Bastione degli Infetti, la «trattativa» per gli abusivi Progetto modificato e lavori in pausa fino a venerdì

«Certo, la palizzata è brutta, ma stiamo trattando per vedere se riusciamo a farla arretrare di qualche metro». Il Bastione degli Infetti questa mattina era pieno come solo durante gli appuntamenti organizzati dal comitato popolare Antico corso. C’erano gli assessori all’Ecologia e alla Cultura, Rosario D’Agata e Orazio Licandro; c’era Lara Riguccio, responsabile del progetto di riqualificazione dell’area a due passi da via Plebiscito; c’erano gli esponenti del gruppo di residenti che da anni si prende cura di quell’oasi in via Torre del vescovo. Che però deve fare i conti con le baracche abusive che sono state costruite, negli anni, proprio nel perimetro del terreno che contiene le storiche fortificazioni, e che è di proprietà di una delle Ipab regionali in liquidazione. Dietro la palizzata di cui parla l’assessore Licandro c’è un bel cavallo, ci sono gli abiti stesi in un cortile fatto di case che non dovrebbero esserci, coi muri di mattoni forati a vista e le coperture di quello che sembra amianto. «Quella zona non è inclusa nella convenzione stipulata con il Comune circa 15 anni fa – precisa Riguccio – I documenti sono vecchi, ma anche all’epoca c’era una sorta di delimitazione che non includeva l’area in questione. Stiamo vedendo se riusciamo a recuperare qualcosina». In altri termini: quando i lavori al Bastione saranno finiti, il cavallo e le case potrebbero essere ancora lì. Nascosti da qualche nuovo albero e a pochi metri dalla piccola area giochi che è stata immaginata.

Il caso dei 333mila euro da spendere per il Bastione, sollevato da MeridioNews due settimane fa, è montato giorno dopo giorno. E ha alla base una contrapposizione tra il comitato Antico corso e l’amministrazione comunale. Per anni, infatti, ad aprire al pubblico la struttura hanno pensato un gruppo di residenti del quartiere, che hanno anche attirato l’attenzione del Fai, Fondo ambiente italiano. All’inizio di dicembre 2016 la riqualificazione è stata inserita tra i progetti che avrebbero potuto essere finanziati tramite lo strumento della democrazia partecipata: davanti a un elenco di sei voci, i cittadini avrebbero potuto votare – tramite email – quella per la quale avrebbero voluto che fossero spesi il due per cento dei trasferimenti della Regione al Comune. Il Bastione, grazie anche all’attenzione generata dal comitato, dovrebbe avere vinto staccando di gran lunga la concorrenza. Il condizionale, però, è d’obbligo: il numero delle preferenze così come la documentazione tramite la quale si identificavano gli interventi da rendere votabili sono nelle mani dell’ufficio di gabinetto del sindaco e non sono ancora stati resi noti. Nonostante le almeno due richieste di accesso agli atti che sono state formulate: la prima del MoVimento 5 stelle, la seconda dalla commissione Lavori pubblici del Consiglio comunale.

A fare levare gli scudi degli attivisti dell’Antico corso era la formulazione originaria del progetto, che avrebbe previsto due aree giochi per i bambini all’interno di un bene archeologico, «che dovrebbe rimanere tale e il cui valore deve essere chiaro al di là dello spazio per i giochi». Senza contare i dubbi a proposito della base su cui si dovrebbe poggiare l’altalena prevista, una «gettata di cemento inaccettabile», secondo i residenti. A cui si è aggiunta la voce di chi chiede chiarezza sui lavori dal punto di vista politico. «Si tratta chiaramente di un intervento di manutenzione straordinaria – diceva in commissione il Consigliere comunale Niccolò Notarbartolo – L’iter amministrativo che è stato è quantomeno dubbio». Adesso, dopo le pesanti polemiche nate dentro e fuori Palazzo degli elefanti, è arrivata la rimodulazione: un solo spazio per i giochi e non più nello spazio più largo al centro del Bastione, bensì a margine, al confine con l’ormai famosa palizzata. E se il processo non è stato «partecipato» all’inizio, dovrebbe esserlo d’ora in poi. «La centralità del Comitato non sarà messa in discussione», garantisce Orazio Licandro. A chi gli domanda il perché della sua presenza nel cantiere, questa mattina, lui replica secco: «È un bene archeologico – sottolinea – Di questi posti si occupa il mio assessorato. È uno spazio splendido, lo vedo già come location per una grande quantità di eventi culturali». 

Un primo accordo, intanto, prevede che i lavori all’interno del Bastione degli Infetti (dove nel frattempo è stata rinvenuta l’ossatura di un altro muro antico) siano sospesi fino a venerdì. Quando, in mattinata, nella sede dell’assessorato all’Ambiente si terrà un tavolo tecnico sul futuro della struttura, al quale dovrebbe essere presente anche la soprintendenza ai Beni culturali. «Ci incontriamo, discutiamo. L’appuntamento si sarebbe dovuto fare prima che si avviasse il cantiere», sbotta Salvatore Castro, presidente del comitato popolare Antico corso. «Si sta rimediando adesso, sebbene in ritardo. Cosa si sia inceppato prima non è dato sapere», commenta Renato Camarda, presidente dimissionario della Fabbrica del decoro, organismo che avrebbe dovuto essere votato proprio al dialogo tra la giunta comunale e l’associazionismo. Gli operai della ditta, però, non incroceranno le braccia: continueranno a lavorare all’esterno, nelle aiuole che precedono la Torre del Vescovo e che fanno da cornice alla stazione di servizio che costeggia via Plebiscito. Nel frattempo rimane confermata la manifestazione di piazza Università che era stata organizzata per giovedì pomeriggio, prima dell’apertura di questo dialogo da parte dell’amministrazione.


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