle anime storiche di Alleanza nazionale Giovanni Grasso e Giuseppe Aleo, i quali avrebbero pensato di farsi forti sulla base dell’esperienza politica coltivata con Oliveri, Nicotra e Maesano. L’obiettivo iniziale sarebbe stato di correre da soli, indicato come candidato Giovanni Pulvirenti, già assessore della giunta Nicotra. È così che nasce il movimento politico #Ilmomentogiusto: un gruppo di studio formato da ragazzi mai stati in politica. La nuova realtà sembrava andare forte, e Giovanni Pulvirenti presenta la sua candidatura alla stampa. 

Una mossa che però non va genio al resto dell’ex coalizione, che tra ripensamenti e riunioni che si protraggono fino alle ore piccole, sembra non trovare la quadra. Il movimento #Ilmomentogiusto pare non ricevere ampi consensi. Così, dopo l’ennesima riunione, viene ritirata la candidatura di Giovanni Pulvirenti e, a sorpresa, tutto il centrodestra si accoda a Nello Oliveri e ai suoi movimenti civici. Una prova di forza e un rospo ingoiato da quasi tutta l’ex maggioranza. Giovanni Pulvirenti viene sacrificato sull’altare politico: è designato vicesindaco della giunta Oliveri. Mentre la maggioranza che sosterrà Oliveri vede la quasi totale riconferma degli uomini di Maesano.

Il centrosinistra e la nuova alleanza
Il centrosinistra catenoto, forte dell’appoggio degli uomini che contano a Palermo, sa benissimo di poter fronteggiare la coalizione avversaria e propone ancora Francesco Petralia, dopo che quest’ultimo è stato sconfitto al ballottaggio da Maesano nella ultima tornata elettorale. Il deputato regionale Nicola D’Agostino di Sicilia futura intanto salda il sodalizio col Partito democratico rappresentato dal segretario regionale Fausto Raciti. In un primo momento, la proposta di D’Agostino era schierare in campo l’ex consigliere Pippo Sciacca. A spuntarla, però, è Petralia: Sciacca sarà il suo vice.

Una candidatura che è il frutto di un patto politico delle segreterie di partito: ci sarebbe anche il consenso dell’onorevole Raffaele Nicotra e di Luca Sammartino. Petralia, delfino di Nicotra, già vicesindaco dal 2008 e 2012, oggi è commissario delle Terme di Acireale. Intanto la nuova coalizione aggrega a sé il già citato Salvatore Finocchiaro, il quale, da aspirante sindaco del centrodestra, sorvola sulle alleanze strette in passato a sostegno del sindaco di centrosinistra. Queste certezze, però, si sono fatte attendere. Qualcuno parlava di un Petralia poco convinto, che si sarebbe deciso soltanto lunedì scorso. A mancare alla riunione sarebbe stato l’onorevole Nicotra, la cui assenza avrebbe lasciato aperti svariati punti di domanda. Il gruppo, nel frattempo, ottiene il benestare del veterano Turi Cutuli, storico democristiano, in Consiglio comunale da anni, alle scorse elezioni a sostegno di Maesano.

In questo quadro così intricato risaltano Aci Catena cambia e il Movimento cinque stelle. I due movimenti che in questi anni si sono ritagliati il compito di vigilare sui travagli del municipio e che oggi si presentano come vera opposizione. I grillini hanno da sempre portato avanti la candidatura di Bartolo Tagliavia, incontrando i cittadini e provando a colmare le lacune legate alla poca esperienza politica. Dall’altra parte, Basilio Orfila esce fuori in extremis, proprio alla chiusura delle liste. Sarebbero state diverse, infatti, le indecisioni maturate all’interno del movimento e legate, pare, a una certa mancanza di candidati. Con l’irrompere in scena dei Liberaldemocratici, che avevano pensato alla figura di Luca Calascibetta come candidato sindaco, si è consacrato un nuovo sodalizio.


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