Motta, Oikos progetta impianto trattamento percolato Di Guardo: «Pronti anche a fare sciopero della fame»

Oikos intende dotare la discarica Tiritì-Valanghe d’inverno di un impianto di trattamento del percolato, il liquame che trae origine dall’infiltrazione di acqua nella massa dei rifiuti o dalla decomposizione degli stessi. Con un annuncio pubblicato lunedì su alcuni quotidiani regionali, la società – che in passato si è pure occupata del servizio di igiene urbana a Catania – ha rivelato di aver richiesto all’assessorato regionale Territorio e Ambiente la valutazione di impatto ambientale di una simile struttura, «con capacità superiore a 100 tonnellate al giorno» e con «una capacità media quotidiana pari a 300 metri cubi». Il riquadro apparso sulla carta stampata elenca inoltre i metodi di «smaltimento e recupero» previsti dal progetto: ovvero l’incenerimento e i trattamenti contemplati in alcuni allegati del decreto Ronchi sui rifiuti.

Può essere interessante approfondire. Per quel che riguarda i modelli di smaltimento riassunti nell’allegato b della normativa nazionale, ci sono nell’ordine: il trattamento fisico-chimico che dia origine a composti o a miscugli eliminati secondo evaporazione, essiccazione o calcinazione, l’incenerimento a terra e l’incenerimento in mare. La lettera R1 dell’allegato seguente parla invece di «utilizzazione principale (del percolato, ndr) come combustibile o come altro mezzo per produrre energia». A destare curiosità è soprattutto l’ipotesi dell’incenerimento in mare, considerato che lo stabilimento, nel progetto, è localizzato all’interno della discarica situata in territorio di Motta Sant’Anastasia, al confine con Misterbianco

E proprio il territorio, per lo meno in alcune sue articolazioni, reagisce con durezza al piano di Oikos. Dal giorno della pubblicazione dell’avviso, i Comuni coinvolti – come detto, Motta e Misterbianco – hanno 60 giorni di tempo per esprimere osservazioni. Ma non è escluso che i sindaci Anastasio Carrà e Nino Di Guardo vogliano percorrere anche la strada della protesta di piazza. Di Guardo ha convocato una conferenza stampa, a cui hanno preso parte anche i comitati No discarica delle due città. «A mio avviso – dice a MeridioNews l’attivista Massimo La Piana – anche gli stakeholder, come il nostro comitato, possono richiedere gli atti e fare opposizione. Sarà il primo passaggio che faremo. E poi – prosegue – informeremo la cittadinanza il più possibile per creare una mobilitazione. Il progetto è una provocazione». 

La discarica Tiritì è chiusa dal 2014. Ma la cosiddetta gestione post mortem, con la bonifica definitiva, non è ancora stata effettuata. Oikos avrebbe inviato alle Regione la documentazione nel gennaio 2016. A Valanghe d’inverno, invece, viene scaricata solo la frazione secca, per effetto delle recenti ordinanze del presidente Rosario Crocetta. «Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie a bloccare il progetto – assicura al nostro giornale il sindaco misterbianchese Di Guardo – e poi abbiamo le armi della protesta, perfino dello sciopero della fame. Il territorio è già compromesso dalla presenza della discarica. Spero che Palermo emetta una valutazione di impatto ambientale negativa contro questo ecomostro». 


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