Biodiversità in musica

«Un’ora di diretta dall’isola più libera del mondo», tutti i venerdì dalle 20 alle 21 su www.radiozammu.it o su fm101hz. Così si presenta il programma ideato e condotto da Giuseppe Contrafatto, in arte Giuseppe Govinda.
Ogni puntata è focalizzata su una parte del nostro pianeta di cui vengono mandate le canzoni nella lingua d’origine. Non è tutto, però. Infatti il format è anche un veicolo per mostrare, oltre alla musica, la nazione trattata sotto altri aspetti.

Il programma è ricco di citazioni cinematografiche. Durante la puntata è possibile ascoltare alcuni estratti audio tratti da film, che richiamano la nazione di cui si parla o che introducono il tema della puntata. E anche sotto questo aspetto c’è spazio per tutti: dalle grandi icone del cinema italiano – Nino Manfredi, Monica Vitti – a quelle internazionali: da “Il Cielo sopra berlino” di Wim Wenders, a ”Jules et Jim” di Truffaut, “21 grammi” di Iñárritu, “Il decalogo” di Kieślowski, “Il tempo dei gitani” di Kusturica, “Vizi privati pubbliche virtù” di Miklós Jancsó e altri.

C’è anche il momento poesia. Il conduttore legge in diretta un brano scritto da un autore della nazione trattata. Interessante la puntata sul Senegal con una lirica ricca di spiritismo africano scritta da Birago Diop e intitolata “Ascolta più spesso le cose” o ancora, quella sulla Spagna con “Se mi chiamassi” in cui il poeta della dialettica amorosa Pedro Salinas parla del desiderio dell’amata.

«L’Isola delle rose è fondamentalmente un programma di intrattenimento, noi di Radio Zammù non chiediamo all’ascoltatore di riflettere, se lo fa è solo merito suo», spiega Govinda. Eccentrica la scelta del co-conduttore, che forse Contrafatto utilizza come suo alter ego o alter ego del pubblico: parliamo di Denver il dinosauro, il famoso animaletto della serie tv che ha appassionato milioni di ragazzi e di genitori negli anni novanta.

E la sua presenza, che a primo impatto potrebbe sembrare solo fine a sé, ci fa capire che nulla è lasciato al caso, infatti i temi trattati dal cartone animato, erano l’ecologia, l’amore per la natura, per il mondo nella sua biodiversità. In un periodo, quello nostro, in cui la biodiversità diventa sempre più un ricordo.
Temi questi propri di un evento da cui il programma prende ispirazione, ovvero il progetto di Giorgio Rosa, ingegnere bolognese che nel ’68 costruisce a largo di Rimini una piattaforma chiamandola isola delle rose, distrutta poco tempo dopo la costruzione e ancora oggi simbolo di libertà.

L’isola delle rose si propone di far conoscere il mondo, soprattutto la sua bellezza. Il background musicale della radio viene rispettato, ma c’è spazio anche per canzoni che con il rock non hanno niente a che fare. «Nel mio piccolo – spiega l’autore-conduttore – cerco di rappresentare la nazione trattata a 360°». Singolare è anche il momento in cui viene trasmesso un audio originale nella lingua della puntata, al quale Giuseppe dà una sua interpretazione, seguita dalle reazioni del piccolo dinosauro. E intanto, tra una risata e l’altra, Contrafatto mette in pratica il principio secondo cui ascoltare senza capire il significato esatto di una lingua, serve a far familiarizzare con i suoni della lingua stessa. Nel momento forse più surreale della puntata, Giuseppe cerca di insegnare a Denver la lingua della puntata. E lo fa con alcune brevi parole prese dal quotidiano. Il dinosauro non vuole però imparare le semplici parole. Una di queste è grazie: «Una parola che secondo me è fondamentale nella vita. Saper ringraziare».
 
Come recita una frase scritta sul gruppo fb del programma, tradotta dall’esperanto (che tra l’altro fu la lingua adottata dai fondatori dell’isola delle rose) «un vero viaggio di scoperta non è scoprire nuove terre ma avere nuovi occhi».

Giuseppe concorda: «Cerco di puntare i riflettori su un mondo poco conosciuto, e lo faccio raccontandolo attraverso un linguaggio semplice, attraverso le cose semplici della vita, come i film che guardo, i libri che leggo o le persone che mi passano davanti. Il titolo del programma ci fa pensare a qualcosa di lontano, di diverso, di irraggiungibile, poi ascolti e ti accorgi quanto questa lontananza non esista e che la quotidianità sia un concetto universale».

La puntata di stasera sarà dedicata alla Turchia. Si spazierà dalle classiche atmosfere in puro stile danza del ventre, passando agli artisti dell’Anatolian rock come Cem Karaca o Barış Manço, arrivando a quello dei Duman, fino all’hip hop turco di Ceza. Verrà letta una poesia di Nazim Hikmet intitolata “Il più bello dei mari”, e sentirete una scena del film di Nuri Bilge Ceylan “Le tre scimmie”.

Tra le nazioni già esplorate: Germania, Senegal, Francia, Russia, Serbia, Polonia, Spagna, Svezia, Egitto, Giappone e poi Messico, Ungheria, Portogallo e saranno sull’isola India, Danimarca, Brasile, Cuba, Turchia, Cina e altre ancora (le puntate si possono riascoltare a questo link). Inoltre sul gruppo Facebook del programma è possibile trovare nella sezione “discussioni” le poesie e i brani letti durante le puntate. O guardare il video e la gallery della settimana.


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